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ALEMANNO A GIUDIZIO PER I SOLDI DI TANZI |
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di Sara Menafra
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Alemanno spiega che rinuncerà all'immunità parlamentare pur di difendersi. Ma l'accusa che gli rivolge il tribunale dei ministri, che ieri ha inviato alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere, è pesante. I magistrati del collegio romano lo accusano di aver fatto ricevuto una tangente dall'ex patron di Parmalat Callisto Tanzi. A parlare del pagamento di un piccolo finanziamento al ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno (80.000 euro) era stato lo stesso Callisto Tanzi durante i lunghi interrogatori a Milano e Parma dei primi mesi del 2004. Il patron di Parmalat si sarebbe servito di Romano Bernardoni, titolare di una rivendita di auto ma incaricato di tenere i rapporti con il mondo politico per Parmalat, per fare avere un premio alla corrente di Alemanno, dopo che il ministero aveva deciso di concedere in tempi record tutte le autorizzazioni necessarie alla commercializzazione del latte semi-fresco Frescoblu. Tanzi avrebbe versato 70-80mila euro a Bernardoni e questo a sua volta si sarebbe interessato di far avere alla rivista Area un contratto pubblicitario con la società Bonatti (in cui Tanzi deteneva il 38% del capitale) per un totale di 74.400 euro più iva. Interrogato, Alemanno avrebbe confermato di aver conosciuto Bernardoni nell'ambito della vicenda Frescoblu ma senza capire che l'uomo fosse collegato a Tanzi. L'imprenditore si sarebbe presentato come «intenzionato a sostenere il suo partito», come si legge nella richiesta inviata alla Camera, e Alemanno «ha affermato di aver suggerito egli stesso al Bernardoni di finanziare il partito di Alleanza nazionale attraverso contributi, ricorrendo ad una società che non fosse immediatamente riconducibile al Tanzi». La richiesta di Alemanno sarebbe anche a verbale, ma in termini decisamente più generici: «gli ho chiesto di non coinvolgere in questa pubblicità qualsiasi impresa che avesse una relazione dal punto di vista amministrativo con il ministero». Qui, in effetti, si potrebbe sostenere che Alemanno non sapeva chi fosse Bernardoni e gli avrebbe dato un avvertimento generico, legato agli estremi della legge. Ma se così fosse, sembra ribattere il tribunale dei ministri, «non si comprenderebbe il motivo per cui il Bernardoni non si fosse servito di una sua società e non della Bonatti». «Non intendo nascondermi dietro l'immunità parlamentare e sono certo che la magistratura riconoscerà prontamente la mia totale estraneità», ha risposto più che agguerrito il ministro Alemanno: «Voglio che questa vicenda sia chiusa nella massima trasparenza, la stessa che ha caratterizzato sempre la mia attività politica». Altrettanto battagliera la risposta del direttore del mensile Area, Marcello De Angelis: «Auspico una bella visita della guardia di finanza. Venissero pure e si renderanno conto che noi abbiamo un'amministrazione trasparente». E dallo staff di Alemanno fanno notare che i finanziamenti arrivati ad Area, questi o altri, rimangono nella rivista o al massimo vanno a sostenere la corrente Destra sociale, di certo non vanno a rimpinguare le casse di An.da Il Manifesto
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