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Giuliano Pisapia:"A Milano è rinata la politica e la voglia di cambiare" |
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-Il mio? Un bilancio estremamente positivo. A Milano è rinata la buona politica e l’impegno di tantissimi, delusi dalla politica che, questa volta, sono scesi in campo per impegnarsi per un nuovo cambiamento della città. La grande scoperta è che i cittadini che ho incontrato anche nei quartieri più periferici della città, questi comitati, questi gruppi, queste persone non si limitano a dire ‘no’ a un ecomostro, piuttosto che alla chiusura di un luogo di aggregazione o di un centro di cultura, ma hanno elaborato tanti progetti alternativi, valutandone costi e fattibilità. Questo dimostra che già è nata una nuova classe dirigente capace di governare Milano». Giuliano Pisapia, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, che bilancio ne trae? Non posso che fare un bilancio estremamente positivo. È rinata a Milano la buona politica e soprattutto la volontà e l’impegno da parte di tantissime persone. Migliaia e migliaia di persone deluse dalla politica, molte delle quali non andavano più neppure a votare, questa volta si sono impegnate fino in fondo e continuano ad impegnarsi ancora per il cambiamento di Milano. A cosa si deve questo slancio? Credo sia la conseguenza di vari elementi. Prima di tutto, finalmente si sono impegnati e hanno la possibilità di votare e cambiare Milano, dando alla città un sindaco che non discrimina a sinistra. Secondo, si tratta di un candidato non calato dall’alto, ma scelto dal basso. Terzo, c’è un programma che è stato elaborato da oltre 1100 persone con professionalità, provenienza politica e percorso diversi, ma che si sono impegnate insieme in undici tavoli tematici. Il frutto del loro lavoro è stato accolto senza riserve non solo dal candidato sindaco, ma anche da una coalizione finalmente coesa. Per la prima volta, dalla liberazione a oggi, Milano vede una coalizione così ampia, unita, che appoggia con convinzione un candidato sindaco e un progetto di cambiamento. Questo è un elemento importante che ha fatto sì che tanta gente si impegnasse in prima persona nei propri quartieri e nelle proprie realtà. Lasciando da parte le polemiche dell’ultima ora, che sono forse l’aspetto meno interessante della campagna elettorale…Decisamente… è solo un attacco pretestuoso che è indice di paura.. lei, nel corso di questi mesi, ha partecipato a numerose iniziative sul territorio, è entrato in contatto con quartieri e realtà sociali diverse. Che Milano ha scoperto? Ho iniziato la campagna elettorale dalle periferie, Corvetto e Quarto Oggiaro, già a giugno dello scorso anno e l’ho conclusa oggi a Gratosoglio, nell’estrema periferia sud di Milano. E questo è frutto di una precisa scelta. Volevo avere la possibilità di parlare con tutte le persone che si sentivano abbandonate dalla politica, che non si sentivano ascoltate. Nei cinque anni di governo del sindaco Letizia Moratti questa gente non ha avuto nessun dialogo con l’amministrazione comunale o i consigli di zona, in teoria gli organismi di governo più vicini ai cittadini. Io sono nato e cresciuto a Milano, ho sempre lavorato qui e il mio impegno politico e sociale mi ha portato spesso a contatto con le periferie. Oggi, avere la possibilità di tornare in questi quartieri mi ha fatto scoprire che nella città, che sembrava morta dal punto di vista dell’impegno, in realtà covava una talpa, che continuava a lavorare, ma che si era chiusa nel volontariato di quartiere o nell’impegno sul singolo progetto. Una talpa capace di creare tante cose belle ma che non aveva più fiducia nella politica o nei partiti. Oggi questa fiducia è tornata perché queste persone hanno visto che c’era chi li ascoltava e chi ha voluto costruire insieme a loro un progetto complessivo di cambiamento che abbracciasse tutte le loro battaglie. Che ruolo potrebbe giocare questa tappa nel futuro politico di Milano? La grande scoperta è che questi comitati, questi gruppi, queste persone non si limitano a dire ‘no’ a un ecomostro, piuttosto che alla chiusura di un luogo di aggregazione o di un centro di cultura, ma hanno elaborato tanti progetti alternativi, valutandone costi e fattibilità. Questo dimostra che già è nata una nuova classe dirigente capace di governare Milano. Quando ci sarà il centro-sinistra e un nuovo sindaco a governare la città ci saranno tante professionalità, competenze, capacità di tutti i tipi che così come si sono impegnate in campagna elettorale, si impegneranno quando potremo essere attori del cambiamento. Incontrando queste persone nei loro quartieri, quali sono i problemi che vengono sollevati con maggiore urgenza? I problemi sono soprattutto tre. Il primo è legato al diritto alla casa. Le case popolari sono in una condizione di degrado difficilmente immaginabile a causa delle carenze di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte del Comune e dell’Aler, che è l’agenzia regionale che è proprietaria degli immobili. Io non ho la bacchetta magica, ma ci sono interventi di manutenzione ordinaria, che significa risolvere problemi piccoli ma che creano enormi disagi, che si possono fare anche nei primi mesi di Giunta e governo della città. Un altro dei problemi legati all’abitare è quello della bonifica dall’amianto di una buona fetta dell’edilizia popolare, esempio ne sia il complesso delle White a Rogoredo. Come si risolve? Che risposte ha in programma di dare a queste famiglie? Purtroppo è una questione che interessa tutte le zone, soprattutto quelle periferiche, da Santa Giulia, che è un quartiere appena costruito, dove però non sono state fatte le bonifiche necessarie, ad altre zone, dove anche i tetti delle scuole avvelenano e fanno morire di amianto. Questo è un problema sul quale c’è già attenzione da parte nostra, dobbiamo trovare le risorse per far sì che chi abita in queste zone non rischi più la vita. L’Officina per Milano, che è stato il motore che ha dato vita il programma, ha già studiato dove reperire i fondi necessari. Malgrado i tagli del governo – per i quali Letizia Moratti non si è presa neanche il disturbo di protestare – ci sono stati tanti sprechi ai quali vogliamo rimediare, inoltre i dividendi delle partecipate del comune possono essere destinati a risolvere il gravissimo problema dell’amianto. Rimanendo in tema… Nel corso di quest’anno molti immobili sono stati assegnati a organizzazioni e associazioni di estrema destra. Un’ipotetica Giunta Pisapia come affronterà la questione? La cosa incredibile è che sono state date case a gruppi e organizzazioni che avrebbero dovuto essere già dichiarati illegali perché di fatto sono un abbozzo di ricostituzione di piccoli partiti fascisti. Su questo ci sarà una verifica continua da parte nostra, ci saranno organi come quello di garanzia sulle assegnazioni – una proposta che abbiamo in programma – chiamati a vigilare regolarmente. Non solo sono stati assegnati immobili ad associazioni e gruppi che non devono avere spazio a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, ma ci sono state anche scelte che non derivavano da un effettivo bisogno, ma da favoritismi o collusioni. Per questo, da parte nostra sul tema ci sarà massima attenzione e vigilanza. Tornando ai principali problemi qui a Milano. Il primo è la casa, gli altri? Senza dubbio è il lavoro. A Milano – e di certo è una città non fra le più sfortunate – un giovane su quattro non trova lavoro. Gli altri vivono di lavoro precario che significa non avere né presente né futuro. Gli over 40 e over 50 che sono stati licenziati, o per la chiusura della fabbrica o del loro luogo di lavoro, hanno difficoltà enorme a trovare un’alternativa. Su questo, il programma della coalizione ha proposte e progetti precisi. Sostegno alle aziende milanesi in crisi per rilanciare la produzione, contrasto al lavoro precario, recupero degli spazi inutilizzati per offrire servizi a piccole imprese, studi professionali, laboratori artigiani, sviluppo del micro-credito: questi sono solo alcuni dei punti del nostro programma Ci sono programmi di stabilizzazione per i precari del Comune e delle cooperative che attorno al Comune ruotano? L’Expo sarà una grande occasione di rilancio e di creazione di nuovi posti di lavoro o almeno può esserlo se saremo noi a governarla e non l’attuale centro-destra. Noi crediamo in un’Expo diffuso, che darà a tanti la possibilità di creare un lavoro. Per quanto riguarda i lavoratori del Comune, si può ragionare al passaggio da una situazione di precariato a un contratto a tempo determinato fino al 2015. Poi, se l’Expo, come noi prevediamo sarà anche un volano di sviluppo economico della città, quei contratti potranno facilmente diventare a tempo indeterminato. Cosa intende per Expo diffuso? Penso a un’Expo che rappresenti un’opportunità, che sia propulsore di nuovo sviluppo economico, coinvolgendo l’intero territorio. Perché il 2015, anche dopo i 6 mesi di evento, lasci lavoro, intelligenze e spazi pubblici, non il cemento dei privati. Quali sono le altre richieste che si è sentito rivolgere dai cittadini durante la campagna elettorale? Senza dubbio quello dell’aria pulita, un tema che io ho sentito declinare dai cittadini in due direzioni. Quello dell’aria oggi irrespirabile, che fa sì oggi a Milano oltre 3500 persone vengano ricoverate per problemi respiratori, dall’asma alle sindromi bronchiali più gravi. Affrontare questo problema significa risolvere il problema del traffico, arrivato ormai a livelli intollerabili. Secondo, aria pulita nel senso di maggiore trasparenza, maggiore rapporto di dialogo e confronto fra cittadini e istituzioni, creazione di tutti quegli argini indispensabili per arginare l’infiltrazione mafiosa, anche attraverso la costituzione della commissione anti-mafia, contro la quale ha votato la passata amministrazione. La cosiddetta “sicurezza” e la battaglia contro la microcriminalità sono stati i temi centrali della campagna elettorale e dell’ amministrazione- di Letizia Moratti, eppure secondo la relazione annuale della Dna, la vera emergenza a Milano è rappresentata dalla ndrangheta che avrebbe già in mano gran parte dei cantieri dell’Expo. Qual è la sua opinione al riguardo? È indubbio che da parte dell’attuale sindaco ci sia stata una sottovalutazione dell’infiltrazione mafiosa e su questo non faremo sconti a nessuno. Già sono previste e programmate tutta quella serie di controlli, ispezioni e verifiche continue su appalti e subappalti da parte del Comune. La nostra sarà un’azione all’insegna della massima trasparenza e massima severità contro chiunque cerchi di infiltrarsi sia nei cantieri dell’Expo sia nell’amministrazione. Per quanto riguarda la microcriminalità, di certo le ordinanze coprifuoco della Moratti non hanno risolto il problema e non è un caso che questi provvedimenti siano stati dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. La vera sicurezza si garantisce dando alla città luoghi di aggregazione per giovani e meno giovani, dove si possa creare comunità. Alessia Candito
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