-Animali e persone tutti con pari dignità-
 











Un’esperienza di vita comunitaria con gli animali da fattoria che fa maturare la consapevolezza dell’uguaglianza tra le specie; la riflessione sulla barbarie codificata e normalizzata degli allevamenti intensivi; un mezzo espressivo alternativo, il fumetto, prestato alla causa animalista per veicolare anche ai più giovani un messaggio di urgente liberazione. Dall’incontro di questi elementi nasce (R)evolution, racconto a vignette di Andrea Malgeri, (pp. 80, euro 8,50), fumettista ed editore torinese, ispirato dalla vita quotidiana dell’Ippoasi - Fattoria della Pace di Marina di Pisa, un luogo di "liberazione reale" dove, in assoluta parità con gli esseri umani, trascorrono la loro esistenza decine di animali salvati da allevamenti e mattatoi.
Com’è cambiata la sua vita da quando trascorre le giornate con gli animali?
Ero ovviamente già animalista anche prima di fare quest’esperienza, ma così è un’altra cosa, in città si può
iniziare a coltivare l’empatia ma è grazie al contatto diretto e alla condivisione della vita di ogni giorno che si comprende appieno l’uguaglianza di tutti gli animali e l’assurda ingiustizia di qualsiasi tipo di sfruttamento.
A quali animali si è ispirato per scrivere la storia?
Per protagonista ho scelto un maiale - di maiali qui all’Ippoasi ne vivono due - e l’ho chiamato Marcus. Da piccolo il maialino cade da un furgone e conquista in modo fortuito la libertà che gli regalerà un’infanzia felice e selvaggia in compagnia di un branco di cinghiali. Quando anche Marcus finirà nelle grinfie degli umani cercherà di far ribellare i suoi compagni di sventura, raccontando loro della vita vera, dei prati, delle corse e del sole e risvegliando il ricordo antico della dimensione naturale che sarebbe spettata loro, ma che non hanno mai conosciuto.
Marcus riesce a farli fuggire?
La chiave di volta è la fratellanza con gli altri animali, quelli
selvatici amici del maialino, che lui riesce a convocare per aiutarlo a guidare la rivolta dagli oppressori e mettere tutti in salvo.
E invece nella realtà la fratellanza che serve agli animali è quella di esseri umani che si ribellino all’ingiustizia dello sfruttamento di chi non può difendersi.. cosa fate all’Ippoasi per lavorare in questo senso?
Cerchiamo di promuovere la consapevolezza: abbiamo organizzato una fattoria didattica aperta al pubblico che è "sui generis", perché ovviamente non produce nulla. Vengono a trovarci continuamente scolaresche di bambini tra i sei e i dodici anni e famiglie che qui possono guardare negli occhi gli animali che generalmente incontrano solo da morti, nei loro piatti.
Come reagiscono i più piccoli?
Dagli incontri tra specie che avvengono all’Ippoasi si vede come l’isolamento dagli altri animali, in cui vive l’uomo moderno, stoni con la realtà vera della natura. E infatti quasi tutti i bambini
all’inizio si terrorizzano vedendosi circondati di così tanti animali in libertà, ma il bello è che ci vuole poco perché imparino a comunicare con loro e si rendano conto che maiali, capre, cavalli sono ottimi compagni di gioco.
Ci sono tante fattorie didattiche nelle quali pur lasciando spazio agli animali da cortile non si rinuncia al loro utilizzo per lana, carne e latte. Crede possa esistere qualche forma di allevamento sostenibile?
Indicare lo sfruttamento di un altro animale come sostenibile è una contraddizione in termini. Anche quando non si ha un allevamento intensivo la sostanza dell’utilizzo strumentale di soggetti che hanno pari dignità della nostra rimane la stessa. Per capirlo l’apertura alla comunicazione è l’elemento essenziale ed è per questo che ad esempio io, che so disegnare, cerco di fare la mia parte per ampliare a più persone possibile, e sopratutto ai più piccoli, l’occasione di rendersi conto di questa necessità.
Come
sopravvive l’Ippoasi e quanti animali siete riusciti a salvare?
Al momento vivono con noi dodici cavalli, tutti sferrati e senza morso, due asini, due mucche, due maiali, quindici tra galli e galline, dodici capre e quattro cani, di cui due provenienti dall’allevamento Morini che produceva cani per la vivisezione e che è fallito grazie a una campagna di protesta durata anni. Per mantenere gli animali lavoriamo, offriamo pensione a cavalli e cani, e riceviamo le donazioni di tanti che vogliono salvare degli animali "da reddito" ma non hanno la possibiltà di adottarli direttamente.
Dove viene distribuito "(R)evolution"?
Al momento sto girando l’Italia per presentarlo, ho fatto delle serate a Firenze e a Torino, mentre il prossimo appuntamento è a Roma, il prossimo 19 febbraio presso un locale vegan che si chiama Rewild. Il fumetto un’autoproduzione che può essere acquistata dal sito del network AgireOra e scaricato per IPad dal sito dell’editore
Manfont.
I prossimi animali che disegnerà?
Mi sto ispirando ai nostri cavalli, Oliver, Mirtillo, Lola e gli altri, per raccontare una storia di liberazione dal mondo delle corse. Leonora Pigliucci