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Scajola vuole la sua corrente anche a Milano |
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Si può dire che Milano, per il Pdl, è un microclima. Anzi, un microcosmo nel quale si muovono, più o meno impazzite, tutte le correnti interne, in un gioco complicatissimo di alleanze, simpatie e antipatie, calcoli e interessi. Un microcosmo nel quale, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, sta per entrare, con una sua forte consistenza, la corrente legata a Claudio Scajola, ex ministro dello Sviluppo Economico. Sotto la Madonnina, questo il pensiero di Scajola, il gruppo che fa riferimento a lui potrebbe fare il salto di qualità e diventare qualcosa di più che un’operazione di stampo ligure-romano. Tra l’altro, Scajola starebbe trattando con correnti già presenti in Lombardia, per "entrare" a pieno titolo nel grande agone che si è formato dopo la sconfitta di Milano. Sarebbe riduttivo, spiegano i bene informati ad Affaritaliani.it, ricondurre lo scontro Mantovani-Podestà a una mera lotta di potere tra i due. C’è il risentimento personale, ovviamente. Ma anche qualcosa di più. Perché i due rappresentano gruppi che stanno cozzando violentemente, cercando un nuovo assetto in vista di congressi che ormai tutti danno per scontati. E dunque, qual è la nuova mappa del potere pidiellino? Da una parte c’è il triumvirato Mantovani-Romani-Gelmini. Quest’ultima pare si sia spesa molto in telefonate, per attaccare Podestà e tenere saldi i territori sotto la guida di Mantovani. Dall’altra parte, l’accordo forte è tra il presidente della Provincia e il governatore lombardo Formigoni. Quest’ultimo vuole giocare una propria partita nazionale, e si è trovato Podestà come partner perché questo gli consente di mantenere tutte le proprie posizioni di potere al riparo da eventuali rimpasti. E soprattutto perché i due, in Comune a Milano, hanno abbastanza voti da eleggere il capogruppo. Cosa che prima o poi avverrà, malgrado per ora Mantovani sia riuscito a riproporre il suo uomo Giulio Gallera. Inoltre, Podestà è utile a Formigoni perché porta "in dote" un ottimo rapporto con Franco Frattini, il ministro degli esteri leader della Fondazione Liberamente. E se è vera la massima "dividi et impera", avere Frattini dalla propria parte indebolisce ulteriormente la Gelmini, che ultimamente - sia su Brescia che su Milano - è ritenuta in difficoltà. A rafforzare il ticket Formigoni-Podestà anche il buon rapporto, storicamente parlando, tra Ignazio La Russa e il mondo di Comunione e Liberazione. Non si sono mai pestati i piedi e hanno trovato un equilibrio. Stesso discorso per il gruppo che fa riferimento ad Alessandro Colucci e a suo padre Francesco, da sempre in ottimi rapporti con Lupi. Sempre che Lupi - mormora qualcuno - voglia "allinearsi" a Formigoni o scelga la strada, difficile, di una spaccatura dolorosa all’interno dei ciellini. Insomma, ci sono mondi in movimento, in conflitto, in guerra. E l’ingresso di Scajola di certo non semplificherà il quadro.Affaritaliani-Fabio Massa |
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