Contro la fame nel mondo arrivano gli "hamburger in provetta"
 











Un’efficace soluzione alle frequenti intossicazioni alimentari legate alle carni animali e al problema della fame nel mondo. Alcuni ricercatori olandesi hanno annunciato che il primo ’hamburger in provetta’ potrebbe essere pronto ad andare in tavola già l’anno prossimo. La ricetta degli scienziati dell’Universita’ di Maastricht, come riporta il Daily Mail, potrebbe pero’ scontentare i puristi della cucina, perche’ gli studiosi stanno infatti ottenendo carne cresciuta da cellule staminali. Una soluzione che potrebbe far chiudere i mattatoi e offrire un modo per affrontare le necessita’ alimentari della popolazione mondiale, che nei prossimi decenni crescera’ ben oltre le disponibilita’ delle riserve alimentari del pianeta.
Gli scienziati stanno sviluppando hamburger a partire da circa 10 mila cellule staminali estratte da bovini, che sono lasciate moltiplicarsi in laboratorio miliardi di volte fino a produrre un tessuto muscolare simile alla carne
di manzo. Il prodotto e’ stato chiamato ’carne in vitro’ e il primo hamburger di questo tipo potrebbe essere pronto nel giro di 12 mesi.
Nel 2009, altri scienziati della stessa universita’ tentarono di ottenere carne ’in vitro’ di origine suina, ma alla fine ammisero che si trattava di un cibo non particolarmente appetitoso e che aveva un aspetto grigiastro simile a quello dei calamari. Anche se i risultati iniziali del nuovo tentativo, per quanto riguarda il gusto, non sono molto incoraggianti, gli scienziati sono convinti che le persone cominceranno ben presto a consumare la loro carne ’in vitro’ ’’soprattutto se non avranno altra scelta, dato che il consumo di carne nel mondo e’ destinato a raddoppiare entro il 2050, con l’aumento della popolazione mondiale’’, ha precisato Mark Post, a capo del gruppo di ricerca.
L’Olanda e’ attualmente leader nel mondo per la produzione di carne artificiale e il governo ha gia’ stanziato quasi due milioni di euro nella ricerca del settore.
Secondo alcuni studi della Utrecht University, da una ’vena’ iniziale media di cellule staminali si potrebbero ottenere fino a 50 mila tonnellate di carne in due mesi. Un processo che consumerebbe, tra l’altro, fino al 60 per cento in meno di energia e produrrebbe fino al 95 per cento di emissioni di gas serra in meno rispetto ai metodi tradizionali di produzione.