"Studio su Le Viole" ispirato alla legge Basaglia
 











La compagnia Dynamis Teatro Indipendente ha messo in scena, Studio su le viole. Un dramma tratto da “Reparto numero 6” di Anton Cecov. Di Andrea De Magistris la regia e la drammaturgia: lo sguardo è uno spettacolo “di corpi e immagini” sul tema della follia e dei manicomi nel contesto della legge 180, legge Basaglia, che il 13 maggio 1978 chiudeva l’isolamento ed alla reclusione dei malati mentali.
Approvata in Parlamento quasi all’unanimità questa “riforma psichiatrica”, ispirata alle esperienze di superamento dell’ospedale psichiatrico sviluppatesi in Italia a partire dall’inizio degli anni sessanta, avrà tuttavia un iter difficile nella fase più prettamente realizzativa.
Le viole, fiori legati tradizionalmente alla sfera degli affetti e a quella della memoria, assumano un nuovo significato, andando a rappresentare, metaforicamente, quegli uomini e quelle donne a cui i manicomi hanno modificato l’esistenza, violentato i ricordi, elargito
violenza inutile e gratuita. Violenza e coercizione in una istituzione rappresentata da un velo onirico e tenebroso, un carcere da cui è impossibile scappare. La coralità delle testimonianze, alcune delle quali hanno un sapore squisitamente letterario, pemette un gioco di luci, suoni, gesti ridondanti e simbolici che si susseguono ripetutamente.
Il regista, molto bravo, fa un uso abbondante di corporeità. Sembra di assistere ad un attraversamento infernale, in cui la miseria dell’umano e la sua grandezza rovinosa si sovrappongono e si allontanano ciclicamente. Si tocca la sostanza nascosta delle cose, una materia volutamente oscura che oscenamente riempie un involucro di corpi, composti di carne e di pelle, e coscienze, sentimenti, emozioni.
Le resistenze dell’individuo contro la violenza della Storia e della società. Mezzi salvifici diventano appunto il proprio corpo e la propria memoria, come una sorta di realtà virtuale all’interno di un substrato per forza di cose realistico.
La viola che con la sua disposizione dei petali apre ad un nuovo senso di libertà diventa non solo il leit motiv dell’opera, numero zero di un progetto che proseguirà più avanti, ma comune denominatore di una idea di teatro, civile e di denuncia.
Il corpo come metafora, il corpo capace di esprimersi liberamente al di là delle convenzioni e delle verità ufficiali. Che sfida quell’universo manicomiale al quale è sopravvissuto che la legge Basaglia contestò con forza arrivando all’abolizione dei maniconi stessi e riconoscendo alla "malattia mentale" qualcosa di inevitabilmente legato all’organizzazione della società. Sono questi i temi che la compagnia DynamisTeatroIndipendente ha voluto affrontare con lo spettacolo Studio su Le Viole , in scena giovedì scorso a Roma presso il Teatro Vascello. Un’unica "puntata" che speriamo si possa ripetere nella Capitale e anche altrove perché non è certo comune di questi tempi, che vorrebbero, tanto per restare in tema, mettere in discussione
appunto la 180, vedere tanti giovani e tante giovani, quattordici per l’esattezza, appassionarsi nell’esprimere quella sofferenza manicomiale che proprio Franco Basaglia e tanti altri psichiatri denunciarono trent’anni fa. E vedere lo sforzo di Andrea De Magistris, giovane regista dello spettacolo, di mantenere vivo quel teatro civile che grazie a talenti più noti come Ascanio Celestini e Marco Paolini sembra essere tornato d’attualità. «Vogliamo essere militanti - dice l’attore-regista - o meglio, vogliamo trasformare, cambiare il mondo attraverso il nostro specifico, attraverso la miseria dei pazienti che sono parte della miseria del mondo. Quando diciamo no al manicomio, noi diciamo no alla miseria del mondo». Dymamis Teatro Indipendente lavora da oltre un anno a Roma ed ha già al suo attivo sei spettacoli. Tra questi Emma e i cattivi compagni (2009); Parte Offesa , performance in memoria di Piero Paolo Pasolini (2009); Sfakelos 630 (2009), selezionato al festival "Adrenalina" e Carlo, Ilaria, Antonio premiato al festival "Schegge D’Autore" al Nuovo Teatro Colosseo di Roma. La formazione di questi giovani attori si basa su metodiche specifiche, come la Biomeccanica di Mejerchol’d e attraverso Dynamis vengono organizzati incontri, stage e seminari. P M R