Riesame, sì al ricorso della procura "Tedesco era a capo di una cupola"
 











On. A. Tedesco

I giudici del Tribunale del Riesame di Bari hanno accolto il ricorso presentato dalla Procura della repubblica del capoluogo pugliese stabilendo che ci fu un’organizzazione criminale capeggiata dal senatore Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, che per circa quattro anni avrebbe governato e influenzato la sanità e le scelte regionali in materia.
Il provvedimento porta la firma del presidente del Tribunale del Riesame, Francesca La Malfa, ed è stato depositato stamane. Il ricorso era stato presentato dai pm della Procura contro l’ordinanza del gip Giuseppe De Benedictis (poi sospeso dal Csm perché finito in una compravendita di armi da guerra proibite) nella parte in cui non veniva riconosciuto il reato di associazione per delinquere al senatore del gruppo Misto, ex Pd. Il ricorso riguardava anche altri indagati. "A gestire la sanità pugliese  -  scrivono i pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello
Quercia nel loro appello  -  c’era un gruppo che costituiva una vera associazione con tre obiettivi principali: il controllo
di pacchetti di voti un favore del gruppo politico guidato dall’assessore Tedesco (il partito dei Socialisti Autonomisti poi confluito nel Partito Democratico) attraverso favori elargiti alle aziende che quei pacchetti controllano. La copertura dei posti chiave nelle Asl con uomini di fiducia o comunque legati al gruppo. Il controllo delle gare di appalto e delle forniture in modo da pilotarle verso imprese collegate al gruppo di potere". Accuse cui l’ex assessore ha risposto ribadendo l’"intento persecutorio contro di me e contro tutto il Senato".
Tedesco era stato ’salvato’ il 20 luglio scorso proprio dall’Aula che aveva respinto la richiesta di arresto in contemporanea con il voto favorevole della Camera sul deputato del pdl Alfonso Papa, avanzata dai magistrati napoletani nell’ambito dell’inchiesta P4. Un voto a sorpresa a Palazzo Madama,
deciso a scrutinio segreto, cui sono seguite dilanianti polemiche interne ai democratici. Ora, con la nuova decisione del tribunale del Riesame, l’iter dovrà ripartire, come già una volta è successo in occasione della richiesta dei domiciliari. La commissione per le autorizzazioni a procedere per due volte - prima sull’arresto in carcere, poi sui domiciliari - non si era espressa rimettendo la decisione nelle mani dell’Aula del Senato.