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I VERDI LANCIANO L'-ASSALTO- ALLA SOGIN |
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di Antonio Massari
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«I vertici della Sogin vanno cambiati». Il segretario dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, è perentorio. Anticipa che della questione bisognerà discuterne al più presto e precisa: «Lo ribadiremo nei prossimi giorni», confermando che la vicenda sarà valutata con attenzione dal nuovo governo. E che la poltrona del commissario straordinario per l'emergenza nucleare, l'ex generale Carlo Jean, ora inizia a traballare. «La gestione di Jean è stata disastrosa. A cominciare dalla scelta del deposito unico per le scorie, quello di Scanzano Jonico, per finire con le spese folli e la inquietante gestione clientelare. Tutti elementi che rendono ancora più grave il fatto che la Sogin, rispetto al suo mandato, ha ottenuto risultati scarsissimi». Sull'emergenza nucleare, con il nuovo governo, dovrebbe quindi spirare un vento diverso. A cominciare da un cambio al vertice nella Sogin, la società che gestisce la messa in sicurezza dei nostri impianti e delle nostre scorie, ma non solo: «Per la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari - aggiunge Pecoraro Scanio - penso che si debba tornare al metodo della commissione parlamentare presieduta da Massimo Scalia». Un metodo molto più partecipato, che prendeva in considerazione una pluralità di siti, completamente stravolto dal decreto del governo che, nel 2003, individuò in Scanzano Jonico la sede del deposito unico. Intanto, proprio da Scanzano Jonico, il comitato «Scanziamo le scorie» fa sapere che il 27 aprile non incontrerà i vertici della Sogin al «Tavolo della trasparenza», l'appuntamento che ha per oggetto gli interventi sul sito Itrek di Rotondella: «La Sogin adempia ai propri impegni, oppure cambi mestiere e si allontani per sempre dal nostro territorio», dice Pasquale Stigliani. «I ritardi sulla realizzazione dei programmi sono evidenti. In compenso esistono commesse d'oro, che valgono milioni di euro, e delle quali vorremmo conoscere i progetti, mentre non ci è stato comunicato nulla sulle compensazioni ambientali, tanto sbandierate dalla Sogin, che avrebbero dovuto riguardarci per aver convissuto con l'impianto di Rotondella». Anche la commissione scientifica che valuta i progetti Sogin, della quale fa parte Massimo Scalia, ambientalista ed ex presidente della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, ha espresso un parere negativo: «L'aggiornamento 2006 sui cronoprogrammi, presentato dalla Sogin, introduce ulteriori e significativi ritardi e slittamenti degli obiettivi - scrive la commissione - In particolare, le azioni riguardanti l'impianto Itrec di Rotondella, risultano eccessivamente protratte nel tempo». Dichiarazioni che hanno fatto saltare i nervi ai componenti di «Scanziamo le scorie»: «Non possiamo più tollerare che il commissario straordinario si presenti con un bagaglio di chiacchiere mentre i programmi operativi ritardano - conclude Stigliani - non possiamo più accettare che il governo dica, al nostro presidente di regione, che le trattative con gli Usa, per rispedire nella centrale americana di Elk River le barre d'uranio, che da anni giacciono a Rotondella, non hanno avuto esito positivo». Se è vero quanto dice Pecoraro Scanio, il centrosinistra si comporterà diversamente. Lo conferma Marco Lion: «Dobbiamo faci carico di una responsabilità - dice l'onorevole dei Verdi - bisogna cambiare i metodi della coppia Berlusconi-Jean: con loro, la Sogin, invece di occuparsi delle scorie, s'è preoccupata dei propri affari internazionali. Ora tocca a noi cambiare pagina».da Il Manifesto |
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