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L’economia capitalistica non misura le risorse in ordine alla crescita umana |
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Alla buonora! Il Corriere ospita a Ferragosto un fondo di Giovanni Sartori sulla demografia, interessante e - come sempre - piuttosto superficiale, ma che attacca il Papa per intromissione in proposito, proprio nel giorno in cui a dimostrazione della "laicità" del nostro governo si dà notizia dello spostamento delle tre uniche feste "non concordatarie" del nostro calendario, cioè 25 aprile, primo maggio e 2 giugno e naturalmente rilievo a ciò che dice il cardinal Bertone sulla manovra, che protesta perché non vi sono misure per la famiglia. Sartori si scandalizza che il papa abbia sottolineato con favore il raggiungimento prossimo dei 7 miliardi di persone sul pianeta ecc. Da tempo, nel mio piccolo, insisto sull’economia criminale capitalistica, che -mentre spreca risorse - non ne misura la necessità in ordine alla crescita umana e insisto che non vi è salvezza possibile dalla barbarie del capitalismo in crisi senza una economia della riproduzione della specie, del suo vivere associato in una dimora e delle sue necessità di sopravvivenza e vita, da gestire col modo della cura in ordine alle risorse esistenti, che non sono né infinite né scarse, bensì "misurabili" dicevo, finché Nanni Salio non mi corresse con grande discrezione e gentilezza che le risorse sono "stimabili" e bisogna stimarle per fare qualsiasi ragionamento degno di questo nome. Ringrazio perché la correzione è giusta, ma anche perché dimostra che ciò che scrivo viene letto e giudicato. Invano ho cercato di argomentare sulle risorse, ad esempio in ordine alla faccenda dei "beni comuni", sottolineando che il primo bene comune è la riproduzione della specie, per lo più nell’assoluta indifferenza e nella cancellazione. Mentre quando con insistenza ho chiesto quali altri beni comuni fossero da nominare oltre l’acqua ho sempre avuto come risposta l’acqua, mai la terra o l’aria e se insistevo perché fosse considerata anche la riproduzione della specie mi veniva risposto che era una mia bizzarra fissazione, oppure con il solito spirito di patata che propriamente anche se volgarmente si dovrebbe definire "del cazzo": «A me le donne piacciono molto, sono felice se diventano un bene comune». Non passo alle sberle perché la massa muscolare maschile è superiore a quella femminile e insisto per avere risposte - appunto - cerebrali dove l’eguaglianza è possibile. E’ di evidenza solare che le donne sono ormai stabilmente più della metà della specie umana ovunque sul pianeta e che prendendo coscienza di sé diventano il nuovo proletariato mondiale; non accorgersi di ciò è segno di una alienazione fortissima da parte dei maschi i quali capiscono che si insidia il loro potere e che quindi è bene che passino al patriarcato, anche se significa abbandonare la difesa di chi è oppresso oppure oppressa: pretendere di dichiararsi ciononostante "comunisti" è una vera usurpazione. E per oggi basta. Lidia Menapace |
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