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Piattaforma per il petrolio spunta nel Salento, è giallo |
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Si tinge di giallo l’ultimo scorcio d’estate salentina. In un week-end torrido all’orizzonte dell’Adriatico è apparsa una piattaforma per le ispezioni sismiche in mare. Una struttura enorme, visibile dai numerosi centri della costa leccese, da San Cataldo a Santa Cesarea Terme, e fotografata da curiosi e ambientalisti, tra i quali Stefano Cretì, un cittadino che ha pubblicato la sua foto su facebook e dato il via ad un tam tam allarmato. Da un paese all’altro del Salento, da ore risuona l’interrogativo inquietante: “sono iniziate le ispezioni preliminari alle trivellazioni per la ricerca del petrolio?”. La domanda, per ora, resta senza risposta. Il giallo si infittisce, perché da Roma, nelle ultime settimane, non sono arrivate notizie certe. Le ultime risalgono al 28 luglio scorso, quando pare che il ministero dell’Ambiente abbia dato l’ok ad una serie di ispezioni sismiche preliminari alle trivellazioni. Destinataria dell’autorizzazione sarebbe la Northern petroleum, colosso del settore, già titolare di due permessi di ricerca dell’oro nero nell’Adriatico meridionale e in attesa di risposte per altre sette istanze relative a vaste aree marine antistanti l’intero Tacco d’Italia. Le ispezioni sismiche dovrebbero essere condotte tramite la tecnica dell’air gun, ovvero spari di aria compressa verso i fondali, considerati estremamente dannosi per la vita della flora e fauna marina. Non a caso gli ambientalisti, durante l’estate, hanno lanciato sul web una vasta campagna, con tanto di petizione popolare, per sollecitare il ministero a impedire quello che viene considerato un nuovo possibile scempio, dopo il pericolo scampato delle trivellazioni vicino le Tremiti. Mentre la mobilitazione è ancora in atto, però, davanti le coste salentine si aggira la piattaforma che potrebbe avere già avviato le temute ispezioni. L’enorme struttura, fotografata dalle scogliere di Santa Cesarea e additata da molti bagnanti sulle spiagge adriatiche, in realtà, potrebbe essersi trovata davanti alla costa leccese solo di passaggio. La sua permanenza nello stesso tratto di mare per l’intero week-end, però, lascia supporre che non fosse semplicemente in transito ma che si sia fermata per effettuare qualche attività. Cosa abbia fatto, per ora, resta un mistero. E anche per conto di chi. Perché oltre alla Northern Petroleum, pare che anche la società inglese Spectrum Geo Ltd, poche settimane fa, abbia chiesto al ministero dell’Ambiente di eseguire ispezioni sismiche con la tecnica dell’air gun. Il tratto di mare antistante la Puglia, a quanto pare, fa gola a molti. L’idea delle trivellazioni, però, non piace affatto ai cittadini, che, tramite movimenti e associazioni, hanno già cominciato a fare sentire la loro voce. Un secco no è arrivato, per esempio, dal Movimento Regione Salento e anche il Comitato per la tutela di Porto Miggiano, che si batte contro la cementificazione di Santa Cesarea, ha scatenato una battaglia via etere contro la caccia al petrolio in quel mare che da anni, ormai, sta facendo la fortuna del Salento. Chiara Spagnolo-la repubblica
Dopo gli avvistamenti di piattaforme, l’Assessore alla qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, ha scritto il ministero dell’ambiente per conoscere quali siano, secondo il Ministero stesso, i pareri ambientali allo stato efficaci, inerenti progetti di ricerca di idrocarburi al largo delle coste della regione Puglia. ”In questi giorni-spiega l’assessore- ho acquisito, per il tramite degli uffici, tutti i dati relativi alle valutazioni di compatibilità ambientale ministeriali inerenti i permessi di ricerca idrocarburi dai quali risulterebbero, a parere del ministero, ancora efficaci le autorizzazioni rilasciate alla società Northern Petroleum per i permessi di ricerca denominati d60FR_NP e d61FR-NP, già sospesi dal TAR Lecce dapprima in via cautelare nel 2010 e poi con sentenza di merito nel luglio del 2011, a seguito della proposta impugnativa da parte della Regione Puglia. ”Sarà necessario attendere la risposta del ministero dell’ambiente- continua l’assessore- ma siamo certi che si tratti di una svista, di una mancata comunicazione, atteso, tra l’altro, che la società ha già ripresentato le istanze di richiesta di compatibilità ambientale. ”Abbiamo verificato, inoltre, con il supporto della Capitaneria di porto, che le navi transitate nei giorni scorsi al largo delle coste pugliesi con le trivelle a rimorchio, non erano destinate ai nostri mari, ma a quelli calabresi. ”L’interesse alla ricerca di petrolio nel mare italiano e, in particolare, al largo delle coste pugliesi non è più un mistero e numerose sono le società avanzano proposte in merito. ”Continueremo a vigilare e a sostenere le nostre ragioni di contrarietà per salvaguardare il nostro bene comune, il nostro ambiente, le nostre attività economiche, la nostra gente che sul mare e nel mare pulito prosperano da anni.”
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