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Fmi taglia stime della crescita: per l’Italia nuovo arretramento |
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Il Fondo Monetario Internazionale taglia ancora una volta le stime della crescita mondiale. A meno di un mese dall’ultima versione, in una nuova bozza del World Economic Outlook, il Fmi ha abbassato ulteriormente le previsioni per il Pil mondiale, al 4,0% quest’anno e al 4,2% nel 2012, dal 4,2% e 4,3% delle stime di metà agosto. Arretra in particolare Eurolandia (+1,7% e +1,3% dai precedenti +1,9% +1,4%), ma peggiorano anche i paesi emergenti: +6,5% e +6,2% contro il +6,6% e +6,4%. L’Italia il prossimo anno, dunque, crescerà ancora meno del previsto. Con una crescita del Pil 2011 dello 0,8%, invariata rispetto alle ultime previsioni datate 17 agosto; mentre per il 2012 si aspetta che il Pil avanzi non più dello 0,7% ma dello 0,5%. Nel frattemp i mercati continuano a risentire degli alti e bassi delle ultime manovre. Prosegue a metà seduta il rimbalzo di Piazza Affari. Il Ftse Mib sale del 3,37% a 14.523 punti e il Ftse All Share del 3,17% a 15.393 punti. Di slancio Fiat che sale del 6,54% così come Exor (+6,32%). Sopra il 6% anche Pirelli (+6,16%). Negli assicurativi corre FonSai (+4,54%) e nei bancari Mps (+4,12%). A seguire Unicredit (+3,9%), Intesa SanPaolo (+3,81%). Bpm sale del 3% con il presidente, Massimo Ponzellini e il dg Enzo Chiesa oggi in Bankitalia per sciogliere il nodo sull’aumento di capitale. Tra i pochi titoli deboli Parmalat (-0,91%) e Campari (-1,45%). Fuori dal paniere principale è ben comprata Seat (+2,93%) dopo che è entrata nel vivo la partita per la ristrutturazione del debito da 2,7 miliardi di euro. La Borsa di Tokyo, invece, trova il rimbalzo e si risolleva dai minimi di aprile 2009, terminando gli scambi in rialzo del 2,01%. L’indice Nikkei si attesta quasi ai massimi intraday, a quota 8.763,41, con un progresso di 172,84 punti, sostenuto dagli acquisti sui titoli legati all’export. Il rialzo è legato alla frenata dello yen sul dollaro (salito oltre quota 77), in scia all’iniziativa della Banca nazionale svizzera (Bns) che ieri ha chiarito di "non voler più tollerare un corso inferiore a 1,20 franchi per un euro", promettendo acquisti illimitati per un tasso di cambio sopra la soglia fissata. Rimbalzo anche delle Borse di Asia e Pacifico dopo tre sedute in sofferenza con gli indici che sono tornati sui livelli del 2008. A innescare la ripresa il buon andamento delle quotazioni del rame, salite per la prima volta in cinque giorni. In positivo anche il dollaro australiano, con i dati economici migliori delle stime. L’indice d’area Msci sfiora un rialzo del 3% con il Nikkei che guadagna oltre due punti percentuali: sulla Piazza di Tokyo si segnalano gli acquisti su Nomura (+4,1%), Softbank (+3,9%) e Fuji Heavy Industries (+3,8%. In luce anche gli automobilistici con Mazda (+3,4%) e Suzuki (+3,2%). A Seul (+3,78%) Hyundai guadagna il 3,6% sulle intenzioni del gruppo di aumentare questàanno la propria quota in Europa al 3%, mentre schizza Hynis Semiconductor (+14,7%), spinta dall’export. A Sydney, tra le materie prime, Bhp Billiton sale del 3,6% e Rio Tinto del 3,2 per cento.
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