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Galan attacca Silvio: "Chieda scusa. E il Pdl veneto vuole le sue dimissioni
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Cresce nel Pdl la fronda anti-Silvio. Soprattutto in Veneto, dove amministratori locali e base sono in rivolta contro il premier. Nel mirino la sua vita privata di cui ormai si conosce ogno dettaglio grazie al profluvio di intercettazioni pubblicate sui giornali. Se il ministro Galan lo invita a "chiedere scusa agli italiani offesi dal suo comportamento", altri pidiellini veneti si spingono ancora più il là come il presidente di Veronafiere Ettore Riello, già candidato Pdl alla Camera: "Basta, tutto quello che emerge da questo universo Tarantini e dintorni di nani e ballerine offende profondamente il nostro lavoro e le imprese". Dello stesso tenore le parole del capogruppo comunale Pdl di Vicenza, Maurizio Franzina: "Qui c’è un’Italia che si fa il mazzo per arrivare a fine mese da una parte, e dall’altra uno che dà 20mila euro al mese a Tarantini per i suoi capricci. Emerge un mondo di nani e ballerine. Ma scherziamo? Chi stiamo prendendo in giro? Serve un cambio". Tesi condivisa da altri. "Sento che la gente è stanca - conferma il parlamentare trevigiano Fabio Gava -. C’è voglia di cambiamento da parte di tutti: certo, il Centrosinistra non è un’alternativa credibile e il rapporto con la Lega va riequilibrato, tracciando una strada aperta con l’Udc. Berlusconi? Ha fatto tante cose nuove negli Anni ’90, ha avuto tanti meriti, ma l’impressione è che la sua forza si sia esaurita, dentro questa escalation non positiva. La corte di cui si circonda, poi, non è il massimo per uno che governa l’Italia". L’assessore veronese Vittorio di Dio (sempre Pdl) spiega: "La classe politica deve essere autorevole e moralmente inappuntabile per chiedere dei sacrifici al Paese. Così non possiamo andare avanti. Il Pdl doveva essere il partito degli onesti e tutto questo allontana gli elettori". L’insofferenza dilaga: "Abbiamo superato ogni limite - interviene il consigliere regionale Nereo Laroni -. Berlusconi è stato un leader importante, ma tutti i cicli finiscono. Anzi: il suo è terminato nel momento in cui ha nominato Alfano segretario". "Etica e politica non possono essere divise - gli fa eco il collega Moreno Teso, che è anche segretario cittadino a Venezia -. Ed è chiaro a tutti che qui si è a fine corsa". L’ex presidente della Provincia di Padova Vittorio Casarin è ancora più esplicito: "Faccia un passo indietro, lasci immediatamente. Se lui insiste, ci farà perdere altri consensi. Confidiamo in un suo atto di buon senso. Lasci tutto, faccia spazio a gente come Alfano o Maroni". E ancora: "Chi ha una coscienza civile, vive male questo momento, per due motivi - prosegue Casarin -. Innanzitutto queste vicende iniziano a stancare: è vero che c’è una vita privata, ma quando questa lede l’immagine di un partito, non è più privata. In secondo luogo, è venuto meno il patto con gli elettori: non si è riformata la giustizia come si chiedeva, non c’è stata una manovra vera, si aspetta ancora una nuova legge elettorale. Insomma, troppe cose".
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