Tremonti inciucia con Prodi e Fini. Tutti insieme per i 30 anni di Nomisma
 











Ministro Giulio Tremonti

Tutti insieme appassionatamente. Giuliano Tremonti, Romano Prodi e Gianfranco Fini insieme a celebrare il trentennale di Nomisma (in greco "valore reale delle cose", il centro studi economico che ha dato i natali politici al Professore. Appuntamento il 18 ottobre in San Domenico, Bologna con tre pesi massimi della politica italiana.
Romano Prodi, a differenza del 2006, quando si celebravano i 25 anni, sarà un ospite d’onore. Lui che ha intrecciato la sua vita e attività con il centro studi di Strada Maggiore, a pochi metri di distanza dall’altro noto ritrovo intellettuale, Il Mulino, che il Professore ha guidato a metà degli anni Settanta. D’altra parte cinque anni fa Prodi era presidente del Consiglio e non voleva alimentare polemiche come quelle nate sul coinvolgimento di Nomisma nell’affare Mitrokhin.
Eppure Nomisma, come spiegava nell’ottobre 2006 l’ex direttore generale Massimo Ponzellini "è una grande scopritrice di talenti, ha creato
carriere come nessun altro centro studi e nemmeno una di queste persone è stata coinvolta in scandali o ha subito condanne". Qualche nome? Paolo De Castro e Giulio Santagata, consiglieri economici e poi ministri, Fabio Gobbo, sottosegretatio alla Presidenza e Angelo Rovati, tutti poi nella squadra del Prodi politico. Ma anche Alberto Clò, ministro dell’industria del governo Dini e il commercialista Pietro Gnudi passato da Eni, Iri ed Enel. Quella che è diventata una delle principali società italiane di studi economici deve molto al Professore.
A Prodi fu affidata l’organizzazione scientifica del lavoro di ricerca subito dopo la fondazione di Nomisma, nel 1981, da Nerio Nesi e Francesco Bignardi, ai tempi ai vertici della Bnl. L’ex Presidente del Consiglio lasciò la guida dell’istituto nel 1995, prima delle elezioni che lo portarono per la prima volta a Palazzo Chigi.
Oggi, secondo l’attuale presidente Pietro Modiano, l’autore della proposta di patrimoniale per abbattere il debito
pubblico che ha fatto e fa molto discutere, "Nomisma è un’occasione per il Paese, che ha bisogno di luoghi in cui le competenze si uniscano, si aprano alle novità e che ciò si traduca in azioni per le imprese".
Il tema delle celebrazioni del trentennale su cui saranno chiamati a discorrere Prodi, Tremonti e Fini è "Verso un nuovo equilibrio mondiale". L’onere di rompere il ghiaccio tocca al ministro dell’Economia che parla di equilibrio economico e monetario con Marcello De Cecco, economista della Luiss e della Normale di Pisa, e con Gian Maria Gros Pietro, presidente del comitato scientifico di Nomisma. Nel pomeriggio tete à tete tra Prodi e il presidente della Camera alla tavola rotonda su Italia e Mediterraneo, alla quale parteciperanno anche il segretario generale degli Affari esteri Giampiero Massolo e il generale Giuseppe Cucchi che coordina l’osservatorio scenari strategici di Nomisma.
Inoltre,"la crisi ha oramai epicentro in Europa, gira intorno ai rischi sovrani e da
ultimo si vede anche nelle banche". E’ quanto ha affermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti al termine del vertice Ecofin. "Con il pareggio bilancio noi abbiamo la tenuta conti anche in assenza di crescita, è meglio avere la crescita certo, ma il pareggio è una sicurezza". "Tutti gli sforzi" dei paesi europei sono "tesi a evitare il default" della Grecia ha aggiunto. Per quali ragioni lo spread dei titoli di Stato spagnoli con i bund tedeschi è minore di quello dei Bot italiani?  "Ci sono varianti diverse", sottolinea il ministro, ma che "nel caso della Spagna potrebbe dipendere dall’annuncio di elezioni anticipate (dato dal premier José Luis Zapatero, ndr) e dalle prospettive di un nuovo governo".
"Questa è la posizione dei capi di stato e di governo" dell’Europa.  L’Europa  - ha sottolineato lo stesso Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia - "ha fatto molte cose" per rispondere alla crisi e ora "bisogna avere un po’ di pazienza".  "Il
lavoro che è stato fatto per creare nuove istituzioni è enorme: bisogna avere un po’ di pazienza", ha sottolineato citando, tra l’altro, quanto ha fatto in materia di vigilanza europea e il nuovo Fondo salva Stati. "Si tratta di un processo che richiede tempo, per questo parlo di una tregua", ha aggiunto Saccomanni. Finora il G20 "ha fallito" nel rassicurare i mercati ma ora deve adottare un’agenda "credibile" che preveda una forte sorveglianza multilaterale gestita dal Fmi, l’attuazione della riforma della regolamentazione dell’Fsb e la chiusura del Doha Round, ha concluso Saccomanni.