Argentina, rieletta a furor di popolo Cristina Fernandez
 











Cristina Fernandez

La presidente uscente dell’Argentina, Cristina Fernandez (centrosinistra), è stata rieletta con percentuali da record nelle elezioni di ieri. Con il 96% delle sezioni scrutinate, Fernandez ha almeno il 54%, 36 punti percentuali in più del suo più vicino contendente, il candidato socialista Hermes Binner. Nessun leader argentino ha riportato un simile risultato elettorale da quando, nel 1973, il generale Juan Domingo Peron fu rieletto al terzo mandato col 62%. Decine di migliaia di sostenitori sono scesi in piazza per festeggiare la vittoria di Fernandez, tra fuochi d’artificio, bandiere con l’effige di Evita Peron e il risuonare di canzoni peroniste di fronte al palazzo presidenziale di Buenos Aires, la Casa Rosada. "Se uno qualunque di noi avesse detto che sarebbe stato possibile, due anni fa, ci avrebbero detto che eravamo pazzi", ha detto emozionata e in lacrime Fernandez, 58 anni, parlando ai sostenitori. "Potete contare su di me per andare avanti su questo progetto di migliorare la vita di 40 milioni di argentini". Le dimensioni della vittoria di Fernandez le assegnano un forte mandato per continuare a portare avanti le politiche economiche non convenzionali che hanno convinto gli elettori irritando però investitori e agricoltori. Una generosa spesa sociale per aumentare la copertura delle pensioni e gli assegni familiari le hanno fatto guadagnare una base fedele di elettori. I risultati del voto di ieri rappresentano un significativo cambiamento di sorte per una leader che per alcuni avrebbe dovuto dimettersi in anticipo dal mandato per le proteste di agricoltori e classe media, dopo che la sua popolarità era apparsa in forte calo subito dopo la prima elezione. Un anno fa, alla morte del marito e predecessore alla presidenza, Nestor Kirchner, furono in molti a pensare che fosse la fine dell’originale mix di intervento statale, retorica nazionalista e difesa dei diritti umani praticato dalla coppia. Invece, la sua morte scatenò un’ondata di nostalgia per i migliori anni della presidenza Kirchner, durata dal 2003 al 2007, e la simpatia per una donna che improvvisamente sembrava più apprezzabile. Un’opposizione frantumata e una rapida crescita economica hanno aiutato Fernandez a trasformare quella simpatia in un solido sostegno elettorale. Nonostante un’inflazione a due cifre e altri segnali di tensione mentre le condizioni economiche globali peggiorano, l’economia argentina cresce dell’8% l’anno e il paese ha riguadagnato almeno una parte del suo titolo di "paniere del mondo", con l’aumento dei raccolti. La disoccupazione è ai minimi da 20 anni. Reuters