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Ancora un bell’esempio musicale da Caiazzo
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di Rosario Ruggiero
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Anche estremamente differente l’arte dei suoni nei diversi luoghi della terra, nelle diverse epoche della storia, nelle varie finalità alle quali può essere destinata, la musica orientale risultando tanto diversa da quella occidentale, quella rinascimentale da quella romantica, una danza da un’aria d’opera o un da brano liturgico. Tre coordinate quindi, luogo, tempo e finalità, che possono individuare precisi mondi sonori e loro specifiche atmosfere emozionali, come i meridiani ed i paralleli terrestri e lo stesso tempo, se si è attrezzati di opportuni documenti, individuano precisi luoghi geografici con tutto il loro fascino paesaggistico e culturale, il delizioso paesino montano come l’isoletta sperduta in pieno oceano, l’antica Creta come la moderna New York. Scegliendo allora musica vocale sacra dell’Europa medioevale, ecco venire fuori il canto gregoriano con tutti i suoi precipui stilemi e la sua coinvolgente suggestione intima, semplice, austera, trascendente. Favorita dalla possibilità per i cristiani, dopo l’editto di Milano del 313 d. C., di professare liberamente la propria fede, la musica liturgica si andò via via sviluppando nelle quattro diramazioni del canto gallicano in Francia, mozarabico in Spagna, ambrosiano a Milano e gregoriano a Roma. In particolare quest’ultimo, monodico e fortemente attento alla parola cantata, impostato su procedimenti tecnici dissimili da quelli attuali, suona alle nostre orecchie, seppur inconsueto, sempre ricco di affascinanti suggestioni ascetiche. A riportarcene oggi tutta la sua malia, gruppi corali specialistici. Tra questi, il coro “Laudate Dominum” della città di Caiazzo, presso Caserta, attivo da ben quindici anni in questa ammirevole opera dalla duplice valenza, mistica e culturale, che lo ha portato ad esibirsi in occasioni ecclesiastiche e laiche, in Italia e per il mondo. Proprio dell’anno scorso il convegno caiatino organizzato da questa formazione musicale, che ha avuto una nutrita partecipazione di esperti e la produzione di un libro contenente gli atti dell’iniziativa, volume presentato proprio in questi giorni nell’auditorium Chiesa della Santissima Annunziata del piccolo centro casertano. Ma quali le virtù dell’istituzione di un coro specializzato in una forma di canto così antica e specifica? Molteplici ed importanti. Innanzitutto, per i coristi, la gradevole opportunità di aggregazione e socializzazione motivata da un obiettivo comune, la possibilità quindi di viaggiare, e non da semplici turisti, visitare e conoscere luoghi e monumenti, ma pure l’encomiabile contributo dato alla sopravvivenza ed alla divulgazione di un repertorio importante per arte, storia e religione, l’avvicinamento alla musica autenticamente praticata di molti profani in collaborazione sinergica con musicisti di più attenta formazione, la sensibilizzazione quindi dei vari tecnici, cantanti, compositori e direttori di coro, ad un esempio espressivo del passato sicuramente ancora fecondo di insegnamenti. Non certo ultima la possibilità di valorizzazione di un territorio, sicché diviene più che spontaneo il suggerimento e l’augurio che una località amena come Caiazzo, recente istitutrice di un concorso lirico internazionale come il Premio “Ponselle” che alla sua prima edizione ha saputo dare tanto bella prova di sé, sappia con questa sua meritoria attenzione vocale, segnalarsi sempre più al resto del mondo per il valore della sua offerta artistica, semmai proprio inglobando, all’interno del suo concorso canoro, una bella ed ampia rassegna corale che, non trascurando le più varie tradizioni, dalla polifonia agli oratori alla migliore produzione cameristica e sinfonica di tutti i tempi, riservi un posto opportunamente degno a questa antichissima forma di vocalità la quale non mancherebbe sicuramente di attirare e generare grati cultori.
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