UNA NUOVA -FORZA- A SINISTRA
 







di Antonio Massari




Ieri è arrivata la risposta al Partito democratico. Una costituente ad autunno, una struttura federale, un'organizzazione ispirata al sindacato. Il nuovo soggetto della sinistra potrebbe nascere presto, con Rifondazione, parte dei Ds e altre associazioni. E se non possiamo stabilire con certezza la data di nascita, di certo ieri hanno messo le basi perché il nuovo soggetto veda la luce: c'erano oltre 200 persone nel borgo medioevale di Pitignano, in provincia di Orvieto, impegnate a discutere i fondamenti di questo progetto politico.
Se la corsa di Ds e Margherita verso il Partito democratico, almeno finora, si è incentrata sul contenitore più che sul contenuto, ieri i protagonisti del nuovo soggetto di sinistra hanno percorso la strada opposta. Non a caso il convegno si titolava: «Il problema dei fondamenti». E i fondamenti sono risultati chiari: «pace, lavoro e libertà». Tre parole d'ordine sulle quali hanno discusso tre componenti di peso
nella sinistra non riformista, e cioè «Uniti a sinistra», «Rossoverde» e «Asinistra.it». E non solo loro.
E' intervenuto il segretario del Prc Franco Giordano, che ha mostrato grande apertura verso il progetto: «E' una grande sfida culturale al partito democratico - ha detto Giordano - e Rifondazione Comunista, pur mantenendo la sua autonomia politica e organizzativa, vuole mettere a disposizione tutto il suo percorso politico, perché questa nuova soggettività politica possa nascere». Giordano aggiunge: «Il punto è capire su quali basi culturali ci appoggiamo: dobbiamo ancorarci al mondo del lavoro, alle nuove contraddizioni che toccano l'ambiente, la questione di genere, la pace e la guerra. Non possiamo correre il rischio di trasformare la sinistra in una cittadella autoreferenziale. Purtroppo in questi anni abbiamo assistito a un impoverimento culturale, a una espulsione del conflitto sociale dalla politica. Occorre una ripresa della tematica marxiana. Perché qualche subalternità
al neoliberismo, nel centrosinistra, esiste».
Insomma Rifondazione apre i suoi cancelli, e quelli del progetto di Sinistra europea, che da ieri può iniziare a camminare a due gambe. Il senatore diessino Cesare Salvi, della corrente «Socialismo 2000», aveva annunciato immediatamente che non avrebbe mai aderito al Partito democratico, e che si sarebbe impegnato per la nascita di un nuovo soggetto di matrice socialista. Infatti ieri era presente all'appuntamento e ha subito afferrato il messaggio di Giordano: «Non posso che esprimere grande apprezzamento per le parole di Franco Giordano: è un primo passo importantissimo», ha dichiarato. «Il dibattito sul Partito democratico è simile a un vuoto pneumatico ed è un progetto al quale dico no senza se e senza ma», ha aggiunto. «Invece noi abbiamo bisogno di dare uno scarto culturale e politico. Siamo dinanzi a un momento complesso: il risultato elettorale, come è evidente, si è dimostrato inferiore alle aspettative. IL governo ha dei
problemi: pace, lavoro, lotta al precariato. Sembra che l'abolizione della legge 30 sia improvvisamente scomparsa dall'agenda politica. Abbiamo bisogno di riflettere, di capire perché stia accadendo questo».
Soddisfatto del primo incontro anche Pietro Folena, indipendente di Rifondazione ed esponente di «Uniti a sinistra»: «Quella di oggi è stata un'ottima giornata: la piattaforma offertaci da Aldo Tortorella (presidente di Arsinistra.it, ndr) è stata un'ottima base. In più c'è una novità: l'apertura di Franco Giordano, con Sinistra europea che si mette in gioco».
Quindi il nuovo soggetto politico della sinistra è davvero in vista? «Credo che la costituente di sinistra europea, prevista per l'autunno e sollecitata da Giordano, possa essere l'occasione giusta per la costituzione di questo nuovo soggetto politico», dice Folena. Che aggiunge: «Oggi abbiamo cercato di delinearne i fondamenti ideali e nella seconda giornata del convegno avremo modo di approfondire ancora. Penso che
questo soggetto possa essere federativo, con una larga rappresentanza nei territori, come moderne case del popolo».da Il Manifesto