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Editoria, confermato taglio di 75 milioni |
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In commissione Bilancio del Senato la maggioranza ha bocciato l’emendamento sul fondo dell’editoria, che proponeva il ripristino dei 75 milioni tagliati nella manovra di agosto. Lo rende noto l’opposizione, spiegando che la decisione di oggi rischia "di chiudere 100 testate della carta stampata". E’ un fatto "grave, gravissimo, drammatico". Lo affermano i senatori Pd Luigi Lusi, Vidmer Mercatali e Vincenzo Vita. "Questa mattina - raccontano - governo e maggioranza, senza nemmeno un emotivo scuotimento delle sopracciglia, hanno bocciato l’emendamento sul Fondo dell’Editoria alla tabella 2 del bilancio di previsione". Anche se la maggioranza è "ormai al termine", dunque, "non si vergogna di tenere ben viva e prepotente la televisione generalista", portando le testate cartacee verso la chiusura. "La modifica - aggiungono i democratici - voleva semplicemente ripristinare i 75 milioni di euro tagliati nella manovra di agosto, a bilanci aziendali già fatti. Prossimo round ddl stabilità. Tuttavia, non sappiamo quale testo sarà realmente presentato. Ciò che ci amareggia particolarmente è che le bellissime parole del presidente della Repubblica sul tema dell’editoria siano state rapidamente rimosse". Anche per la Cgil la decisione di oggi "è assolutamente vergognosa". Lo dichiara il segretario confederale, Fulvio Fammoni. "Evidentemente – commenta – questa maggioranza di un governo che ormai ha fatto la sua storia non tollera l’espressione del libero pensiero e impone i tagli all’editoria come grimaldello per chiudere giornali e testate scomode". "Ma questa decisione – secondo il sindacalista - metterà ancora più in crisi cento testate e a rischio quattromila posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e indotto e che sono l’ossatura di una fetta rilevante di lettori di testate di partito, cooperative, non profit e di idee. La decisione di stamani - conclude - ha un valore anche più generale: questo governo è intollerante all’informazione democratica e anche per questo deve andare a casa al più presto".
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