Made in Valsusa, la scelta etica di oltre cento imprenditori
 











Centosessanta adesioni tra imprenditori locali e "semplici" lavoratori autonomi. Questo il biglietto da visita con il quale, venerdì sera (ore 20,45) nella sala consiliare di Bussoleno, si presenterà Etinomia/Made in Valsusa, associazione di imprenditori -etici per la difesa dei beni comuni-. Ci sono ristoratori, albergatori, fornitori di servizi per il turismo, agricoltori -ma anche idraulici, falegnami, piccoli artigiani- ricorda Giancarlo Bolzanin, una delle voci della nuova associazione, che precisa essere -semplicemente un cittadino impegnato a difesa della mia valle-. Alle tante realtà resistenti contro la grande opera, quindi, da venerdì si aggiungerà anche questa associazione che riunisce -e rappresenterà - spiega Giancarlo - sia le imprese sia le partite Iva- che, opponendosi alla Tav, hanno deciso di lanciare una vera e propria -sfida al concetto secondo cui il lavoro debba sottostare a condizioni immorali e ai ricatti del potere per il quale se vuoi lavorare, devi accettare di tradire la tua comunità e la tua terra-. Questi 160 imprenditori che non accettano di tradire la loro gente si sono riuniti per mesi nei vari presidi "No Tav" per stilare un Manifesto Etico di adesione a Etinomia che si batterà «per proporre un’alternativa "morale" al tradizionale modello di sviluppo». Vuoi perché - essendo cittadini valsusini - non possono che lottare contro l’idea che "la velocità è progresso", ma soprattutto perché - da imprenditori valsusini - "non possiamo accettare il principio per il quale qualsiasi lavoro è buono e giustificato". Ma Etinomia non vuole essere un’associazione "confinata" nel movimento No Tav. "Siamo nati all’interno del presidio alla Maddalena di Chiomonte ma vogliamo proporci anche al di fuori della valle, a persone e imprenditori che hanno un’altra visione del mondo, dell’economia, del concetto di sviluppo". Ma in fondo è proprio questo il senso di chi, in Val di Susa, si sente "No Tav dentro": -Con questo progetto vogliamo dimostrare che ogni comunità può trovare la propria identità puntando a uno sviluppo del "micro", del proprio territorio, senza per questo piegarsi ai grandi progetti-. Dopo la presentazione dell’associazione, sarà il momento della rete: -Stiamo per dar vita a un sito internet per farci conoscere al di fuori della valle, per permettere a chiunque di acquistare i nostri prodotti e servizi "resistenti"-. Quindi sarà il momento dei gruppi di lavoro che verranno divisi per categorie di aderenti: agricoltori, commercianti, industriali… per iniziare progetti e collaborazioni con le amministrazioni locali volte sia al rilancio del territorio che al suo recupero, con un occhio particolare alle borgate abbandonate, alle aree urbane svuotate di abitanti. -Sviluppare "dal basso" la nostra terra, mettere in sicurezza il territorio e, ora che si sta assistendo a un "ritorno alle campagne", bloccare nuove costruzioni per recuperare l’esistente-. Entrando nello specifico del Manifesto Etico di Etinomia si comprende come questi imprenditori, agricoltori, commercianti, artigiani, -cittadini-, si propongono come obiettivo centrale -quello di condurre le proprie imprese nell’ottica della tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio e del tessuto sociale con particolare attenzione all’ambiente e alla cultura locali-. Per rendere possibile questo obiettivo, c’è un solo modo di agire: -Restituire centralità al ruolo del territorio- dove il concetto di territorio è da intendersi come -relazione consapevole tra una porzione di terra e la comunità che la abita-. Un concetto, questo, assolutamente antitetico a qualsiasi Grande Opera. Oltre alla difesa della Valsusa, Etinomia ha anche un obiettivo "nazionale": -Creare un movimento di imprenditori a difesa dei territori, e far sì che la Valle venga vista dagli imprenditori "di fuori" non come un luogo dove un certo numero di persone si oppone a un’opera infrastrutturale, ma come una comunità che vuole proporre un diverso modello di sviluppo, alternativo a quello che ha fatto precipitare l’Italia in una crisi di sistema.-Daniele Nalbone