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CARUSO RIAPRE LA LOTTA NO-CPT |
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di Cinzia Gubbini
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Quando l'onorevole Francesco Caruso ha comunicato al funzionario di polizia l'intenzione di passare la notte nel centro di permanenza temporanea di Crotone «per riaprire una mobilitazione nel paese sulla chiusura di queste galere», quello si è passato la mano in fronte, ed è sbiancato. Ma il deputato di Rifondazione Comunista, ex leader disobbediente, non ha fatto una piega. Ieri sera sedeva alla mensa del cpt: «Andrò avanti finché dal governo Prodi non verrà un segnale concreto su questi "buchi neri", di cui denunciamo l'illegalità da anni». Il cpt di Crotone - dove c'è anche un centro di prima accoglienza - è il più grande d'Europa, oggetto di frequenti inchieste della magistratura, che hanno messo in luce strani intrecci tra il cpt e i criminali che sfruttano gli immigrati. Si riapre così la protesta contro i centri di permanenza temporanea, delicatissimo punto di disaccordo all'interno della maggioranza di governo. E scoppia proprio nel giorno in cui, non lontano dal cpt di Crotone, in quello di Lamezia Terme, un detenuto si è suicidato: Alexander Nikolov, cittadino bulgaro di 40 anni. Il primo gennaio Alexander sarebbe diventato cittadino europeo, ma la legge non fa sconti, neanche di venti giorni. Era arrivato a Lamezia per essere espulso dieci giorni fa, trasferito dal carcere di Palermo, e in attesa di un processo per droga. Si racconta che fosse molto teso, fumava tre pacchetti di sigarette al giorno: il suo terrore, non si sa per quale motivo, era tornare nel carcere di Palermo. Poi la decisione di togliersi la vita, l'altra notte, intorno alle quattro. Ha provato a impiccarsi due volte, dalla tromba delle scale. Il primo tentativo è andato fallito, il laccio era troppo debole. Ne ha allora trovato un altro più resistente, e si è buttato. A raggiungere il cpt di Lamezia Terme, nel pomeriggio di ieri, è stata la neosenatrice di Rifondazione Haidi Giuliani, mamma di Carlo, ucciso al G8 di Genova. Aveva affiancato Caruso nella protesta a Crotone, ma si è precipitata a Lamezia, dove i detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame: «Disapprovo e trovo incivili questi luoghi - ha detto - Certi problemi vanno risolti all'origine, non incarcerando persone che fuggono da situazioni di fame e disperazione in mancanza di qualsiasi futuro». Le stesse motivazioni che hanno spinto un centinaio di persone delle Reti antirazziste a presidiare per tutta la giornata di ieri il cpt di Crotone, dove si è «autorecluso» il deputato del Prc. I militanti hanno bloccato la statale 106 a singhiozzo per tutto il pomeriggio, distribuendo volantini. Ma hanno anche improvvisato un «campeggio» di fronte alle porte del centro, con tende e un fuoco per scaldarsi: sono rimasti lì tutta la notte. L'idea è di proseguire la protesta almeno fino a lunedì quando a Caserta è prevista una manifestazione per i diritti dei richiedenti asilo. Per stamattina alle 11 è stata convocata una conferenza stampa e un'assemblea. Una volta tanto, sembra che l'azione del deputato-disobbediente non abbia irritato i vertici di Rifondazione. «Finalmente hai fatto una cosa seria», gli avrebbe riferito scherzando un membro della segreteria. «Sul programma dell'Unione c'è scritto che bisogna superare questi posti. E per me superare vuol dire chiudere», sottolinea Caruso. Che intanto ha raccolto le storie dei detenuti «nel cpt ci sono afghani, iracheni. Noi portiamo la guerra a casa loro, e poi non gli offriamo neanche una protezione». L'impresa di Caruso ha subito scatenato un pandemonio politico. La maggioranza si spacca: «piena solidarietà» arriva dal verde Paolo Cento e dal capogruppo del Prc al senato Giovanni Russo Spena. Pino Sgobio del Pdci chiede di «chiudere i cpt». L'attivissima Margherita, invece, ci tiene a far sapere di essere assolutamente contraria alla chiusura. Mentre una dura reprimenda alla «sciocca sfida alle istituzioni», arriva dal capogruppo alla camera dell'Italia dei Valori, Massimo Donadi. Silenzio tombale dai Ds. La destra gongola: «Si sono chiusi nel cpt? Che ci restino», commenta Maurizio Gasparri di An. Mentre per l'Udc «il governo è ostaggio degli estremisti».da Il manifesto |
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