San Raffaele, fondatore Don Verzé si autosospende da presidente Cda
 











Don Luigi Verzé si è autosospeso dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, con una lettera indirizzata al vicepresidente, Giuseppe Profiti. E’ quanto apprende l’Adnkronos dallo stesso Cda, che ha appena concluso la sua seduta. Don Verzé ha comunicato dunque che non parteciperà più ai lavori del consiglio per meglio consentire il rilancio dell’Irccs da lui fondato, manifestando, in questo modo, piena fiducia nell’attuale board.
Il Cda ha inoltre preso atto del ristabilirsi dei rapporti con l’università Vita-Salute, dopo alcune incomprensioni che hanno portato all’uscita dallo stesso Cda di Massimo Clementi, preside della facoltà di Medicina dell’Ateneo. Un avvicinamento che porterà, in condizione di reciprocità, alla comune definizione dei rapporti tanto istituzionali quanto dei rispettivi programmi di sviluppo.
Conferma intanto l’interesse per l’Istituto l’imprenditore
della sanità privata Giuseppe Rotelli. Il presidente del gruppo ospedaliero San Donato ha avanzato una "richiesta di accesso ai dati" della Fondazione. Un atto che "testimonia la validità del San Raffaele come eccellenza clinica e come valore attuale e futuro".
La manifestazione di interesse da parte di Rotelli si aggiunge a quella della famiglia Rocca che controlla il gruppo Humanitas. Un’attenzione che "conferma il primato scientifico e il valore economico" dell’Irccs di via Olgettina e "testimonia la giustezza del salvataggio iniziato da Ior e Malacalza" che per il rilancio dell’Istituto hanno messo in campo 250 milioni di euro.
C’è un filo rosso, neanche poi così sottile, che tiene assieme il crack dell’ospedale San Raffaele di Milano, la regione Lombardia con il suo presidente Roberto Formigoni e la potente lobby di Cl. Se lo si segue si arriva sulle sponde dell’Adriatico, a Rimini, in agosto, quando i turisti si godono le vacanze estive e i ciellini accorrono da tutta
Italia a prestare il loro contribuito gratuito per la gloria del Meeting per l’amicizia fra i popoli.
Nella bufera che ha scoperchiato la presunta società a delinquere che avrebbe messo in piedi da don Luigi Verzè con l’orchestrazione del suo braccio destro Mario Cal, il manager che si è suicidato lo scorso 18 luglio, non c’era posto solo per le tangenti, ma anche per le sponsorizzazioni ed è così che si è arrivati a Fernando Lora della Progetti Srl e al Meeting riminese.
A far luce sulla vicenda è l’indagine della procura di Milano: i fornitori che avevano a che fare con Don Verzè e Cal dovevano restituire in nero una parte dei soldi ricevuti. Accettare il sistema significava ricevere nuove commesse e dunque lavorare, un sistema blindato che proteggeva anche dai contraccolpi nefasti della crisi, almeno fintantoché è durato.
Lorna, sentito dal pm della procura di Milano Luigi Orsi, ha detto che gli è stato chiesto più volte dai vertici del San Raffaele di fornire un suo
sostegno economico per la realizzazione della kermesse ciellina.
“Tra il 2002 e il 2003 –ha dichiarato- la Progetti srl ha finanziato il Meeting di Rimini per totali 200 mila euro. Si è trattato di dar seguito a un esplicito invito di Mario Cal, il quale mi ha detto che così operando ne avrebbe comunque tratto beneficio”. “Io acconsentii a tali richieste – ha aggiunto l’imprenditore – per 216.000 euro e la mia società ebbe modo di esporre la cartellonistica con il logo aziendale e comparve tra gli sponsor della manifestazione”.
Un’offerta che non si poteva rifiutare, quella di don Verzé. Se Lora non avesse accettato il potente don “avrebbe dovuto rivolgersi a qualcun altro perché considerato non più collaborativo nell’elargizione delle stecche”. D’altronde, come ebbe a giustificare Cal occorreva “mandare avanti la baracca”.
La Progetti Srl di Lora si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione degli impianti industriali. Nel profilo aziendale pubblicato sul sito
si legge, che “nel settore ospedaliero Progetti è partner storico dell’istituto San Raffaele di Milano”.
Si spiega inoltre che la società ha numerosi “interlocutori con i quali il team lavora fianco a fianco favorendo lo sviluppo di relazioni che si basano sulla stima reciproca, per andare oltre i tradizionali rapporti di lavoro”.
E oltre è andato sicuramente il patron Fernando Lorna, in una relazione pericolosa intessuta con il prete manager.
Navigando sul sito della Progetti si scopre anche che l’azienda ha base in Italia a Milano e progetti avviati in Spagna, Messico e India. Nel capoluogo lombardo sono presenti due delle sedi italiane, una delle quali si trova in via dell’Olgettina 60, vicino al civico 65, la palazzina delle ragazze del bunga bunga.
Chiamata direttamente in causa dalle dichiarazioni di Lora la fondazione del Meeting ciellino di Rimini ha chiarito la sua posizione. “La Progetti Srl è una delle società che in questi anni hanno investito in comunicazione e
promozione nella nostra manifestazione. Il rapporto con l’imprenditore Fernando Lora e con la sua società è stato un puro rapporto di natura commerciale, svoltosi e documentato nella massima trasparenza e regolarità”.
Si chiama fuori da ogni ulteriore implicazione Cl, dichiarando la sua estraneità ai fatti e aggiungendo “non sapevamo e non sappiamo se ci fosse dell’altro tra Fernando Lora e il San Raffaele”.
Il fondatore del San Raffaele intanto è indagato per la bancarotta, conseguente al crack finanziario che ha visto il colosso ospedaliero milanese debitore per 1,5 miliardi di euro. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata all’ appropriazione indebita, alla frode fiscale, alla distrazione di beni e al riciclaggio.
Occorrerà aspettare la prosecuzione delle indagini per chiarire una trama di collusioni che sembra riservar ancora nuove rivelazioni.