Emissioni diossina Ilva, Vendola: a Taranto abbiamo voltato pagina
Diossina=morte..."non è vero ciò che dice Vendola"
 











“Nel pieno di una drammatica crisi economico-finanziaria come quella stiamo vivendo, noi abbiamo avuto il coraggio di imporre ad uno dei più importanti gruppi industriali d’Europa, investimenti importanti per ambientalizzare i propri apparati produttivi. Quello che abbiamo fatto sulla diossina a Taranto non ha comparazioni in nessuna altra parte del mondo”.
Ha commentato così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola i dati assolutamente positivi presentati questa mattina in conferenza stampa, insieme all’Assessore Lorenzo Nicastro e al Direttore generale dell’Arpa Giorgio Assennato, sul monitoraggio delle diossine emesse dagli impianti di agglomerazione all’ILVA di Taranto.
“Soltanto la malafede – ha detto Vendola – può impedire di vedere il dato storico che presentiamo oggi. È il risultato di una legge che abbiamo voluto, ma che è stata molto contrastata, perchè sfuggiva alla logica di chi dice che bisogna o scegliere le ragioni del
lavoro, o preferire la causa dell’ambiente, o militare per il diritto al reddito o militare per il diritto alla salute; in un’antica contrapposizione ideologica tra un ambientalismo che non vede il tema dell’occupazione, della crescita e dello sviluppo economico e un industrialismo cieco che non vede i problemi dell’impatto ambientale e sanitario”.
Sino al 1994, erano funzionanti due impianti di agglomerazione, AGL1 e AGL2, con emissione annua stimata di diossine di circa 800 grammi. Nel 2008 è stata approvatala legge regionale n. 44 sulle diossine che ha fissato il limite entro dicembre 2010 di 0.4 ngTEQ/Nm3.
“Si può cambiare la fabbrica? Questo è il tema – ha continuato Vendola – che abbiamo posto al Gruppo Riva. Noi abbiamo risposto che si deve cambiare la fabbrica. Abbiamo così costruito un percorso epocale, prima proponendo i cento punti qualificanti che dovevano, a nostro giudizio, ispirare la riscrittura del piano industriale, e poi approvando con coraggio quella legge che
in due anni imponeva all’Ilva di portare le emissioni di diossina da 8-9 ng/Nm3 a 0,4ng/Nm3”.
I risultati dei rilevamenti parlano chiaro: i valori medi misurati nel corso del 2011 sono nettamente più bassi dei limiti inferiori dei range indicati nel documento europeo sulle migliori tecniche disponibili (0.5 ng/Nm3) e consentono di considerare risolti i problemi ambientali dovuti alle attuali emissioni della principale sorgente di diossine a Taranto.
“È un risultato di straordinaria importanza – ha continuato Vendola – che ci consente oggi di poter dire non soltanto che abbiamo voltato pagina, ma che abbiamo raggiunto l’obiettivo che era dentro la legge. Lo abbiamo fatto ignorando le fumisterie polemiche che vedono nella città di Taranto dei professionisti particolarmente virtuosi, preferendo guardare gli interessi dei cittadini di Taranto e di tutti i pugliesi”.
“A chi chiede conto del fatto – ha concluso Vendola – che oggi ci saranno comunque conseguenze per la salute dei
cittadini a causa delle diossine, vorrei dire che il beneficio che abbiamo introdotto con l’ambientalizzazione degli apparati produttivi dell’Ilva non riguarda il passato, ma il presente e il futuro della città: da oggi non avremo più quella enorme quantità di veleno che per decenni e decenni è stata buttata fuori dai camini dell’Ilva. Tuttavia, con questa legge non abbiamo bonificato il territorio. Se prima non vengono rimosse le sorgenti attuali di inquinamento è difficile pensare ad una bonifica del territorio. Le bonifiche fanno parte di un’altra partita che noi abbiamo aperto su Brindisi e Taranto e che abbiamo parzialmente chiuso su Manfredonia, passando in quel caso, da un’emergenza ad un’eccellenza.
I risultati che presentiamo oggi sanano i nostri conti con il futuro, mentre i conti con il passato vanno risanati con un’altra prospettiva che è quella di avere le risorse sufficienti per fare la bonifica integrale del sito inquinato di interesse nazionale di Taranto”.
Anche
secondo l’Assessore Regionale all’Ecologia Lorenzo Nicastro “ i dati che presentiamo oggi consegnano finalmente alla città di Taranto una prospettiva di sviluppo che sappia coniugare ambiente e crescita economica”.

Diossina=morte..."non è vero ciò che dice Vendola"
“E’ stato fatto solo un passo avanti”. Nota del Consigliere regionale de l’Italia dei valori, Patrizio Mazza in merito alle dichiarazioni del Presidente Vendola circa le emissioni di diossina Ilva.
“Che la legge regionale antidiossina sia stato un passo avanti per la regione Puglia per incidere nel controllo delle emissioni inquinanti, delle sole diossine, non vi è dubbio; ma da qui a dire che l’industria pesante è diventata ormai ecocompatibile e conseguentemente accettabile per un progetto di sviluppo futuro sostenibile a favore delle nuove generazioni ce ne passa! Accade che a Taranto vengono diagnosticati tumori devastanti ed inusuali proprio per l’età in cui si manifestano,
come quello da me conosciuto di una ragazza di poco più di 30 anni, che abita ai Tamburi, ammalatasi di una grave forma di mieloma, che scientificamente si riscontra quasi esclusivamente nella terza età. Accade che, sebbene anche il fratello abbia manifestato tale malattia morendo a soli 48 anni, posso permettermi di affermare che non si può certo parlare di famigliarità della malattia visto e considerato che i relativi genitori sono vivi e vegeti. Accade, quindi, che il nocciolo della questione risiede nel fatto che i suddetti ragazzi sono nati sotto le ciminiere della grande industria, come per buona parte degli abitanti dei Tamburi, e che la genetica se costantemente insidiata dagli inquinanti di cui l’ambiente è intriso manifesta il cosiddetto danno genotossico.
Non mi si dica che la diossina è drasticamente calata, quando per bocca di tecnici dell’ARPA apprendiamo che il rilevamento sulle ciminiere si verifica quando gli impianti sono in minor produzione. Ecco perché chiedo di
fare i rilievi quando gli impianti, come si può notare in reiterate notti, soprattutto nei week end e prefestivi, lavorano a pieno regime, come del resto suggerito nella mia proposta di legge sanitaria“Prevenzione della incidenza di tumori da inquinanti industriali”, presentata l’anno scorso e fino ad oggi mai discussa in regione; e preciso che i risultati di cui si discute sono riferiti alle sole diossine, mentre vorrei proprio sapere gli ulteriori inquinanti dove finiscono oltre che nell’aria.
Reputo che se si crede alle affermazioni di ridotto inquinamento si deve avere il coraggio di dire che si può riprendere la produzione di mitili nel primo seno del Mar Piccolo, altrimenti è un controsenso dire che c’è una forte riduzione delle emissioni e dall’altro dire che i mitili non si possono coltivare per eccesso di diossina; come lo spieghiamo altrimenti alla gente che il risultato stride con l’attualità delle cose? Se la grande industria creasse uno sviluppo reale con economia in
progressione e con prospettive di lavoro variegato per i giovani, forse il ‘rischio di ammalarsi’ avrebbe un senso, non etico, non logico, a mio parere non giustificabile, eppure risponderebbe, come mi dicono taluni personaggi eruditi, a delle leggi economiche, ma così non è! Infatti, assistiamo ad un progressivo impoverimento e perdita di possibilità di lavoro e sviluppo per molti altri settori e comparti produttivi.
Sarebbe meglio se il Presidente della Puglia iniziasse a prestare più attenzione alla economia reale di questa provincia ionica, rappresentata: da un agroalimentare ormai in crisi, anche per merito della grande industria, dalla zootecnia ormai inesistente per via dell’abbattimento di tutti i capi di ovini e caprini contaminati da diossina, e per finire dalla mitilicoltura, un tempo nostro fiore all’occhiello, attualmente in fermo tecnico sanitario. Stiamo difendendo gli ulivi monumentali con legge regionale ma non incentiviamo il futuro dell’ulivo nell’area ionica. Se
ponessimo più attenzione ai controsensi e facessimo meno ricorso al potere surrettizio della politica sicuramente renderemmo un servizio migliore alle generazioni future”.