Vendola,la regione ha il record di deficit e varie inchieste sulla sanità...
 







Jenny Varlotta




Presidente della Regione Puglia VENDOLA

-“Nichi Vendola ci fa gli auguri attraverso una video lettera:“Nonostante un contesto così difficile e inquietante abbiamo bisogno di scambiarci gli auguri e abbiamo bisogno che coloro che hanno serenità e allegria sappiano spartirli con coloro che non ne hanno.” Belle le sue parole, come sempre, peccato che siano sempre e solo parole le sue. Il punto debole di Nichi Vendola e’ senza dubbio la politica sanitaria, forse anche lui ha paura di abbandonare la poltrona, ma ad ogni modo a pagarne siamo sempre noi. Lea Cosentino ,manager dell’Asl di Bari parla,e arricchisce di dettagli quello che già aveva detto. «Il manuale Cencelli si applicava fin dal 2005 in questo modo: quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione, e viceversa. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare: noi direttori generali non conoscevamo le persone che nominavano né la loro professionalità (…). Dal 2007 è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano stati diminuiti: quindi furono costituiti dei posti di sub-commissario per accontentare le varie correnti: su ogni Asl che era stata accorpata nominarono un sub-commissario in modo da aumentare i posti». E via con gli esempi: «Il sub commissario di Altamura, Capozzolo, era in quota al professor Fiore (successore di Tedesco alla Sanità, ndr), il sub-commissario Rocco Canosa era in quota Rifondazione, il dottor Pansini ex Ba5 in quota Tedesco e ai Ds, Rosato in quota Introna (ex presidente consiglio regionale, assessore ai lavori pubblici, Sel, ndr) (…). Questo avveniva anche nelle altre Asl». Quanto ai politici che avrebbero influenzato le scelte sulle nomine del management arrivando a determinare l’espulsione di questo o quel Dg non allineato, la manager non si sottrae: «Su Bari Tedesco, Minervini (all’epoca assessore al personale, oggi ai Trasporti, Pd) e Loizzo (all’epoca ai Trasporti, Pd), per Lecce Frisullo (ex Ds, già vicepresidente del Consiglio regionale, arrestato nell’inchiesta Tarantini, ndr), per Taranto Pelillo (Pd), per Brindisi Saponaro, per Foggia l’assessore Gentile (Pd). Anche l’onorevole Grassi, parlamentare della Margherita (Gero Grassi, deputato Pd) interloquiva per le nomine». Ed è anche a conoscenza degli imprenditori a cui erano legati?, chiede il pm. «Alberto Intini (dalemiano, il suo nome spunta in varie inchieste anche legate a Tarantini) è collegato a Loizzo, Partipilio e Columella a Tedesco, per le forniture sanitarie la Dragher a Tedesco così come le società di proprietà dei figli; Grassi a Pierino Inglese (…)». La Cosentino va oltre: «Ebbi timore a espletare gare di appalto, infatti ne ho fatte pochissime, avendo percepito proprio che scontentare un imprenditore sponsorizzato dal politico di turno avrebbe determinato un disequilibrio negli assetti di giunta e dei politici sul territorio nonché avrebbe prodotto ritorsioni nei miei confronti. Per questi motivi preferivo prorogare i contratti (…). Sulle nomine era assolutamente implicito che se non avessi obbedito sarei stata fatta fuori».(dal giornale.it)  Vendola le fa capire che sarebbero utili le sue dimissioni.   Il Gip dell’ inchiesta De Benedictis parla di "...un sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-amministrativi della sanità regionale e della giunta pugliese. La tesi dei pm Desirèe Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone è che per anni il gruppo sarebbe stato in grado di pilotare nomine di dirigenti delle Asl pugliesi e primari, controllando forniture e gare d’appalto a favore di imprenditori amici, a loro volta in grado di garantire a Tedesco un consistente pacchetto di voti. Dunque l’associazione a delinquere Per non parlare poi del più grande errore politico di Nichi, portare Don Verze’ in Puglia.  Il prete affarista ha trovato un benefattore nel presidente della Puglia.  Don Verzè,o meglio, Luigi Maria Verzè, nato a Illasi il 14 marzo 1920, imprenditore, sacerdote della diocesi di Verona e accademico italiano, fondatore dell’Ospedale San Raffaele, presidente della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor e attuale rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Il San Raffaele per Vendola doveva essere un ospedale pubblico,ma che di pubblico ha solo i fondi. Verzè è riuscito ad accumulare più di un miliardo di euro di debiti , è stato condannato per tentata truffa e fu ritenuto colpevole di istigazione alla corruzione.  Il don, conobbe Silvio Berlusconi, all’epoca imprenditore e proprietario di Edilnord, da cui aveva acquistato un terreno di 46 mila metri quadri ,con l’idea di costruire quello che sarebbe poi diventato il “San Raffaele” ,vicino all’area che sarebbe poi diventata “Milano 2″, complesso residenziale realizzato poi da Berlusconi. Ma il povero  Vendola questo non lo sapeva, lui in un intervista afferma di non sapere che Don Verzè è socio d’affari di Berlusconi.  Il sacerdote diviene grande sponsor: “Vengo in Puglia per trovare un amico: Vendola, Non dovrei parlare di politica ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di lui.”Così affermava don Verzè. Il vero disastro del San Raffaele sono i milioni di euro utilizzati per investimenti sbagliati. Dopo mesi di polemiche Don Luigi Verzè ha fatto un passo indietro: con una lettera indirizzata al vicepresidente, Giuseppe Profiti, si è autosospeso dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. Il sacerdote manager dice che il San Raffaele non è fallito perché è sotto la protezione del Vaticano.  Ma questa è solo un’infame storiaccia di soldi e affari loschi, in strutture per malati, spesso terminali. Caro Vendola,come sa bene, la regione ha il record di deficit sanitario ,un rapporto spesa/Pil tra i più alti d’Italia, tasse in aumento, promesse non mantenute, le varie inchieste sulla sanità che ci fanno vergognare, l’irpef è  in aumento per fare cassa e coprire un extradeficit di 100 milioni.                Il popolo vuole: concretezza. I nostri pensieri sono  pieni di incertezza,pieni di forse... forse perché errare è umano,ma qualcuno sta perseverando.”-