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L’economista Fiorella Kostoris : "Nel 2012 impatto sul Pil dello 0,2%" |
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"Monti non ce la farà. Purtroppo l’Italia va incontro al circolo vizioso austerity-recessione in stile Grecia, perché il pacchetto liberalizzazioni, su cui il governo alzerà il velo fra poche ore, avrà un effetto finale sul Pil del 2012 di circa lo 0,2% contro una diminuzione del Pil che, sempre quest’anno, sarà di ben due punti percentuali". Lo spiega l’economista Fiorella Kostoris , intervistata sul decreto che sta per essere varato. Si poteva mettere in campo, quindi, provvedimenti migliori? "A costo zero sì, come per esempio chiedere agli italiani di lavorare un po’ di più per aumentare la produttività". Il costo della bolletta? Diminuirà, ma poco. Bisogna intervenire sulle accise". E gli interventi sulle professioni? "Per gli avvocati sarà un bagno di sangue". Ce la farà Monti a rilanciare la crescita con questo pacchetto di liberalizzazioni? E, soprattutto, di quanto? "L’impatto finale sul Pil 2012 dovrebbe essere di circa lo 0,2%". Quindi, non sarà sufficiente ad evitare l’instaurarsi del circolo vizioso austerity-recessione in stile Grecia verso cui stiamo andando incontro? "Purtroppo no. Il governo Monti, che crede nella tripletta rigore-equità-crescita, doveva fare anche qualcosa per la crescita e da qui nascono le utili e opportune liberalizzazioni, ma per avere un forte impatto sul Pil, bisogna anche aprire i cordoni della borsa. Cosa che in questo momento non è possibile. L’impatto finale sarà dello 0,2% circa contro una diminuzione del Pil che nel 2012 sarà, invece, del 2%". Allora, si poteva mettere in campo provvedimenti migliori e anche altro... "A costo zero sì, come chiedere agli italiani di lavorare un po’ di più per aumentare la produttività. La riforma delle pensioni, infatti, va in questo senso. Oppure, ancora, aumentare la flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. Per usare uno slogan, bisognerebbe lavorare in più e di più. Detto questo, le liberalizzazioni sono misure assolutamente necessarie per il rilancio dell’economia italiana, perché aiutano lo sviluppo, ma andrebbero accompagnate da altre misure per la crescita. Oltretutto, le liberalizzazioni avranno purtroppo degli effetti sul Pil di quest’anno che sono ritardati. Cosa che nell’immediato non aiuta a risollevare le sorti del Paese". Può spiegare? "Pensi per esempio alla creazione dell’Authority per i Trasporti. Processo che richiederà un certo periodo di tempo, anche lungo. Inoltre, le liberalizzazioni sono un ventaglio di misure molto differenti fra loro". Entriamo nel merito del pacchetto. Come valuta l’abolizione delle tariffe minime professionali? "Per gli avvocati, ad esempio, sarà un bagno di sangue: studi professionali a parte, i piccoli avvocati non riusciranno a rimanere sul mercato. Il provvedimento porterà infatti a una notevole riduzione del loro numero. Cosa che non accadrà, invece, per i notai che aumenteranno. Incremento peraltro necessario nelle grandi città a cui non si accompagnerà però un calo delle tariffe, per cui è necessario un intervento esterno". Com’è stato, ad esempio, sui taxi in passato? "Esatto. Se si aumenta il numero delle auto senza toccare le tariffe, si avrà soltanto un incremento delle macchine in circolazione con gli stessi prezzi di prima". Parliamo dell’energia. La separazione proprietaria fra Snam ed Eni non rischia forse di dare troppo potere ai capitali e fornitori stranieri, esponendo così un settore strategico per il Paese a interessi contrari a quelli nazionali? "Non ho riflettuto abbastanza sulla portata di questa decisione. Il pericolo di esporre il Paese a logiche contrarie a quelle nazionali certamente c’è, ma c’è anche il rischio di posizioni dominanti sul mercato di rifornimento dell’energia". Basterà, quindi, assieme anche agli interventi sui gestori degli impianti di distribuzione del carburante per abbassare il prezzo della bolletta? "In parte sì, anche se l’altro elemento che incide molto sul prezzo finale dell’energia è l’imposizione fiscale ovvero le famigerate accise. Parallelamente Monti dovrebbe azionare anche la leva delle imposte per impattare in maniera efficace sulle bollette". E la liberalizzazione di saldi e orari nel commercio impatterà sui prezzi al consumo o porterà soltanto alla chiusura dei piccoli negozi e, quindi, a un impoverimento di una parte importante del tessuto produttivo? "L’efficienza ci sarà di sicuro: il costo finale delle merci sarà sicuramente inferiore, come anche la qualità, prezzo che in questo momento l’Italia, per la situazione dei propri conti pubblici, deve pagare. La piccola bottega sotto casa fa comodo a tutti, ma è costosa e ora non possiamo permettercelo. Liberalizzare gli orari è, quindi, importante, ma il governo Monti dovrebbe anche far partire una campagna informativa per spiegare al consumatore finale quali saranno i vantaggi dell’intervento sul settore del commercio, perché al momento prevale il caos". |
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