Quotidiani, sempre meno carta
 











Rallenta ma non si ferma l’emorragia di copie diffuse dai quotidiani cartacei in Italia. Stando agli ultimi dati diffusi da Ads, relativi alla "media mobile di 12 mesi dal mese di dicembre 2010 al mese di novembre 2011", il leader nazionale resta il Corriere della Sera, che a novembre è calato dell’1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, a quota 483mila copie diffuse e 436mila vendute. E a quanto pare l’uscita di scena di Berlusconi si fa sentire (in negativo) sul primo quotidiano antiberlusconiano, Repubblica, che cede quasi il 3% a 437mila copie diffuse e al di sotto delle 400mila vendute.
Addirittura, la rinnovata attenzione ai temi dell’economia da parte del governo Monti ha portato a un’inversione di tendenza per Il Sole 24 Ore, che cresce dello 0,5% in diffusione (a 266mila copie) e di ben il 10% nelle vendite (181mila).
Giù invece La Stampa (diffusione 273mila copie, -2,7%, vendite 237mila copie, -1,6%) ed è sempre più
evidente la crisi della Gazzetta dello Sport, che crolla di quasi l’8% nelle diffusioni (poco sopra la "soglia psicologica delle 300mila copie) e altrettanto nelle vendite, che non superano le 273mila copie.
Tornando alle testate tipicamente antiberlusconiane, sono lacrime anche all’Unità (-8% in diffusioni e -7,6% in vendite, scese al di sotto delle 40mila copie) e al Manifesto (diffusioni -6,5% a 18mila copie, vendite -4,6% a 15mila copie). Dati contrastanti per Il Fatto Quotidiano, che scende in diffusioni (-4,7% a 76mila copie) ma guadagna in vendite (+1,3% a 71mila copie).
Certo, non si può dire che, sul fronte opposto, il berlusconiano Giornale se la passi meglio, anzi: con un vero e proprio crollo del 15%, il quotidiano del fratello dell’ex premier scivola a 157mila copie diffuse e 151mila vendute; se ne avvantaggia, ma solo in parte, Libero, che cresce dell’1,6% in diffuisioni (106mila copie) e di ben il 7,3% in vendite (104mila).
Per finire, una nota: fra i dati
spicca l’esordiente Lo Stretto Indispensabile. Non diffonde molte copie, circa un migliaio, di cui solo 58 vendute: ma che bisogno c’è di stampare un quotidiano destinato quasi esclusivamente al macero, di cui solo una cinquantina di lettori sentirebbero la mancanza? Dopotutto, esistono le newsletter...