Petruzzelli, bloccati gli stipendi Il sindaco attacca ministro e consiglieri
Vendola: "Gestione poco chiara Assunzioni? Ipotesi senza capo, né coda"
 











Vendola - Emiliano

La manifestazione delle maestranze e il forfait di quattro componeti del cda della Fondazione su sette, che spiana la strada alla nomina del commissario governativo. Stipendi congelati e un nuovo cda convocato per giovedì, annuncia il sindaco Michele Emiliano, dopo la mattinata di proteste e le prese di posizione dei consiglieri della Fondazione nella vicenda del teatro alle prese con una profonda crisi e una grande incertezza sul futuro. Gli orchestrali e gli altri dipendenti a tempo determinato hanno manifestato sotto la sede della fondazione, dopo la protesta andata in scena ieri sera in teatro, dove i pochi spettatori (era in programma un concerto del violinista Francesco D´Orazio e del pianista Giampaolo Nuti) si sono ritrovati circondati da striscioni della Cgil e sommersi da volantini.
Stamattina il presidio davanti al teatro e le missive dei componenti del cda che annunciavano la loro assenza. Si tratta dei due membri ministeriali,
Angiola Filipponio Tatarella e Alessandro Laterza, e Sabino
Persichella, per la Regione Puglia, cui si aggiunto anche il vicepresidente Trifone Altieri. In distinte note hanno spiegato i motivi della decisione di non parteciperare alla riunione dell’organismo in programma stamattina convocato, tra l’altro, dopo che il ministro per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, ha avviato le procedure di commissariamento. Durissimo l’attacco del sindaco, che incontrando i manifestanti, ha criticato l’operato del ministro colpevole, a suo dire, di non aver risolto la questione della proprietà del teatro dopo che sono stati spesi 70 milioni di denaro pubblico e di aver nominato nel Cda della Fondazione "le uniche due persone sulla faccia della terra che non avrebbe dovuto nominare": si tratta di Angiola Filipponio e Alessandro Laterza. Una decisione, sostiene Emiliano, presa al solo fine di provocare "lo sconquasso" che si è ora verificato
Filipponio Tatarella e Laterza, nel comunicare la
decisione di non partecipare al Cda, hanno rilevato che "non ci sono più le condizioni per una gestione ordinaria efficiente ed efficace dell’ente, risultando estremamente difficile recuperare il tempo perduto e i forti ritardi accumulati (ritardata ricostituzione dell’organo, mancata nomina del sovrintendente, assenza di bilancio preventivo e di programma delle attività, conseguente esercizio provvisorio, caos nella gestione del personale e incombente minaccia di pesanti contenziosi, con conseguenti carichi economico-finanziari ingovernabili)". Persichella ha ricordato che "il ministero vigilante ha avviato il procedimento di commissariamento della Fondazione per gravi irregolarità", che le dichiarazioni rilasciate successivamente da Emiliano "hanno reso evidente la sua intenzione di condurre la Fondazione al commissariamento" e che perciò "ogni decisione in merito ai punti all’ordine del giorno sia stata già presa e comunicata a mezzo stampa". Mentre Altieri, in una lettera inviata al sindaco, ha affermato che "non ravvisando le condizioni minime per il sereno, corretto e fattivo svolgimento dei lavori del cda, non ritengo utile partecipare alla riunione odierna, al fine di accelerare la procedura di commissariamento già avviata, senza ulteriori danni per i lavoratori, per il pubblico, per il teatro e per la nostra città".
Il presidente della Fondazione Emiliano, ha giudicato tutto ciò "un atto di gravissima irresponsabilità". "Nelle missive con le quali hanno annunciato la loro decisione i consiglieri - ha spiegato in una nota - manifestavano la loro volontà di non partecipare al cda al fine di agevolare le procedure di commissariamento e ritenendo dunque inutile alcuna controdeduzione da inviare al ministro dei Beni Culturali". Per il sindaco, questa teoria "è un atto di gravissima irresponsabilità, essendo innanzi tutto all’ordine del giorno, ancor prima della discussione sulla nomina del sovrintendente, alcuni atti dovuti e indispensabili al proseguimento
della vita amministrativa della Fondazione stessa e delle attività già programmate".
La mancata adozione di questi provvedimenti, per Emiliano, "provocherà gravi danni alla Fondazione Petruzzelli, le cui responsabilità dovranno essere imputate ai soli consiglieri assenti. Di contro, la deliberazione sulla nomina del sovrintendente o sulla richiesta del commissariamento avrebbe potuto essere assunta congiuntamente in sede di Cda". "Il presidente dunque ha preso atto - è detto nella nota - in virtù dell’assenza di quattro consiglieri, dell’impossibilità di adottare alcuna delibera in merito, dichiarando il cda deserto" e ha "immediatamente scritto al ministro Ornaghi, alla Direzione Generale dello spettacolo, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, chiedendo istruzioni circa i provvedimenti da adottare al fine di consentire il regolare svolgimento delle attività amministrative della Fondazione Petruzzelli".
Emiliano ha inoltre "riconvocato d’urgenza per giovedì primo marzo il consiglio di amministrazione con gli stessi punti all’ordine del giorno previsti per la seduta che avrebbe dovuto svolgersi in data odierna".(...)
"Se c’è un blocco antagonista alla Regione io ne sono il capo. E sono antagonista di ciò che non mi appare chiaro. Le alleanze politiche? Sono la costituzione di un progetto non una sorta di gigantesca comunità terapeutica": l’analisi del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola sull’intervista del sindaco di Bari Michele Emiliano a Repubblica, suona come una rottura tra i due a poche settimane dalla consacrazione dell’ex pm come successore del leader di Sel alla guida della Regione Puglia per il centrosinistra. Il divorzio si consuma lì dove era nata l’intesa: il futuro della Fondazione Petruzzelli.
Cosa sta accadendo, presidente Vendola?
"In questa vicenda si rischia di perdere l’orientamento. C’è troppa gestualità. Troppo teatro sul
teatro. La Fondazione Petruzzelli è stata gestita senza chiarezza relativamente al suo piano industriale, alle risorse disponibili. La Regione ha sempre posto il problema di un governo più prudente e più trasparente della Fondazione. Abbiamo sempre paventato il rischio di trovarci improvvisamente precipitati in una condizione di caos e di crisi. E siamo stati facili profeti anche se si è preferito far prevalere la polemica più sterile e il pettegolezzo piuttosto che affrontare di petto i problemi. Naturalmente far convergere i protagonisti della Fondazione in una battaglia con il governo centrale, per rinegoziare la dotazione finanziaria del Petruzzelli che sicuramente è sottodimensionata".
Resta il problema del personale.
"Si è fatto intendere ai lavoratori dell’orchestra che se ci fosse stata una volontà politica della Regione si sarebbe potuto aprire un percorso per l’assunzione senza concorso presso la Regione. Ipotesi che non ha né capo né
coda".
Emiliano parla di un blocco antagonista alla Regione.
"Se c’è un blocco antagonista io ne sono il capo. E sono antagonista di ciò che non mi appare chiaro. E non appare chiaro solo a me, non appare chiaro ad Alessandro Laterza che mi pare sia un punto di riferimento delle classi dirigenti di questa città, ad Angela Filipponio che nel centrodestra è una sorta di autorità intellettuale. Non accetto l’idea che invece di parlare dell’oggetto, si debba parlare di altro, di me che sarei prigioniero politico di qualcun altro. Non è accettabile questo modo di ragionare. Ed è un danno che si fa anche nei confronti dei lavoratori".
E la formazione di un’orchestra regionale?
"Qualunque orchestra stabile non può che fondarsi su un bando europeo per la selezione dei musicisti. Da qui non si sfugge".
Ci sono margini per evitare il commissariamento?
"Sul Petruzzelli è stata aperta una procedura di commissariamento. Vorrei
fossimo tutti un po’ più seri. Il commissariamento l’ha chiesto Emiliano e il ministro glielo ha dato con lo schiaffo delle "gravi irregolarità". Ora Emiliano non può dare quello schiaffo a me. Mi aspettavo che ci fosse un fuoco di fila di controdeduzioni. Le faccia, allora, le controdeduzioni per dimostrare che non ci sono le gravi irregolarità di cui parla il ministro".
Eppure sul Petruzzelli sembrava che anche le distanze politiche tra Vendola ed Emiliano si fossero annullate.
"Anche sulla politica vedo un po’ di confusione. Intanto non dovremmo dare l’immagine di una compagna elettorale permanente, dove di giorno in giorno i temi che occupano il palcoscenico della vita pubblica sono gli ingressi e le uscite dai recinti di coalizione. Vedo con molto disagio il riverbero mediatico e politico delle parole di Michele Emiliano. E poiché ho grande amicizia nei suoi confronti vorrei con questo spirito dirglielo: le alleanze o sono la costruzione di un programma, di
un progetto che cerca alleati per avere gambe di massa su cui camminare, se le alleanze vengono prima sono il grande attrattore del trasformismo e del notabilato di provincia. Le alleanze diventano una sorta di gigantesca comunità terapeutica. Abbiamo bisogno di immaginare quale Bari, quale Puglia, quale Italia sia quello che discrimina e consente le fusioni e le alleanze. Il dibattito da Sel a Fli non si fa senza un profilo apprezzabile di idee guida e obiettivi".
E il ruolo dei leader?
"I leader sono utili e indispensabili quando accompagnano processi di protagonismo democratico, di accompagnamento della partecipazione altrimenti i leader diventano non la risposta alla crisi della politica ma diventano la manifestazione più parossistica della crisi della politica. Per me, lo spappolamento dei partiti non è una prateria sulla quale correre verso le mie mete ma è una tragedia".
Emiliano resta ancora il candidato di Vendola alla prossima presidenza
della Regione?
"Bisogna convergere sulle soluzioni più utili al territorio. Questa passione operosa non va confusa con un tema che è tutt’altro, su come costruiamo le alleanze politiche. Ora si parla di alleanze, ma non si dice per fare cosa".Piero Ricci-repubblica.it