|
|
Liberalizzazioni, dal Senato via libera al dl Si dimettono i vertici dell’Abi |
|
|
|
|
|
|
|
|
Via libera del Senato al decreto legge liberalizzazioni. Con 237 voti favorevoli, 33 voti contrari e 2 astenuti l’assemblea ha dato il via libera al provvedimento, che passa alla Camera per la seconda lettura. Intanto è già rivolta delle banche con le dimissioni dei vertici Abi contro la norma, contenuta nel dl, che vieta le clausole sulle commissioni per le linee di credito concesse dalle banche. Stando a quanto afferma il relatore del Pd Filippo Bubbico tuttavia, ’’il governo non ha voluto cambiare nulla del testo uscito dalla commissione Industria del Senato’’, ma per quanto riguarda la norma in questione ’’so della volontà dell’esecutivo di trovare una soluzione nel decreto legge sulle semplificazioni all’esame della Camera’’. In quella sede al testo dovrebbe essere aggiunta una frase che renderebbe applicabile la norma solo agli istituti di credito che non si adeguano alle regole sulla trasparenza. Intanto il Pd si schiera con le banche: la norma "deve essere corretta" e su questo "il governo deve pronunciarsi", afferma il segretario Pier Luigi Bersani. E l’intervento del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera non tarda ad arrivare. L’annuncio delle dimissioni del comitato di presidenza dell’Abi ’’è un sintomo del grande disagio del settore bancario, che è vicino all’economia del Paese’’, afferma a margine del voto del Senato. Quanto alla possibilità di cambiare le norme contenute nel provvedimento Passera dice: ’’Non lo so, questo è Monti che deve decidere nel caso’’. Un segnale di apertura arriva intanto dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà che fa sapere che se il Parlamento vorrà modificare le norme che interessano le banche ’’il governo non si metterà di traverso. Però deve essere un’iniziativa parlamentare condivisa da tutte le parti politiche che ci sostengono’’, afferma. Il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri sulla questione sottolinea che "il nostro gruppo è estraneo all’emendamento che ha portato alle dimissioni della presidenza dell’Abi" ma aggiunge che le banche che hanno ottenuto prestiti dalla Bce, prestino quei soldi "alle famiglie che ne hanno bisogno". Il comitato di presidenza dell’Abi alla luce delle misure previste nel maxiemendamento al dl liberalizzazioni ’’ha deciso di dimettersi consegnando il proprio mandato nelle mani del Consiglio esecutivo dell’Abi’’. Ad annunciarlo nel corso di una conferenza stampa, è stato il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari sottolineando che la norma che annulla le commissioni bancarie ’’è la goccia che ha fatto traboccare il vaso". ’’E’ una sanzione per le banche e va riportata nella sua natura originaria. Siamo favorevoli a più trasparenza - ha aggiunto - ma non possiamo accettare norme che vietino i ricavi e imposizioni di prezzi amministrati’’ Il presidente dei banchieri ha quindi spiegato che ’’tutti gli investimenti di tutte le imprese bancarie e di tutte le imprese sono a ’rischio’’’. A rischio anche la salvaguardia degli oltre 300mila bancari: "se si continuasse a incidere sui ricavi bancari, anzichè sulla trasparenza, anche questa salvaguardia dell’occupazione verrebbe messa in discussione". ’’Noi banche non siamo i nemici di famiglie e imprese. Vogliamo essere valutati in maniera più serena e non accetteremo più un atteggiamento così avverso all’impresa bancaria’’, ha affermato ancora Mussari. La decisione è arrivata dopo la mancata modifica, nel testo del maxiemendamento al decreto legge liberalizzazioni presentato oggi in aula al Senato, dell’articolo 27-bis che cancella le commissioni sugli affidamenti. Ieri il relatore, Filippo Bubbico, aveva annunciato che il testo approvato dalla commissione Industria sarebbe stato corretto nel maxiemendamento, con l’aggiunta di una frase che avrebbe reso applicabile la norma solo agli istituti di credito che non si adeguano alle regole sulla trasparenza. Ma nella versione definitiva del provvedimento l’aggiunta non è stata inserita. Restano quindi ’’nulle tutte le clausole, comunque denominate, che prevedano commissioni a favore delle banche a fronte della concessione di linee di credito, della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche nel caso di sconfinamento in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido’’. Il relatore, tuttavia, oggi ha assicurato che la frase sarà inserita nel decreto legge semplificazioni: ’Il governo - ha spiegato Bubbico - non ha voluto cambiare nulla del testo uscito dalla commissione Industria del Senato, ma so della volontà dell’esecutivo di trovare una soluzione nel decreto legge sulle semplificazioni all’esame della Camera’’. A chiedere una correzione è in prima battuta Confindustria. "Sarebbe opportuno - si legge in una nota di Viale dell’Astronomia - , come già sottolineato da più parti, correggere la disposizione, riferendola ai soli istituti di credito che non si adeguano alle norme sulla trasparenza". |
|