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Perché "sti cazzi" va di moda |
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L’acuto critico televisivo Antonio Dipollina si è accorto che i telecronisti sono abituati ad abbreviare i nomi polisillabici e complicati dei calciatori (per esempio Ibra da Ibrahimovic) eppure riluttano a farlo nel caso dello juventino Estigarribia. Dipollina non ha avuto bisogno di spiegare perché il nomignolo "Estiga" sarebbe improponibile. E’ chiaro a tutti che "Estiga" è pericolosamente vicino a un’abbreviazione di "E sti cazzi" che da qualche anno è certamente l’esclamazione di turpiloquio rituale che domina sulle altre. E’ l’equivalente discorsivo della rubrica di Cuore "E chi se ne frega". L’origine è romanesca, il significato letterale non c’è o è irrilevante, il senso dell’affermazione è: "Pensi di stupirmi?". Il paradigma è questo: A. "Mi è morto il gatto"; B. "Sti cazzi". Ma dato che l’umorismo romanesco viene riprodotto con la stessa deludente approssimazione della pronuncia romanesca, "sti cazzi" viene impiegato anche a sproposito né sono chiari a tutti i suoi rapporti con l’altra tipica esclamazione romanesca di andante turpiloquio, che è "me cojoni" (che per alcuni significherebbe addirittura "i miei testicoli" anziché, correttamente, "mi coglioni, mi prendi in giro, vuoi far gioco della mia supposta credulità"). Romani quanto possono esserlo due liguri, sia pure già contigui a Ilary Blasi, i comici Luca e Paolo hanno abbondato in "E sti cazzi" in un’edizione di Sanremo in cui tutti hanno abbondato in turpiloquio. E’ stato in definitiva un Festival di sti cazzi; in sintesi estrema, un Festicazzi. Il significato dato dai due comici era però deformato: A. "Le tasse sono aumentate". B. "E sti cazzi!": non più "chi se ne frega" ma, al contrario, "e me lo dici con il tono di chi dà notizie del tutto prive di interesse?". Quando Luca e Paolo si vanteranno al bar con gli amici per aver detto "E sti cazzi" sul palco dell’Ariston, sappiamo già come risponderanno i loro amici. Stefano Bartezzaghi-l’espresso Anagramma: E sti cazzi t’ (=) azzittisce. |
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