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Accordo sulle riforme, Costituzione e voto
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Si è concluso dopo quasi due ore il vertice di maggioranza con i segretari del Pdl Angelino Alfano, quello del Pd Pier Luigi Bersani e quello dell’Udc Pier Ferdinando Casini a Montecitorio. Durante l’incontro, che si è svolto nello studio di Silvio Berlusconi alla Camera, tra gli argomenti trattati la legge elettorale. Tra i partecipanti al vertice anche Violante, Adornato, Bocchino, Quagliariello, Pisicchio e La Russa. Accordo sulle riforme nel vertice di maggioranza. Come spiega una nota, l’accordo prevede di incardinare parallelamente la riforma della Costituzione e la legge elettorale. Viene poi anche indicata, tra l’altro, la riduzione del numero dei parlamentari. "Al termine dell’incontro tra Pdl, Pd e Terzo Polo - si legge nella nota - si è convenuto sulla necessità di incardinare parallelamente la riforma della Costituzione e la legge elettorale. L’accordo sulla revisione della Costituzione prevede, la riduzione del numero dei parlamentari, la revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, il rafforzamento dell’esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, l’avvio del superamento del bicameralismo perfetto. Per ciò che attiene la revisione della legge elettorale, l’intesa prevede: la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari, un sistema non più fondato sull’obbligo di coalizione,l’indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna". Una legge elettorale senza più obbligo di coalizione. E’ questo uno dei punti dell’accordo di maggioranza sulle riforme. L’accordo prevede anche il taglio dei parlamentari, l’indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna,la scelta dei parlamentari affidata agli elettori. - "Non capisco da dove escano queste stupidaggini: certamente non da noi". Così il leader del Pd Pier Luigi Bersani risponde in transatlantico alla Camera ai giornalisti che gli chiedono se davvero il Pd punti ad anticipare ad ottobre le elezioni. - Dal Pd "non c’é traccia di atteggiamenti dilatori" sulla riforma del lavoro. Lo afferma a Montecitorio il capogruppo Dario Franceschini che, dopo una riunione con le componenti Pd nella commissione Lavoro, annuncia che alla Camera è possibile approvare, correggendola, la riforma in 30 giorni. "Noi abbiamo interesse contemporaneamente ad approvare la riforma sul mercato del lavoro e a correggerla: sicuramente non c’é traccia di atteggiamenti dilatori. Siamo pronti a garantire, se il provvedimento verrà inviato alla Camera, il nostro impegno per approvarla in aula entro 30 giorni a partire da quando il testo verrà inviato" dice Franceschini. "Con tre settimane in commissione ed una in Aula c’é tempo di approfondirlo e, come noi vogliamo, di correggerlo" precisa l’esponente Pd che ricorda: il governo deve ancora scrivere il testo e decidere in quale aula inviarlo. Per quello che riguarda la Camera confermo che c’é la disponibilità a calendarizzarlo con la massima urgenza" aggiunge. - "Bisogna essere sereni: parto da una dichiarazione che il presidente del Consiglio aveva fatto nei giorni scorsi, quella della sovranità del Parlamento e del riconoscimento del dialogo. Penso questa sia la cosa fondamentale". Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso risponde a chi le chiede di commentare la parole del premier, secondo il quale se il Paese non è pronto il governo potrebbe anche non restare. Interviene anche il leader della Cisl Bonanni: "Da quello che ha detto, credo debba fare una verifica con la sua maggioranza. E’ un fatto politico, quello che ha sottolineato, e politicamente dovrà risolverlo". "Tutto possiamo permetterci tranne che non avere il riconoscimento del ruolo legislativo del Parlamento che non può essere in alcun modo condizionato", aggiunge Camusso, parlando al termine della commemorazione dell’economista Ezio Tarantelli, ucciso 27 anni fa dalle Br. - I rapporti con la Cgil "vanno e vengono, come è giusto che sia. E spero che vadano bene, ancor di più, nei prossimi giorni", ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Potrei dire esattamente la stessa cosa", ha commentato il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, aggiungendo però: "Il problema è chi ha lasciato i rapporti". Camusso e Bonanni hanno partecipato entrambi, stamattina, alla commemorazione dell’economista Ezio Tarantelli, ucciso il 27 marzo del 1985 dalle Brigate rosse, alla facoltà di Economia e commercio della Sapienza. |
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