Sigilli a strada e ville nel Parco blitz della Forestale sul Gargano
 











Svolta la vicenda dello scempio in pieno parco nazionale del Gargano, quello di baia Zaiana. Il corpo forestale di Stato è vicino alla denuncia di chi con l’ausilio di una ruspa ha aperto una strada accessibile alle auto in piena macchia mediterranea e in area demaniale protetta per collegare la litoranea alla spiaggia, che dagli anni ‘50 è famosa per la sua inaccessibilità, peculiarità che le rendeva ancor di più un gioiello del turismo di Capitanata.
Il parco del Gargano, il Fai e il Wwf avevano immediatamente segnalato l’anomalo movimento di mezzi meccanici nella baia a sud di Peschici e il sindaco Mimmo Vecera ha inviato la polizia municipale, che ha posto sotto sequestro la strada e la massicciata laterale e ha sporto denuncia, ma solo contro ignoti. Gli immediati appostamenti degli uomini della forestale di Peschici, guidati dal Coordinamento territoriale per l’ambiente di Monte Sant’Angelo hanno portato ad acquisire elementi utili
all’individuazione del colpevole. Fino ad oggi però non ci sono indagati, le indagini sono ancora in corso. Il corpo forestale ha sequestrato inoltre, sempre sulla litoranea Peschici-Vieste, oltre quaranta abitazioni, sia private che appartenenti a villaggi turistici: secondo il coordinamento di Monte Sant’Angelo, i loro
proprietari sono in possesso del permesso del Comune di Peschici, un documento però privo dei pareri propedeutici del Parco Nazionale del Gargano, della sovrintendenza ai beni culturali ed archeologici, indispensabili per le costruzioni all’interno di una riserva naturale.
GLI ALTRI BLITZ DELLA PROCURA -  L’operazione segue gli altri numerosi blitz della procura di Lucera, titolare delle indagini, nel tratto di costa che collega Rodi Garganico a Vieste. Negli ultimi mesi, infatti, sono state sequestrate numerose unità abitative, ma anche l’hotel Solemar e la spiaggia di Calalunga, anche se con facoltà d’uso. A giugno dello scorso anno il procuratore capo di
Lucera Domenico Seccia e il sostituto Alessio Marangelli ordinarono il sequestro di parte della struttura turistica del Camping Internazionale Manacore, tra Peschici e Vieste. Si trattava della piscina e di alcuni servizi di pertinenza, costruiti, secondo gli inquirenti, in violazione alla normativa edilizia. L’operazione fu messa a segno dai carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico di Bari, dei militari di Vico del Gargano e degli uomini del Corpo Forestale dello Stato. Il gestore del villaggio fu segnalato all’autorità giudiziaria. Secondo la tesi dell’accusa la piscina era stata realizzata in un’area vincolata del Parco nazionale del Gargano, oltre che in una zona sismica, ma senza effettuare il deposito della relazione tecnica presso l’ufficio tecnico della regione Puglia  e al Genio Civile. Tra le accuse contestate anche quella di aver consentito l’utilizzo della piscina in assenza del  rilascio di certificato di collaudo e aver eseguito opere in cemento armato in assenza di progettazione e di direzione di lavori ad opera di tecnico iscritto albo.  Piero Russo-repubblica