Campania. Arriva in parlamento il disastro ambientale di Acerra
 











L’incendio delle eco balle di martedì 20 marzo non è proprio passato inosservato come sperava qualcuno che probabilmente pensava che una immane nube tossica, come quella sprigionatasi ad Acerra a nord di Napoli, potesse non essere percepita dalla cittadinanza. Sfortunatamente per loro, stavolta è intervenuto un forte movimentismo spontaneo da parte della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste presenti sul territorio a scongiurare che una notizia così grave potesse passare in sordina come spesso accade da queste parti.
Questa volta non è andato tutto secondo i piani della “camorra del rifiuto” che si avvale di ditte appaltatrici in odore di criminalità, politicanti locali ed istituzioni nazionali per perpetrare il loro becero affarismo.
Un rogo di rifiuti speciali in una zona militare sorvegliata dall’esercito e dalla vigilanza privata è stato fatto sparire dalle pagine dei giornali di regime, sempre più specchietto per le allodole di
un sistema che imbarca rifiuti e li trasforma in affari milionari sulla pelle della povera gente, ma non dagli occhi e dai polmoni della gente comune che ancora ricorda vivamente lo sgomento di quella maledetta notte.
Il deputato Franco Barbato, nolano di nascita, ha voluto far luce su quanto accaduto in questi giorni in zona Pantano. L’incendio delle ecoballe farà presto il suo “ingresso” alla Camera dei Deputati. “Su quanto accaduto, sarà presentata alla Camera, un’interrogazione parlamentare a risposta immediata, la cosa non può passare inosservata”, ha dichiarato l’onorevole, che è riuscito a entrare all’interno del sito di stoccaggio. “Alla Camera, ha aggiunto, chiederò che venga realizzato anche quanto chiedono i medici ISDE per l’ambiente e cioè il biomonitorraggio sulle persone probabilmente contaminate dai fumi tossici. Tutta l’area poi deve essere bonificata”. “La situazione è sconfortante e gravissima. Le ecoballe della piazzola 2 che hanno preso fuoco contengono il
secco, le altre tre contengono il tal quale che dal 2006 resta qui a marcire. Sulla piattaforma c’è un lago nero causato dall’incendio e dallo spegnimento di questi giorni”, ha spiegato ancora Barbato. Ma il fatto di maggiore gravità è senza dubbio quello inerente alla vigilanza della zona: né i militari del battaglione San Marco né la vigilanza privata “La Leonessa”, che tanta attenzione prestano a cittadini e curiosi, hanno notato quella notte la presenza di criminali intenti ad appiccare il fuoco alla piazzola 2 probabilmente attraverso un dispositivo a distanza piazzato in precedenza.
Il deputato ha poi concluso così: “C’è chi vuole promuovere gite scolastiche all’inceneritore: piuttosto bisogna tenere gli alunni lontani da questa zona contaminata, insegnando loro una politica che punti su raccolta differenziata a rifiuti zero. I rifiuti sono, infatti, una risorsa: come tali devono essere recuperati e non bruciati o portati in discarica”. Antonio Casolaro