Psichiatria,proposta di legge: si amplia la gamma dei trattamenti obbligatori
 











Michel Bersce
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Accertamento sanitario obbligatorio, trattamento sanitario necessario di 15 giorni e trattamento sanitario necessario extraospedaliero che può durare anche un anno. A prevederli è il nuovo testo unificato in materia di assistenza psichiatrica proposto dal relatore, Carlo Ciccioli (Pdl), ai deputati della commissione Affari sociali della Camera nella seduta del 27 marzo e calendarizzato per l’esame.
L’articolato, frutto del lavoro su otto diverse proposte di legge, torna alla carica per riformare la legge Basaglia (180/1978). «Sono trascorsi ormai 34 anni - ha spiegato Ciccioli in commissione - nel corso dei quali sono emersi tanti problemi, per i pazienti e per le loro famiglie, ai quali non è stata data risposta». Le risposte offerte dal testo vanno in due direzioni. Da un lato si rimarca la centralità operativa dei Dipartimenti di salute mentale e affidano alle Regioni tre compiti nuovi: l’apertura in ogni Dsm di un centro di ascolto;
l’allestimento negli ospedali sedi dei servizi psichiatrici di uno spazio aperto 24 ore su 24 per le urgenze e le osservazioni psichiatriche; l’istituzione di équipe mobili nelle aree metropolitane e per gli interventi urgenti a livello territoriale e domiciliare.
Dall’altro lato si amplia il ricorso al Tso, distinguendo gli interventi in due aree: quella dell’accertamento sanitario obbligatorio, che può essere disposto da un qualsiasi medico Ssn per effettuare «un’osservazione clinica» che non superi le 48 ore di degenza, preferibilmente presso il Dea. E quella del trattamento «necessario» (Tsn), che si applica con le procedure previste dalla legge 833/78 per il Tso e che dura 15 giorni (ma può essere prorogato su richiesta del responsabile del Servizio psichiatrico). Se è possibile, il Tsn può anche essere extraospedaliero. E può essere «prolungato», durare cioè da 6 a 12 mesi nelle comunità accreditate o nelle residenze protette, quando sia «finalizzato a vincolare il paziente al
rispetto di alcuni princìpi terapeutici».
Tra i deputati è subito stata bagarre. Margherita Miotto (Pd) ha parlato di soluzione «che ripropone un modello manicomiale poco condivisibile oltre che dispendioso» (la Pdl parla di 300 milioni di euro annui) e che invade le competenze regionali, facendo anche presente che non ci sono realisticamente i tempi per approvare il provvedimento. La maggioranza ha invece fatto quadrato attorno a Ciccioli, ma ha dovuto incassare la sostanziale bocciatura del Governo: per il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, tutte le differenze di trattamento proposte «non hanno ragion d’essere». E l’idea del trattamento necessario prolungato cozza contro l’eccezionalità che deve caratterizzare la misura della restrizione della libertà individuale.