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Retribuiti anche per le sedute deserte “I consiglieri restituiscano i gettoni” |
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Qualcuno promette battaglia annunciando contenziosi, qualcun altro invece è pronto a chiedere i danni al dirigente per "quella lettera irrispettosa" e a mandare le carte al nucleo di valutazione del Comune. Aria da guerra a Bari tra i corridoi di Palazzo di Città. In questi giorni è iniziata l’operazione "stangata". Ai 46 consiglieri comunali in carica (e anche ai rappresentanti delle nove circoscrizioni) è stata infatti notificata una lettera nella quale li si invita a rimborsare i gettoni erroneamente percepiti nel triennio agosto 2008- agosto 2011. Un gruzzoletto da quasi 43 mila euro che ora le cassi comunali reclamano anche da chi era seduto tra i banchi dell’aula Dalfino negli ultimi mesi della prima amministrazione Emiliano. Il caso nasce dalla legge finanziaria del 2008, la 133, che nell’ambito del contenimento dei costi della politica ha modificato il comma 11 dell’articolo 82 del Testo unico degli enti locali introducendo un nuovo principio: niente gettone di presenza ai consiglieri in caso di sedute deserte del consiglio e delle commissioni. Per guadagnarselo deve esserci "una effettiva partecipazione", cioè la seduta deve essere stata realmente svolta. Ma la norma in questione è stata tenuta nel cassetto, quasi dimenticata consentendo così al regolamento comunale di avere ancora la sua efficacia nella parte in cui (all’articolo 22, comma 1) prevede l’erogazione del gettone ai consiglieri presenti anche quando né il consiglio, né le commissioni non si svolgono per mancanza del numero legale. L’andazzo è durato così per 3 anni fino a quando da settembre scorso, dopo il parere del ministero dell’Interno richiesto dal segretario generale del Comune Mario D’Amelio e il pronunciamento dell’avvocatura comunale, i rubinetti non sono stati chiusi rispettando così le nuove indicazioni nazionali. Da quel momento ai dipendenti comunali non è rimasto altro che controllare per mesi faldoni e faldoni (perché manca ancora la digitalizzazione) contenenti centinaia di verbali di commissioni nel triennio 2008-2011 scovando quelle sedute mai svolte ma che hanno comunque comportato un costo per l’amministrazione con l’erogazione del gettone. Il recupero scatterà già a partire da giugno mediante le ritenute sugli emolumenti, ancora da corrispondere del mese di maggio, nella misura del quinto delle somme da erogarsi per ciascun mese. Un piccolo balzello che verrà detratto nelle prossime liquidazioni (a questo punto più leggere) e in più soluzioni. Ne avranno almeno sino a gennaio 2013 i consiglieri Ninni Cea del Pdl e Luigi Fuiano del Pd che dovranno rinunciare rispettivamente a 4 mila e 70 euro e 4 mila e 35 euro con piccole rate da 479 euro. Pagamenti in vista anche per chi sino a qualche mese fa era consigliere mentre ora si trova nella giunta: è il caso dei neo assessori Mara Giampaolo e Maria Maugeri tassatì con circa mille euro a testa. E poi ci sono loro, quelli della scorsa consigliatura visto che la legge è del 2008 e a Bari le elezioni si sono svolte nel 2009. Dodici ex consiglieri, si va dai mille e 100 euro di Fabio Cassano ai 1.532 di Massimiliano Vitale, dovranno restituire in contanti il dovuto in un’unica soluzione. Donato Cippone è stato raggiunto da una lettera di 72 euro e 96 centesimi (quanto un gettone) e già promette battaglia con una richiesta choc: "Non lì verserò sino a quando il Comune non mi riconoscerà i 50mila euro che mi spettano". Ma in questa storia ci sono anche 9 consiglieri che non dovranno restituire proprio un bel niente o perché al Comune non ci vanno quasi mai (vedi Antonio Matarrese) o perché partecipano a un numero elevatissimo di commissioni riducendo così i rischi.F. Petruzzelli-repubblica |
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