Divorzio breve,In aula alla Camera, ma nel Pdl c’è il fronte del no
 











Torna in aula alla Camera, dopo circa dieci anni, il ddl sul divorzio breve. Relatore il piediellino Maurizio Paniz, il provvedimento e’ costituito da due articoli soltanto e riduce da tre a un anno i tempi della separazione coniugale. Periodo che sale a due anni nel caso in cui vi siano figli minorenni. Nel testo anche la previsione che, nel caso di separazione, la comunione dei coniugi si sciolga nel momento in cui sono autorizzati, in sede di udienza presidenziale, a vivere separati. Se Paniz in aula parla di testo di "mediazione" frutto del lavoro della commissione - e aggiunge che da parte del relatore non ci sono preclusioni a valutare eventuali proposte di miglioramento - nel Pdl c’e’ chi la pensa diversamente.
Dal Senato il capogruppo Maurizio Gasparri avverte: "Sarebbe un errore banalizzare il matrimonio con tempi di separazione lampo. Il Parlamento deve meditare bene su questa scelta. In Italia chi non vuole contrarre matrimonio e’
libero di effettuare le sue scelte, cosi’ come chi voglia limitarsi soltanto a quello civile non e’ obbligato in alcun modo a fare scelte di tipo confessionale. Nello stesso tempo credo che sia giusto rispettare i principi costituzionali che riguardano il matrimonio e la famiglia. La banalizzazione rischia di creare un ulteriore sbandamento nella societa’ italiana", aggiunge "Il matrimonio deve essere una scelta consapevole. Tempi di separazione troppo rapidi potrebbero portare a considerare questa scelta come qualcosa di futile e di facilmente reversibile - prosegue il presidente dei senatori Pdl - Con conseguenze che poi ricadrebbero soprattutto sui figli nati in matrimoni che durano lo spazio di un mattino. Le scelte del Parlamento dovranno quindi essere attente e meditate e riteniamo che ci sia pieno diritto di sostenere con convinzione e forza un punto di vista diverso da quello che sembra prevalere".
Allo stesso modo in aula, a Montecitorio, Barbara Saltamartini esordisce:
"Comprendo il lavoro difficile e le tante mediazioni, ciononostante non appartengo a quella maggioranza che ha approvato in commissione il provvedimento. Ritengo che anche quando si e’ all’opposizione bisogna combattere le battaglie in cui si crede". Poi aggiunge: "Penso che un tema come quello del divorzio meriti una ampia riflessione che non puo’ essere confinata nella discussione spesso semplicistica che ci porta a dire visto che la societa’ cambia allora dobbiamo adeguarci". "Purtroppo - prosegue - leggendo la infinita documentazione che ci arriva dall’Europa la cultura dominante che si sta trasmettendo mi lascia assolutamente perplessa. Si saluta come progresso la tendenza ad intendere la famiglia come una forma di convivenza quotidiana in cui gli individui definiscono liberamente i lodo diritti e doveri e li affermano come scelte personali su cui solo loro possono decidere". La famiglia "di fatto viene ridotta alle relazioni affettive primarie, dimenticando che essa non e’ un semplice gruppo primario, ma e’ anche una istituzione sociale",. Osserva ancora e conclude: "Una cultura che non mi appartiene, che voglio combattere, che mi porta a dire che non e’ certo questa l’Europa a cui guardare. E noi, con questo provvedimento, rischiamo seriamente di avvalorare questi tesi relativiste riducendo la famiglia ad una convivenza puramente affettiva tra persone che possono revocare in ogni momento e senza perdere troppo tempo questa appartenenza". Finita la discussione generale il ddl tornera’ all’esame dell’aula, per il voto, nelle prossime settimane.
IDV, E’ LEGGE DI CIVILTA’ - "Quella sul divorzio breve e’ una legge di civilta’. Da statistiche e’ dimostrato che solo l’1% delle coppie separate tornano sui loro passi, mentre sono moltissime quelle che vanno all’estero, dove i tempi per ottenere il divorzio sono piu’ brevi. Italia dei Valori e’ favorevole ad un accorciamento dei tempi. Su temi, quali i diritti civili, il Parlamento si mostra troppe volte in
ritardo". Lo dichiara in una nota Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo Idv alla Camera. "Serve un approccio laico, al passo con le esigenze delle societa’, ispirato alla scrittura di buone leggi in favore di quei cittadini che vivono non solo le difficolta’ affettive provocate dalla fine di un matrimonio, ma anche quelle burocratiche e tempi troppo lunghi della giustizia civile" spiega Borghesi. "Accorciare i tempi non significa svilire l’istituto del matrimonio, un’unione tra due persone che si basa su profondi valori. Significa semplicemente venire incontro a chi, ad esempio, intende regolarizzare nuove situazioni affettive sorte nel frattempo" conclude Borghesi.
BINETTI, SEPARAZIONE PUO’ AIUTARE TORNARE INSIEME - "Quella di oggi alla Camera e’ una discussione su una riforma molto importante soprattutto sotto il punto di vista etico". Lo afferma Paola Binetti sottolineando che "il matrimonio e’ un atto di amore e di responsabilita’. Chi sceglie di sposarsi ha il dovere di
assicurare tempo, soprattutto tempo di qualita’, ai figli minori. Lasciare i due tempi, quello della separazione prima di quello del divorzio, puo’ aiutare - conclude - i due coniugi a riflettere sul rapporto ed eventualmente a tornare a costruire una famiglia".
BAGNASCO, NO A LEGGI SU UNIONI E DIVORZIO BREVE - La Chiesa Cattolica e’ contraria sia al divorzio breve che alle leggi che aprendo alle coppie di fatto "consacrano la precarieta’ affettiva". Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori dell’assemblea Cei. "Essere distratti rispetto al bene insuperabile della famiglia - ha spiegato il cardinale - fa soffrire anche la societa’, che indebolisce il suo piu’ rilevante cespite di vitalita’, di coesione e di futuro". Per questo, ha aggiunto, "in una cultura del tutto-provvisorio l’introduzione di istituti che per natura loro consacrino la precarieta’ affettiva, e a loro volta contribuiscono a diffonderla, non sono un ausilio ne’ alla stabilita’ dell’amore, ne’
alla societa’ stessa". Secondo il cardinale Bagnasco, "la famiglia non e’ un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume oggi particolarmente aggressive e strategicamente concentrate non puo’ essere dichiarata cosa di altri tempi". Ecco perche’, ha concluso, "l’ipotesi del cosiddetto ’divorzio breve’ contraddice gravemente qualunque possibilita’ di recupero, e rende complessivamente piu’ fragili i legami sociali".
EMENDAMENTI PDL, SERVONO TRE ANNI SE FIGLI MINORI - Oltre una decina di emendamenti (di cui uno soppressivo dell’articolo 1) a firma Pdl ’piove’ sul ddl che introduce il processo breve per allungarne i tempi previsti (almeno da uno a due) e per mettere un punto fermo: in caso di figli minorenni la separazione, consensuale o giudiziale, non puo’ arrivare prima dei tre anni.Recita infatti uno degli emendamenti all’articolo 1 del ddl (prima firmataria Barbara Saltamartini, ma con lei anche l’ex sottosegretario all’Interno e gia’
magistrato, Alfredo Mantovano) :"In tutti i predetti casi, per la proposizione della domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, le separazioni devono essersi protratte ininterrottamente, da almeno un anno se la separazione personale e’ consensuale e senza figli, da almeno due anni se la separazione personale e’ giudiziale in assenza di figli e tre anni se la separazione personale e’ giudiziale o consensuale con la presenza di figli minori, a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale. L’eventuale interruzione della separazione deve essere eccepita dalla parte convenuta".