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La pirateria musicale e la pedofilia, la cocaina in Parlamento e lo «stato che non c'è», la mafia e Emergency, le stragi del sabato sera e - ovviamente - quelle sul lavoro. Un po' di tutto nei testi delle canzoni e dei conduttori del concertone del primo maggio a Roma. Ma guai a parlare di preservativo ancora messo al bando dalla Chiesa e del rifiuto dei funerali cattolici a Piergiorgio Welby (il cui corpo, dopo quattro mesi dalla morte, ancora non viene riconsegnato ai familiari). E' questo che fomenta il terrorismo, secondo l'Osservatore Romano che così stigmatizza oggi in un editoriale le battute satiriche di Andrea Rivera, il citofonatore folle del programma condotto da Serena Dandini su Rai 3, «Parla con me». «Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta», è la battuta di Rivera che introduce il tema del preservativo in una società moderna. Niente di eclatante, ma suscita l'entusiasmo giovanile che rende il boccone ancora più amaro per le gerarchie ecclesiastiche. E poi, più irriverente, come da tradizione satirica: «Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così, assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di sclerosi, ma due ladroni». Parole che il conduttore non aveva nemmeno finito di pronunciare che già nel backstage si distribuivano sedativi. «Frasi stupide» e «inopportune», prendono subito le distanze i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil. Addirittura per Raffaele Bonanni (Cisl) «il concerto del primo maggio non è il luogo più adatto per fare politica». Neanche il direttore di Raitre Paolo Ruffini la prende tanto a ridere e, abbozzando una giustificazione sulla diretta tv della Rai, si associa alle parole dei tre sindacalisti. Ma è l'Osservatore romano a buttarla giù dura: «E' terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell'amore», attacca l'organo del Vaticano che non perde l'occasione per costruire un pastone fobico con le minacce terroristiche (vere) ricevute nei giorni scorsi dal presidente della Cei Angelo Bagnasco, «gli slogan nei cortei inneggianti ai terroristi», e «i messaggi che appaiono su internet provenienti da br in carcere». Un clima che, secondo il quotidiano, avrebbe dovuto influenzare chi ha scelto «questo personaggio» come conduttore della kermesse. «E' vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile», continua l'editoriale. E ancora: «Qualcuno vuole aprire una guerra strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi». Questa volta gli applausi si sollevano dai banchi del centrodestra ma alla gara su chi grida più forte allo scandalo partecipano anche esponenti della maggioranza, come il capogruppo alla camera di Idv, Massimo Donadi. La maggioranza della coalizione di governo, però, solidarizza con il conduttore e non ha dubbi: esagerata, intimidatoria e censoria, la reazione del Vaticano e del centrodestra. E mentre Romano Prodi invita tutti a «usare serenità e buonsenso», perché «gli scriteriati ci sono sempre», qualcuno prova anche ad argomentare che «le battute non sono proiettili» (Giovani comunisti), che «l'accusa di terrorismo è irresponsabile» (Luigi Manconi), che è una «strategia di potere fondamentalista» offensiva «contro le vittime del terrorismo» (Marco Cappato). Per Sandro Curzi, consigliere Rai, infine, «parlare di terrorismo per una battuta di un comico» è una «provocazione irresponsabile», che getta «benzina sul fuoco per meschine strumentalizzazioni politiche». Necessarie, però, a pochi giorni dal «Family day», tanto sponsorizzato dai vescovi italiani.da Il Manifesto |
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