Ipotiroidismo. Arriva la levotiroxina sodica in flaconi orali monodose
 











Per chi ha problemi di ipotiroidismo, alla tradizionale levotiroxina sodica in compresse e gocce, si aggiunge oggi in anteprima mondiale in  Italia la nuova formulazione liquida in flaconcini orali monodose, prodotta da Ibsa Farmaceutici Italia. L’opzione terapeutica è stata presentata al congresso internazionale di endocrinologia ICE/ECE svoltosi a Firenze nelle scorse settimane.
Oltre 2,5 milioni di italiani, prevalentemente donne, soffrono di ipotiroidismo, con un’incidenza che va dal 7-8% in età fertile fino a 10-15% nel periodo post-menopausale.
La patologia è una malattia cronica, e per questo la cura più efficace per chi ne soffre, l’assunzione di levotiroxina sodica, è una terapia da seguire per  tutta la vita. Il principio attivo ha però un grave problema, nella sua formulazione in pasticche: va presa al mattino a digiuno, con l’attenzione di non fare colazione per almeno 30-60 minuti, se si vuole evitare che avvenga
un’importante riduzione di assorbimento. Questa infatti si verifica nel caso non vengano rispettati i tempi tra la somministrazione e il caffè mattutino o la colazione. Il suo assorbimento inoltre, sempre in questa formulazione, è influenzato anche da fattori esterni quali l’uso di inibitori di pompa protonica (come comuni farmaci per la gastrite o per il reflusso gastro-esofageo): questi innalzano il pH dello stomaco, riducono la dissoluzione della compressa e, di conseguenza, il suo assorbimento.
Da queste caratteristiche è nata la necessità di cercare una nuova soluzione: ecco perché è stata sviluppata questa nuova versione liquida, che essendo più maneggevole, e soprattutto non avendo i problemi sopra riportati, è in grado di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei pazienti, l’aderenza alla terapia e diminuire la frequenza dei controlli di laboratorio. La nuova formulazione liquida, presentata a Firenze da Murray Ducharme, docente di Farmacologia all’Università di
Montreal in Canada, raggiunge rispetto alle compresse la massima concentrazione nel sangue 30 minuti prima, poiché non necessita della fase di dissoluzione. Dal punto di vista clinico ciò si concretizza in un minor rischio di interazione con alimenti o altri farmaci e dunque in meno problemi di assorbimento.
Queste caratteristiche fanno anche sì che la nuova formulazione possa portare anche un beneficio economico. Uno studio presentato nel corso del congresso da Salvatore Benvenga, docente di Endocrinologia all’Università di Messina ha infatti dimostrato che dal ridotto ricorso ai dosaggi ormonali di controllo, vista la prontezza con cui la formulazione liquida raggiunge e mantiene i valori desiderati di TSH nel sangue, derivano risparmi economici sensibili, nonostante la concomitante assunzione degli inibitori di pompa protonica.
Nel contempo, nello stesso congresso internazionale di endocrinologia ICE/ECE, Ibsa Farmaceutici Italia ha reso noto di voler promuovere il progetto
IPO-POP (Ipotiroidismo e Popolazione), in collaborazione con le associazioni dei pazienti attive nelle diverse realtà locali, per aumentare la sensibilità sulle malattie della tiroide e migliorare l’informazione e il dialogo medico-paziente.
L’ipotiroidimo è infatti una malattia facilmente curabile, ma ancora scarsamente conosciuta e, come testimonia una recente ricerca effettuata da DOXA,  l’ipotiroidismo è ritenuto serio e limitante solo dal 7% degli italiani, anche se ben un paziente su tre dichiara di soffrire di importanti disagi fisici.
La diagnosi di ipotiroidismo arriva mediamente soltanto un anno dopo i primi sintomi, proprio perché si pensa a tale patologia dopo aver escluso tutto il resto. Il 70% degli italiani ha dichiarato infatti di non aver mai fatto un controllo della funzionalità della tiroide.
Il progetto IPO-POP prevede incontri in diverse città italiane, nel corso dei quali chi soffre di patologie tiroidee potrà partecipare ed esprimere i propri dubbi,
raccontare le proprie esperienze, il grado di soddisfazione o insoddisfazione percepito rispetto alla cura, alla propria qualità di vita e al rapporto con il medico.
Il primo appuntamento è per sabato 16 giugno ad Albano Laziale presso l’Ospedale Regina Apostolorum, un centro di eccellenza nella cura della tiroide che, grazie a un team di specialisti, coordinati dal primario Enrico Papini,  ha messo a punto metodiche chirurgiche innovative che hanno fatto scuola in Italia e all’estero.
In particolare il convegno “Gestione Clinica delle Tireopatie. Controversie e Stato dell’Arte” si focalizzerà sul trattamento e sul follow-up dei tumori della tiroide e della terapia sostitutiva che spesso si rende necessaria dopo l’intervento della tiroide.
L’incontro prevede una sessione dedicata ai pazienti (ore 11.00-13.30), dove saranno valutati anche gli aspetti relativi all’accessibilità ai servizi di follow-up.