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Il trio “Abc” complice del fallimento di Monti |
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L’informativa urgente del Governo sulla situazione europea ci ha regalato uno scenario surreale. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha spiegato a Montecitorio quale sia lo stato dell’arte. Una sorta di riepilogo vuoto di contenuti. Un riassuntino irrispettoso delle prerogative della Camere. Alcuni deputati, dal canto loro, hanno consegnato ad Internet una serie di apprezzamenti e considerazioni senza precedenti. Complimenti ed aggettivi che non utilizzerebbe nemmeno il più viscido dei lacchè. Si è voluto dimostrare ai tecnici di voler sostenere in modo compatto il loro operato. Niente di più lontano dalla realtà. Sui singoli provvedimenti iniziano infatti i distinguo e le lotte intestine tra le varie componenti. Nessuno degli esponenti della maggioranza ha avuto il coraggio di chiedere a Monti di farsi da parte. Questo compito è stato riservato a qualche esponente del Misto ed ai capigruppo di Lega e Idv. Eppure, questo Esecutivo ha fallito su tutti i fronti. Ieri a nessuno è venuto in mente di far presente quanto sia pressante la necessità di rivedere al ribasso le accise sui carburanti. Il consumo di benzina e gasolio è crollato ed il gettito garantito dalle imposte è molto lontano da quello previsto dagli atti di finanza pubblica. Un cortocircuito colpevole della diminuzione dei consumi e quindi del livello di Iva versata nella casse dello Stato. Un quadro a tinte fosche confermato dai recenti dati della Ragioneria generale. Per adesso – è bene ricordate la provvisorietà del valore – mancano all’appello la bellezza di tre miliardi e mezzo di euro. Soldi fondamentali per il funzionamento di tutto l’apparato burocratico e per il pagamento degli interessi sui titoli del debito pubblico. Una voragine iscritta a bilancio che in qualche modo dovrà essere riempita. Una manovra correttiva sembra quindi materializzarsi all’orizzonte. Un nuovo macigno sulle spalle di cittadini ed imprese. Questi numeri sono frutto dell’azione sciagurata di questo Governo. Anche un bambino capisce che, senza l’aumento della pressione fiscale, l’erario si sarebbe garantito un numero maggiore di entrate. Monti invece – ministro dell’Economia ad interim – ha preferito calcare la mano con atteggiamento irresponsabile. Cosa succederà se le aziende non riusciranno a versare l’Imu entro dicembre? Si avvieranno esecuzioni forzate su scala nazionale? Monti si guarda bene dal fornire previsioni relative al medio periodo. Il cattedratico di fama internazionale non ha le carte in regola per continuare a guidare il Paese. Nonostante l’evidenza, Pd, Pdl e Udc si sono detti pronti a firmare una mozione per conferire al Governo un “mandato europeo”. Monti, esponente dell’Europa della grande finanza, dovrebbe, grazie ad una mozione, cambiare il suo atteggiamento per diventare paladino dell’interesse nazionale? Una pia illusione cullata solo da chi ha deciso di essere complice della speculazione. Parlare di “mandato europeo” dimostra poi un’ignoranza crassa nelle materie del diritto internazionale e del diritto internazionale comparato. Se si troverà un accordo durante il prossimo vertice comunitario lo si dovrà fare mettendo d’accordo tutti i Paesi dell’Unione europea. La decisione delle Camere italiane non è minimamente in grado di intaccare la capacità di agire di un altro Stato sovrano. Sull’Unione europea pesano poi una serie di dinamiche economiche del tutto slegate da un controllo di tipo politico. L’unica possibilità praticabile è rappresentata da una rinegoziazione dei Trattati istitutivi. Non ha senso pensare di riformare l’Unione agendo tra i confini del perimetro normativo oggi vigente. Si deve agire e bisogna far al più presto. La speculazione non fa sconti a nessuno. Anzi, la si invoglia promettendo pagamenti del debito da ottenere a scapito di tagli ai servizi sociali e tassazioni straordinarie insostenibili. A chi continua a votare la fiducia a questo Governo con piglio acritico si dovrebbe ricordare una cosa. Ad Atene, non in una sperduta repubblica centroafricana, migliaia e migliaia di malati di tumore non sono più in grado di curarsi in maniera adeguata a causa dei tagli sul comparto sanitario. Vittime incolpevoli di una crisi causata da un’Europa legata a filo doppio con la grande finanza. Per loro i partiti “europeisti” non hanno speso una parola. Un silenzio colpevole ed insopportabile.Matteo Mascia |
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