I piccoli teatri: faremo show in piazza
 











I piccoli teatri proclamano lo Showpero. Più che disertare le scene nel senso più classico del termine, gli attori di cinque compagnie baresi si esibiranno davanti a Palazzo di Città. La protesta, in programma da mercoledì prossimo, assumerà la forma di una maratona di spettacoli all’aperto. Tutto nasce dal provvedimento con cui il 29 dicembre scorso, la giunta comunale ha stanziato poco meno di 1,2 milioni per il triennio 2011-2013 in favore di sei compagnie (Abeliano, Granteatrino, Kismet, Tiberio Fiorilli, Anonima Gr e Diaghilev, quest’ultima di Mola di Bari), lasciando fuori tutte le altre. Che, preso atto dell’esclusione, minacciano adesso fuoco e fiamme. A guidare la protesta saranno gli artisti di Teatro Purgatorio, Teatro Barium, Piccolo Teatro, Teatro Duse e Compagnia Ariete, con in testa coloro che ne hanno fatto la storia, da Nicola Pignataro a Gianni Colajemma, fino a Nietta Tempesta, per citarne alcuni. I malumori hanno già cominciato a prendere corpo nei quartieri.
La delibera della giunta comunale con cui vengono riconosciuti 379mila euro complessivi l’anno per tre anni soltanto ad alcune compagnie  -  le stesse che confluiranno nel Teatro Stabile che sarà costituito al Piccinni  -  è stata fotocopiata e diffusa in cinquemila copie. Giusto per far crescere la rabbia di quanti a vario titolo lavorano con le compagnie, ma anche del pubblico. La protesta vera e propria, lo Showpero, per l’appunto, comincerà mercoledì e, almeno nelle intenzioni, andrà avanti
per parecchio tempo. "Ci esibiremo notte e giorno davanti al Comune  -  fa sapere Nicola Pignataro, il primo a salire sulle barricate  -  . Chiederemo ai passanti un contributo volontario da uno a 10 centesimi, fino a raggiungere 379mila euro, la somma riconosciuta alle altre compagnie. Secondo le nostre stime, ci vorranno circa 700 giorni, ma non molleremo".
Del provvedimento adottato dalla giunta comunale il 29
dicembre 2001, gli artisti delle compagnie cittadine escluse contestano soprattutto un passaggio: quello in cui viene giustificato il riconoscimento del contributo. "Quelle compagnie, fra cui ve ne solo alcune che non hanno il teatro  -  accusa Pignataro  -  vengono definite "strutture radicate sul territorio e significative nel panorama culturale cittadino". Vorremmo capire in base a quali criteri è stata effettuata questa valutazione, considerato che i teatri esclusi sono radicati sul territorio almeno nella stessa misura e anche di più di quelli che sono state ammessi".
Quella dei contributi alle piccole compagnie teatrali, un sottobosco spesso snobbato anche se da sempre fucina di talenti, è una polemica che si trascina da anni. L’amministrazione comunale, anche per ragioni di budget, aveva annunciato che avrebbe tagliato le sovvenzioni. A fine dicembre, invece, ad essere tagliate fuori sono state alcune compagnie. Una scelta che, senza correzioni in corsa,
rischia di condannare alla chiusura le realtà escluse. Come se non bastasse la decennale diatriba sulla programmazione del consorzio Teatro pubblico pugliese, che esclude dai cartelloni molte delle produzioni del capoluogo, preferendo l’acquisto di spettacoli realizzati in altre regioni, un pezzo del teatro popolare cittadino deve adesso scontrarsi con il Comune per conquistarsi spazi di sopravvivenza. Lo Showpero è l’ultima trovata per cercare di non scomparire.Raffaele Lorusso