Stop alla dispersione di polveri al via i lavori per i carbonili Enel
 











Dopo un’attesa lunga decenni Enel pone le basi per la riconciliazione con il fronte ambientalista brindisino, dando il via ai lavori per la realizzazione dei carbonili coperti presso la centrale termoelettrica Federico II di Cerano. Un investimento da 120 milioni di euro, inaugurato simbolicamente ieri con la posa della prima pietra
Stop alla dispersione di polveri di carbone. Dopo un’attesa lunga decenni Enel pone le basi per la riconciliazione con il fronte ambientalista brindisino, dando il via ai lavori per la realizzazione dei carbonili coperti presso la centrale termoelettrica Federico II di Cerano. Un investimento da 120 milioni di euro, inaugurato simbolicamente ieri con la posa della prima pietra, alla presenza dell’amministratore delegato e direttore generale di Enel Fulvio Conti, che  ha annunciato la conclusione delle opere entro 39 mesi, e l’impiego di almeno 300 nuovi lavoratori che saranno assunti attraverso il diretto
coinvolgimento dell’imprenditoria locale. Alla cerimonia hanno partecipato anche il vice presidente della Regione Puglia Loredana Capone, il presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese e il sindaco di Brindisi Mimmo Consales.
Il progetto per la copertura delle piazzole di stoccaggio del combustibile che alimenta la centrale, attualmente depositato a cielo aperto, prevede la realizzazione di cupole dette “dome”. Ogni dome avrà un diametro di 145 metri e altezza di circa 50 metri per una capacità di stoccaggio di circa 180mila tonnellate di combustibile. La copertura delle cupole
è costituita da una struttura geodetica in legno lamellare. I carbonili saranno dotati di macchine ad alto grado di automatizzazione per la messa a parco e ripresa del carbone. Saranno inoltre installati nuovi nastri trasportatori e torri dello stesso tipo di quelli già esistenti presso la Federico II. A conclusione dei lavori i nuovi carbonili, interamente automatizzati, soppianteranno
l’attuale parco di stoccaggio del combustibile che verrà dismesso al completamento delle nuove installazioni.
“Lavoriamo costantemente perché le nostre centrali termoelettriche si confermino best practices a livello internazionale e la realizzazione di carbonili coperti a Brindisi va in questa direzione – ha detto Fulvio Conti –. Negli ultimi anni, abbiamo dedicato ingenti investimenti per la centrale di Brindisi, tali da renderla un centro di avanguardia tecnologica e un’occasione di sviluppo per il territorio grazie anche al rilevante miglioramento ambientale. Siamo orgogliosi di ospitare nella nostra centrale tecnici e scienziati di fama internazionale che arrivano a Brindisi da tutto il mondo per confrontarsi con le migliori tecnologie disponibili nella produzione energetica sostenibile da carbone”.
Per il primo cittadino di Brindisi “un progetto si sarebbe potuto concretizzare prima”. Consales ha aggiunto: “Ma ciò dimostra che la conflittualità permanente non aiuta la
soluzione dei problemi”. Se il maxi-investimento fosse stato avviato prima, si sarebbe forse potuta scongiurare la desertificazione dei campi adiacenti la centrale, sui quali una ordinanza del sindaco Domenico Mennitti vieta la coltivazione dal lontano 2007. A seguito della ordinanza sindacale i contadini presentarono un esposto, sulla scorta del quale prese il via un’inchiesta della magistratura brindisina recentemente giunta al capolinea, confermando le ipotesi di reato a carico di quindici indagati, fra cui dirigenti Enel e imprenditori addetti al trasporto del carbone che alimenta la centrale, accusati di getto pericoloso di cose, danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni. Accuse che Enel ha sempre rigettato, difendendo una politica industriale all’insegna del rispetto dell’ambiente, consolidata con l’ultimo investimento milionario.