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Detenuto morto in carcere i periti: "Andava curato fuori" |
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E’ morto per una broncopolmonite sopraggiunta ad una intossicazione da Fenobarbital, con soffocamento, Gregorio Durante, il detenuto di Nardò di 34 anni deceduto la notte dello scorso San Silvestro nel carcere di Trani. Durante avrebbe dovuto essere trasferito in una struttura ospedaliera esterna per ricevere le cure adeguate. E’ questa la conclusione a cui sono arrivati Biagio Solarino, Roberto Gaglianio Candela e Roberto Catanesi i tre medici incaricati dalla Procura di Trani dell’autopsia fatta a gennaio. Il Fenorbital è un medicinale che viene somministrato a chi, come Durante, soffre di epilessia. Nel referto stilato dai tre periti si evidenzia anche che la documentazione sanitaria fornita dalla struttura carceraria di Trani, risulta carente, insufficiente a comprendere le condizioni cliniche in cui il paziente versava nella settimana di detenzione in una cella d’isolamento. Durante era stato accusato dai secondini del carcere di aver simulato malori e quindi era stato messo in isolamento diurno per tre giorni consecutivi come sancito dal regolamento dell’istituzione penitenziaria. Dagli elementi raccolti, per i periti, è ragionevole ritenere "che - è detto nel referto - le condizioni cliniche fossero talmente compromesse da consigliare nei giorni precedenti al decesso il ricovero in ambiente ospedaliero esterno o internistico o neurologico, per la terapia". Per la morte di Durante sono 14 le persone indagate dalla procura di Trani: il direttore della struttura penitenziaria, Salvatore Bolumetti, e 13 medici tra i quali quelli della Asl che si occupano del carcere di Trani e del reparto di psichiatria di Bisceglie.
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