Euro. Lo hanno fatto apposta
 











La dittatura surrettizia che i leader europei intendono perseguire e consolidare, una dittatura delle banche sull’Europa, attraverso l’euro, è ora nuovamente denunciata come una strategia lungimirante, fin dall’esordio, per distruggere le nazioni. Ossia, non che l’euro sta fallendo, anzi sta funzionando e benissimo in quanto l’euro, sta provocando proprio tutto ciò per cui è stato ideato e progettato dall’uno per cento dell’oligarchia che ce lo ha imposto.
Così, circa, scrivono i giornali americani, ricordando che “l’ideatore” ha sempre visto la sua creatura (l’euro) come l’arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul lavoro facendo dell’Europa una terra di conquista per cinesi, africani e arabi. E l’euro sta ora iniziando davvero a dare i frutti migliori per il compito cui venne ideato.
Infatti, tale moneta è soprannazionale, toglie ai governi eletti – quando si dice la fine delle democrazia - la possibilità di usare politiche creditizie e fiscali
capaci di farci uscire dalla crisi, poiché le politiche monetarie sono al di fuori dalla portata dei politici, eletti dal popolo. Si tratta di Governi che sono privati dei loro strumenti d’intervento più efficaci, rimanendo padroni solo di ridurre regole e diritti verso imprese e lavoratori per cercare di mantenere i posti di lavoro, creando incertezze - tutto nel nome della concorrenza - dove ampie enclavi di stranieri operano sui territori nazionali con logiche di sfruttamento di 12 o 15 ore di lavoro al giorno senza alcun diritto, producendo merce scadente ma piazzata già sul mercato dell’ex mondo avanzato. Insomma, a breve, con l’Euro si ripropone una feroce lotta di classe per la sopravvivenza, con comunità straniere che tolgono lavoro ai giovani e ai padri italiani.
Il termine “riforme strutturali” è - a parte il caso italiano che si lega ad aspetti corruttivi e di spreco immensi e da decenni nella pubblica amministrazione - presente anche in altri Stati, e significa, più in
generale, impatto strutturale antropologico formato da enclavi di comunità formate da decine di migliaia di lavoratori in nero, sottopagati che rimettono enormi ricchezze nella loro madrepatria, finendo per chiudere gli europei in una morsa a spirale. Più passano le settimane e più la crisi bancaria diventerà estrema ed acuta. Allora, quando saremo nel baratro, i governi saranno costretti a rinunciare anche alla propria sovranità e ad utilizzare le proprie entrate fiscali e il proprio credito per i salvataggi bancari. E i nostri popoli - che avranno sempre meno certezze in casa perché erose dalla presenza di alte densità di genti e popolazioni ben più scaltre nell’ottenere quei brandelli di Stato sociale, servizi sanitari d’assalto nei pronti soccorso – chiuderanno negozi italiani, o europei, per lasciar spazio ai Suk, spalmati in ogni dove dai cosiddetti venditori ambulanti e abusivi che vestiranno la nuova moda del vu’ cumprà che aleggia sull’Europa già consesso di Nazioni civili.
Per i lavoratori, insomma, la paura maggiore è quella di perdere “immediatamente e irrimediabilmente il posto di lavoro”. Un fatto che secondo gli operai dovrebbe essere considerato “inaccettabile” anche “da qualsiasi persona di buon senso e dalle istituzioni”. ”E’ presto per commentare – ha affermato sulle dimissioni di queste ore il portavoce del cartello ambientalista Altamarea, Alessandro Marescotti – Sappiamo che i periti nominati dalla procura hanno documentato che l’inquinamento a Taranto causa ogni mese la morte di due persone. La magistratura non potrà rimanere inerte. A Taranto – ha aggiunto Marescotti – deve cominciare la messa in sicurezza di emergenza della falda acquifera sotto l’area industriale. Mare e pascoli sono contaminati dalla diossina. Occorre bonificare. Questa sarà la salvezza della città e della sua classe operaia”.Raffaele Panico