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Grecia, disoccupazione a livelli record |
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La prima conseguenza delle durissime misure di austerità imposte alla Grecia è l’aumento della disoccupazione che nel 2013 potrebbe toccare il 28-30%. La Troika degli usurai internazionali, Unione europea, Bce e Fondo monetario, non aveva voluto sentire ragioni e, per mettere a disposizione dei Atene i due prestiti internazionali per 90 e 130 miliardi di euro, aveva imposto il blocco e il congelamento di stipendi e pensioni, nel settore pubblico e privato, l’aumento delle tasse sulle case, sui tabacchi e sugli alcolici, la liberalizzazione di numerose attività professionali e di settori produttivi e la privatizzazione di diverse aziende pubbliche come quelle operanti nell’energia e nelle telecomunicazioni. Niente di nuovo sotto il sole comunque, anche altri Paesi, in Africa, in Asia, come in Sudamerica, hanno dovuto subire le medesime imposizioni in cambio di prestiti da parte dello stesso Fmi e della Banca Mondiale. La situazione greca sta in ogni caso precipitando verso una situazione di non ritorno. Se all’inizio del 2011 nelle principali città greche si erano avuti gli assalti ai ministeri e alle sedi delle banche da una folla resa inferocita dall’applicazione delle prime misure di austerità varate dal governo socialista (si fa per dire) di Papandreou, ora è minacciata la stessa stabilità sociale con una disoccupazione e una povertà in continuo aumento. L’allarme è arrivato dalla Gsee, la Confederazione generale dei lavoratori greci, che in un suo rapporto ha sottolineato che i tagli alla spesa pubblica stanno strangolando l’economia e mettono in pericolo il tessuto sociale del Paese. In giugno la disoccupazione ha raggiunto il 23,1% contro il 22,6% di maggio e contro il 16,8% del giugno 2011. L’economia è sull’orlo del tracollo e un minimo di respiro finanziario, dal punto di vista delle entrate, potrà essere offerto soltanto dal turismo, favorito da una politica di prezzi molto bassi. Ma le imposizioni della Troika lasciano pochi margini di manovra. Nei prossimi due anni il governo dovrà tagliare la spesa pubblica di 11,5 miliardi di euro per ottenere altri soldi in prestito. La Gsee stima che questi tagli comporteranno una riduzione del Prodotto interno lordo del 5,5% nel 2013 che si andrebbe ad aggiungere a quella del 7% prevista dal governo per il 2012. Negli ultimi cinque anni, l’economia si è ridotta di quasi il 20% ed è una crisi che ha colpito in particolare i lavoratori più giovani. Terrificante è la percentuale di disoccupati (54,9%) per quelli sotto i 25 anni. Migliaia di greci hanno lasciato la Grecia per andare a cercare lavoro all’estero, in particolare in Germania, Italia e Francia, ma anche in Australia. Rispetto ai primi anni sessanta, che registrarono flussi migratori simili, quelli di oggi sono più preoccupanti perché quelli che se ne vanno sono professionisti qualificati, come medici, ingegneri o esperti nelle tecnologie informatiche e sanitarie. Quindi tecnici che potrebbero gestire e guidare il futuro. Una deriva che è stata prospettata ai tecnici della Troika che hanno fatto spallucce ed hanno insistito con la necessità di adottare le misure di austerità. Uno dei segnali più significativi del degrado economico greco è dato dal crollo verticale della vendita di auto (un 40% in meno in ognuno degli ultimi due anni) e il concomitante aumento (+25%) della vendita di biciclette. I ciclisti si devono però confrontare con la quasi totale assenza di piste ciclabili e di infrastrutture nelle principali città (Atene, Salonicco e Patrasso) visto che le amministrazioni comunali non avevano mai ipotizzato che si potesse arrivare ad una situazione nella quale pure l’automobile si sarebbe trasformata in un lusso riservato ai felici pochi che ancora dispongono di qualche euro da spendere.Filippo Ghira |
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