Verbicaro come città della buona musica
 







di Rosario Ruggiero




Località cosentina della Riviera dei Cedri, ad altitudine collinare, Verbicaro ha fatto nascere, in quest’ultimo mese di agosto appena trascorso, una sensibile attenzione per la musica vocale operistica, ma pure per la musica solamente strumentale, con il precipuo intento di renderla, negli anni a venire, regolare.
Si tratta, innanzitutto, dell’istituzione di un corso di perfezionamento per cantanti lirici da concludersi, di volta in volta, con la rappresentazione di un’opera lirica diversa, e di concerti di musica da camera. Quest’anno è stata l’inaugurazione di una sala dell’antico palazzo signorile Cavalcanti che resterà destinata ad eventi artistici e più ampiamente culturali, due concerti della pianista Marina Di Giorno dedicati a celeberrime pagine di Chopin e di Schumann, nonché composizioni di più rara occasione di ascolto, e l’allestimento de “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti curato dal direttore d’orchestra Angelo Guaragno e
dalla regista Graciela Alperyn che ha impegnato venti giovani artisti di Francia, Messico, Israele, Spagna, Bulgaria, Polonia, Germania, Italia, Croazia, Russia e Giappone.
Le recite sono avvenute nello stesso mese di agosto, il 25 al Teatro dei Ruderi di Cirella, il 26 ed il 31 a Verbicaro, il 29 a Scalea ed il 30 a Praia a Mare. In più sono stati svolti due concerti lirici a Verbicaro, in piazza, il 27 ed il 28. Dal 29 ottobre al 3 novembre prossimi, altre rappresentazioni del “L’elisir d’amore” avverranno in Germania, ad Oberstenfeld ed a Francoforte.
L’idea di questa encomiabile attenzione musicale, ci ha spiegato Felice Spingola, sindaco del piccolo comune cosentino, è nata la scorso anno in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al maestro Guaragna, avvenuta anche alla presenza di Reinhard Rosner, sindaco della cittadina tedesca di Oberstenfeld, da lunga data gemellata con Verbicaro.
Perché proprio la musica?
«Perché Verbicaro ha una
tradizione legata all’arte dei suoni varia e secolare, con la banda musicale “Francesco Cilea”, in attività da ben duecento anni, con un gruppo di musica folcloristica, ricco di circa settanta elementi, che mantiene in vita la nostra tradizione musicale autoctona sin dagli anni Settanta del secolo scorso, nonché con significativi motivi di orgoglio come il direttore d’orchestra Angelo Guaragna, il direttore di coro Francesco Spingola, la pianista Marina Di Giorno, francese, ma di famiglia con origini in Verbicaro, ed una delle maggiori sale per musica in una università di San Paolo del Brasile voluta e fatta costruire proprio da un nostro concittadino purtroppo recentemente scomparso. La specifica attenzione per l’opera lirica è stata poi suggerita dal lungo gemellaggio con la città di Oberstenfeld, essendo la musica linguaggio universale e, al tempo stesso, straordinario tramite di cultura locale, ed il teatro musicale ambito della musica dove l’Italia ha impresso in particolar modo incisivi segni caratterizzanti».
Per il futuro?
«Per l’anno prossimo prevediamo la conferma del corso di perfezionamento per cantanti lirici con la rappresentazione poi del “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti, e l’avvio di corsi di perfezionamento di esecuzione strumentale tenuti da Marina Di Giorno e qualificati insegnanti stranieri. Per tutti gli anni a venire, la ferma intenzione di dar luogo ad una autentica istituzione musicale estiva con l’ambizione di riuscire a collocarla meritevolmente nel novero di quelle più significative che attualmente esistono in Italia e nel mondo. In tal senso il successo di gradimento e di partecipazione di pubblico già quest’anno ottenuto non può che incoraggiarci».
Alla luce di tutto ciò non resta allora che rivolgere i migliori auguri per un felice sviluppo di questa iniziativa al sindaco, alla cittadina, alla musica, ai musicisti, ad ogni attento ascoltatore, all’arte ed alla cultura, nella piena consapevolezza però che
esistono due ben distinte mire precipue nella realizzazione delle cose: quella più biecamente politica, rivolta sostanzialmente al beneficio di se stessi, che può sfociare nella priorità del campanilismo, del rapporto di amicizia, di parentela o già solo di simpatia, e nella ricerca del più personale tornaconto; ed una mira più nobilmente etica, che obbliga ad una acuta attenzione, spregiudicata ed incondizionata, rivolta alla ricerca della qualità.
Nel primo caso, come un inconsistente fuoco d’artificio, dopo un primo bagliore iniziale, e gran rumore, non si avrà che uno sterile trascinarsi nel tempo dell’iniziativa, se non la sua estinzione più o meno immediata. Nel secondo caso, ci sarà sicuramente luminoso, ammirevole rigoglio, ma, seppure cause di forza maggiore riusciranno infaustamente a decretarne la fine, nella memoria collettiva resterà  sempre, inalterabile, la proficua influenza di una esperienza esemplare.
La bellezza salverà il mondo, ebbe a scrivere
Dostoevskij. Un motivo in più, non certo trascurabile, perché ogni persona, in opportuno potere, senta, inalienabile, il coscienzioso dovere di volerla proteggere.