Legge elettorale, la porcata bipartisan
 











“Si vuole veramente cambiare il Porcellum?”,  “Lo si ritiene davvero dannoso per la democrazia italiana?” questi gli interrogativi posti dal piddino Chiti in merito alla concertazione tra i principali partiti per la modifica della legge elettorale. In sostanza è quello che pensiamo da sempre ovvero centrosinistri e centrodestri, benché dicano il contrario, non hanno nessuna voglia di bypassare il porcellum.
Le promesse ancora una volta sono da marinaio, nell’uno come nell’altro schieramento. Solo che finché le promesse non mantenute venivano fatte da Berlusconi allora gli si dava addosso a più non posso mentre nel caso del partito dalla specchiata moralità si è più tolleranti. Ricordiamo ancora la campagna elettorale della larga alleanza prodiana in cui al primo punto del programma c’era la legge sul conflitto d’interessi. Invece non fecero proprio nulla. La stessa identica cosa sta succedendo per il Porcellum. Sono anni che promettono di
cancellare la legge porcata di Calderoli ma finora se ne sono serviti, come nella vittoria delle  elezioni del 2006. Anche se da settimane parlano di soluzione bipartisan con un misto tra collegi uninominali e proporzionale, con soglia di sbarramento al 5% e premio di maggioranza del 15% al partito vincente è molto probabile che non se ne faccia proprio nulla. Pd e Pdl ma anche Udc e Fli  hanno un doppio problema: stoppare l’avanzata di Grillo e fermare il rottamatore Renzi. Una eventuale crescita del M5S rischierebbe davvero di far saltare il banco. Solo che poi si porrebbe un problema serio: governare un Paese. Il che è tutto da dimostrare. E i primi passi dei grillini, come nel caso della giunta di Parma lasciano molti dubbi e poche certezze. Anche nel caso in cui a prevalere fosse il rottamatore Renzi, prima attraverso le primarie del Pd e poi nel voto politico, le cose non cambierebbero poi molto. Anzi, per tutta la vecchia classe politica che va da Bersani a Casini per finire a Vendola, Fini e Di Pietro una eventualità del genere sarebbe ancora peggiore. E così con il Porcellum che si regge sul premio di maggioranza alla coalizione si otterrebbe un duplice effetto: stoppare Grillo e neutralizzare il rottamatore Renzi. Quindi tutto questo enfatizzare, soprattutto di casa piddina, ci sembra una porcata. Nei giorni scorsi il Letta del Pd aveva quasi dato per scontato l’accordo sulla riforma della legge elettorale. Invece siamo ben lontani da una evenienza del genere. “Io penso che sarebbe grave andare a votare di nuovo con l’attuale legge elettorale” questo uno dei passaggi dell’intervista a radio radicale del piddino Chiti. “Il modello migliore -aggiunge- a mio avviso sarebbe il maggioritario a doppio turno, ma lo vuole solo il Pd. Ugualmente non ci sono le condizioni per ritornare alla legge Mattarella. I numeri ci sono per varare una legge elettorale simile a quella tedesca, con il 50% di eletti tramite collegi uninominali e il restante con il proporzionale e sbarramento al 5%”. Infine ricorda che le preferenze e il premio di maggioranza “come da noi” non esistono nei paesi europei. Però poi rammenta a tutti che per avere certezza che governi una coalizione, il premio di maggioranza dovrebbe essere indefinito: in questo modo non ci sarebbe alcuna differenza con il porcellum. “E’ invece essenziale -conclude Chiti- accompagnare alla nuova legge elettorale una convenzione costituzionale che impegni in primo luogo i partiti più grandi: chi arriva primo alle elezioni ha il diritto di formare il governo”. Cosa che non faranno mai soprattutto in questo momento in cui c’è da respingere l’attacco del vaffa. Dunque siamo di fronte ad un’opera di conservazione centrosinistra e centrodestra. Oltretutto stopperebbero anche Di Pietro, da sempre spina nel fianco dell’uno e dell’altro. Infatti, il Pd dopo averlo fatto eleggere nel collegio blindato del Mugello si è reso conto… che il conto andava chiuso. E così dopo i meriti per l’opera demolitrice di Mani pulite arriva il ben servito.
“Se il Pdl riesce a superare le difficoltà in cui si trova credo che rapidamente si può arrivare a una soluzione” questa la premessa dell’ex pm Violante per uscire dallo stallo in cui si trova la riforma della legge elettorale. La verità è invece un’altra: andare al voto con il porcellum, perché fa comodo a tutti. “Le responsabilità -prosegue l’ex presidente della Camera- non sono solo da una parte ma in prevalenza le incertezze sono da attribuire al Pdl”. Poi sull’inutilità delle primarie, come paventato da Prodi in caso di ritorno del proporzionale, l’ex ministro togato dice che la riforma in cantiere è una specie di maggioritario. Insomma il rischio di tornare al voto con il porcellum è molto alto. E le colpe sono principalmente del Pd sempre più propenso a neutralizzare la bomba del rottamatore Renzi attraverso la permanenza della legge porcata.michele mendolicchio