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La finanza italiana sceglie Monti anche per il 2013 |
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Il meglio e il peggio della finanza e della politica italiota si sono ritrovati a Cernobbio al tradizionale appuntamento per il Workshop dello Studio Ambrosetti. E’ il 38esimo anno che si verifica questo evento che offre l’occasione di testare gli umori del mondo economico nazionale nei riguardi della realtà politica europea e nazionale. Si tratta di una sorta di Trilaterale o di Bilderberg in formato minore. Del resto molti dei partecipanti sono membri di entrambe le istituzioni e ne frequentano le riunioni. E’ appena il caso di ricordare che proprio alla riunione del 1991 venne dato il via libera alla stagione di Mani Pulite. In tale occasione, sotto la spinta degli Usa e della Gran Bretagna, industriali, finanzieri e banchieri italioti, Agnelli in testa, decisero di scaricare DC e PSI e di puntare su un governo PCI-PDS (alleato alla sinistra DC) legittimato a governare in cambio delle privatizzazioni. Quest’anno la situazione si presenta decisamente migliore. Per loro. Un uomo dell’Alta Finanza, ex consulente di Goldman Sachs e di Moody’s, è stato imposto alla guida del governo, ufficialmente per ridurre il debito, in realtà per completare il processo di privatizzazioni avviato ufficialmente con la Crociera del Britannia del 2 giugno 1992. Stando così le cose, è stato fisiologico che la linea emersa a Cernobbio sia stata quella di continuare ad insistere con Mario Monti anche dopo le elezioni dell’anno prossimo. La riunione dei potenti o presunti tali del nostro Paese è stata caratterizzata dalla presenza dei gentili ospiti stranieri, come l’ex primo ministro spagnolo, Josè Maria Aznar, l’ex presidente della Bce, il francese Jean Claude Trichet, e il presidente israeliano Shimon Peres, venuto a rivendere la necessità di un attacco contro le centrali nucleari dell’Iran accusato, a prescindere come direbbe Totò, di volersi dotare di quella bomba atomica che Tel Aviv peraltro già possiede. Per tre giorni si discuterà sul tema: “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. Domenica concluderà i lavori l’intervento di Mario Monti che, nonostante abbia più volte dichiarato che nel 2013 lascerà il posto al vincitore delle elezioni, non sogna altro che essere richiamato a furor di banchieri a Palazzo Chigi per guidare un governo che impoverisca ulteriormente gli italiani, smantelli lo Stato sociale, tagli stipendi e pensioni, e che svenda la sovranità italiana attraverso la svendita di quello che resta delle aziende pubbliche italiane (Eni, Enel e Finmeccanica). A Corrado Passera toccherà invece il compito di illustrare dettagli sul nuovo piano per lo sviluppo e la crescita che il governo intende varare entro la fine di settembre. E se nel corso dei lavori verranno presentate quattro diverse relazioni sul sistema italiano delle infrastrutture, a tenere banco sarà sicuramente la situazione economica globale ed europea. Il tema, di per sé ovvio, registrerà le preoccupazioni dei gentili ospiti sulla gravità della fase che stiamo attraversando. Una situazione che non potrà sicuramente essere affrontata da un governo del PD guidato da Pierluigi Bersani, sempre che ne abbia i numeri, che pur avendo dimostrato di essere rivolto al Mercato, da ministro dello Sviluppo varò non poche liberalizzazioni con le sue “lenzuolate”, non è ritenuto in grado di stare a Palazzo Chigi. Al massimo, alle feste dell’Unità. La soluzione, dicono a Cernobbio, la abbiamo già a portata di mano. Mario Monti che per la sua storia, Commissione europea, Goldman Sachs e Moody’s, offre più che sufficienti garanzie sul fatto che permetterà e favorirà il saccheggio dell’Italia.Filippo Ghira
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