Uranio: i sindaci sardi pretendono risposte
 











I Comuni intorno al poligono militare del Salto di Quirra sollecitano nuovamente il ministero della Difesa. Il Dicastero romano continua ad essere impermeabile alla istanze provenienti dai territori.
Un atteggiamento sprezzante ormai divenuto fatto notorio. Per rafforzare il proprio “peso contrattuale” i primi cittadini hanno dato vita ad un comitato poco più di un mese fa. Organo di rappresentanza che dovrà interagire con Regione e Stato, sodalizio a cui potranno iscriversi tutti i Comuni sardi gravati da servitù militari. Tre giorni fa i Sindaci di Villaputzu, Teulada, Perdasdefogu e Arbus hanno chiesto ai rappresentanti del Consiglio regionale della Sardegna di sollecitare la Giunta affinché sia parte attiva nel processo sostenuto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato.
Iter che prevede il percorso di bonifica delle aree interessate, la graduale dismissione dei poligoni di Capo Frasca e Capo Teulada, e
la riconversione della base di Quirra. I Sindaci hanno sottolineato anche la necessità di avviare il confronto istituzionale tra Regione e Governo per rinegoziare gli accordi di concessione delle basi. La presidente della massima assemblea sarda, Claudia Lombardo, ha ricordato come il tema particolarmente sentito delle servitù militari sia stato oggetto più volte di confronto in Consiglio regionale attraverso le mozioni presentate dai vari gruppi. Nel corso dell’incontro i sindaci hanno inoltre chiesto di fare chiarezza sugli indennizzi che la Giunta regionale si è impegnata a corrispondere, ma che a oggi, non sono ancora stati erogati. Sul futuro del confronto pesa comunque il comportamento di Palazzo Chigi. A dispetto dei richiami alla trasparenza ed al rapporto con la cittadinanza, il comportamento della Difesa sembra aver fatto un salto nel passato.
L’assenza di un Ministro politico, surrogato dalla delega ad un ammiraglio, non aiuta. In ogni caso, la Difesa sarà obbligata ad
essere “trasparente” nelle aule dei tribunali. La procura di Cagliari ha infatti aperto un fascicolo per presunti abusi. Sino a questo momento, non ci sarebbero però iscritti nel registro degli indagati. Gli inquirenti vogliono fare luce su alcuni lavori per la “messa in sicurezza” del poligono di Quirra.
I militari avrebbero realizzato dei manufatti senza richiedere le autorizzazioni previste dalle normative vigenti. Nell’inchiesta potrebbe rientrare anche una nuova pista lunga più di dieci chilometri. Lo Stato Maggiore non può continuare a tacere. Il silenzio finisce per legittimare i sospetti.Matteo Mascia