Gli eco criminali avvelenano la Campania
 











Continua senza sosta l’attività di monitoraggio del territorio dell’Agro Nolano del gruppo di cittadini campani “Rifiutarsi”.
Le illecite condotte pubbliche e private e l’omertà di chi doveva controllare ma non l’ha fatto, hanno avvelenato un territorio in cui spiccano almeno quattro punti di notevole criticità ambientale, presenti nei comuni di Nola, San Vitaliano, Saviano e Palma Campania, tutti e quattro in provincia di Napoli.
A Nola, come ci segnalano gli attivisti del gruppo, diverse zone (Boscofangone, via Cimitero, via Sarnella, via Bosco Gaudio, località Piazzolla) sono quotidianamente usate come sversatoi per rifiuti di ogni tipo, in maniera particolare amianto e altri rifiuti speciali, industriali e tossici. E le istituzioni continuano a dormire beatamente.
Nonostante le continue segnalazioni e denunce, infatti, il Comune di Nola è rimasto inerme adducendo motivazioni come la mancanza di fondi, di personale e di attrezzature.
Altre gravi irregolarità, denunciano i cittadini, sono state compiute dalla società comunale Campania Felix Spa, incaricata di gestire la raccolta dei rifiuti solidi urbani, che da oltre due anni ha abbandonato 4 container pieni di rifiuti in località Boscofangone. Sorte simile per il comune di San Vitaliano. In via Ponte delle Tavole, si legge sul sito (www.rifiutarsi.it), lo spettacolo è surreale e disgustoso. Il letto dell’alveo dei Regi Lagni straripa di ogni tipologia di rifiuto per oltre un chilometro.
Scarti della lavorazione tessile, carcasse di automobili, fusti industriali e amianto. Non manca proprio nulla. Anche qui l’amministrazione locale, malgrado continue segnalazioni e nonostante si tratti di controllare una zona con un unico accesso stradale, non ha adottato alcun tipo di provvedimento e tanto meno dimostra un interesse particolare alla risoluzione del problema. Gravissima è anche la situazione a Saviano nell’alveo Santa
Teresella dei Regi Lagni. Si tratta di una vera e propria discarica a cielo aperto lunga un chilometro, dove tutto viene puntualmente bruciato.
Ultimo episodio in ordine di tempo e non certo per importanza, è quello registratosi nel territorio comunale di Palma Campania dove il 7 agosto 2012, come abbiamo già riportato a suo tempo, un mega incendio, domato solo dopo tre giorni di duro lavoro, è divampato nella discarica sotto sequestro di carflat (plastica tritata delle autovetture) in via Novesche tra Palma Campania, San Giuseppe Vesuviano e San Gennaro Vesuviano. La gigantesca nube tossica di diossina prodotta dal rogo, si è propagata verso l’area nord della provincia di Napoli, arrivando fino a quindici chilometri di distanza e appestando l’area dei comuni di San Gennaro Vesuviano, Palma Campania, Ottaviano, Saviano, Nola, Casamarciano, Cimitile, Camposano e Cicciano.
Tuttavia, nonostante le numerose segnalazioni e denunce dei cittadini, nessuna delle quattro amministrazioni
sopra citate ha deciso di intraprendere delle azioni concrete volte alla tutela del proprio territorio e dei propri cittadini. Gli attivisti di “Rifiutarsi”, stanchi di non essere ascoltati, hanno deciso di proporre all’eurodeputata Sonia Alfano di presentare un’interrogazione parlamentare al fine di approfondire i fatti sopra enunciati e di verificare la loro compatibilità con la tutela del diritto di qualsiasi cittadino europeo a vivere in un ambiente salubre. Per l’Italia, su cui pende già una procedura di infrazione proprio per la gestione dei rifiuti in Campania, oltre all’ennesima brutta figura, potrebbe profilarsi anche una devastante stangata, economicamente parlando.
Si continua a parlare, quasi sempre a vanvera, ma gli interventi effettivi latitano. I roghi spuntano come funghi e la manovalanza al servizio della cupola ecocriminale, può spadroneggiare indisturbata.Ernesto Ferrante