Un piccolo decalogo per una politica onesta e trasparente
Al Senato un’abbuffata di nomine
 











Un’abbuffata di nomine così non s’era mai vista al Senato. Si prepara l’autunno caldo delle promozioni: 22 direzioni di servizio, delle quali 12 sono senza capo. Quattro o cinque servizi da abolire o accorpare: e questo è il lavoro più facile.
A Elisabetta Serafin, diventata segretario generale un anno e mezzo fa con i voti dell’allora maggioranza, basterà non rinnovare le direzioni inutili rimaste vacanti per pensionamento dei responsabili, e accorpare servizi che non si comprende perché siano ancora divisi (due direttori per le commissioni permanenti e bicamerali, per esempio).
Il bello viene dopo e coinvolgerà almeno un quarto dei 113 funzionari di Palazzo Madama, in un gioco di pedine in movimento tra competenze, anzianità e patronage politici. I più esperti tra i funzionari spiegano che alla fine un puzzle forse sarà composto: il quadro d’insieme sarà un’amministrazione a immagine e somiglianza del segretario generale. E che resterà in
sella per i prossimi dieci anni. Il vero nemico del segretario generale è il tempo: se vuol vincere, deve chiudere in poche settimane. A febbraio il Parlamento si scioglie.
Una sola casella, la più importante, resterà vacante: quella di vice segretario d’Aula. La Serafin la vuole tenere libera per Federico Toniato, quel giovane funzionario cresciuto a palazzo Madama e che ora, al seguito di Monti, è vice segretario a Palazzo Chigi.
DECALOGO
Ecco un piccolo decalogo per una politica onesta e trasparente, che parte da una precondizione indispensabile: una legge sulla responsabilità giuridica dei partiti, che in Italia manca da sempre. Queste proposte ovviamente sono solo un inizio: aggiungete le vostre integrazioni e i vostri suggerimenti
1. Pubblicazione on line nel dettaglio dei bilanci nazionali e locali e di ogni spesa effettuata dai partiti e dai gruppi (parlamentari, regionali), con annesse motivazioni.
2.
Pubblicazione on line di redditi, proprietà e finanziamenti di tutti gli eletti, a ogni livello, compresa ogni eventuale pensione e ogni contributo ricevuto non solo dal proprio partito ma anche da privati, fondazioni o associazioni.
3. Pubblicazione on line da parte di ogni istituzione e di ogni partito del suo parco di auto blu, dei loro assegnatari, dei loro costi e dei loro effettivi utilizzi.
4. Un tetto vincolante e non aggirabile non solo ai rimborsi elettorali (cioè ai finanziamenti) ma anche alle spese per campagne elettorali sia di partito e di corrente sia individuali, i cui dati (entrate e uscite) devono essere interamente resi pubblici on line.
5. Sospensione dei finanziamenti pubblici in caso di violazione degli obblighi di trasparenza e degli obblighi di democrazia interna (congressi, elezioni degli organi dirigenti, candidature).
6. Fine delle indennità e dei vitalizi per i politici: solo
normali stipendi, sui quali versare tasse e contributi (come tutti gli altri cittadini) e normali pensioni calcolate (con le stesse modalità di quelle a cui hanno diritto gli altri cittadini).
7. Un parametro non modificabile per gli stipendi di ogni eletto (ad esempio, pari a tot volte il reddito medio calcolato dall’Istat).
8. Fine dei doppi incarichi e incompatibilità non solo tra incarichi elettivi, ma in generale tra incarichi pubblici (comprese consulenze).
9. Obbligo di motivazione e di trasparenza (sia sugli assegnatari sia sui costi) di ogni strumento o servizio dato in uso agli eletti (computer, tablet, corsi di aggiornamento).
10. Abolizione dei finanziamenti ai giornali di partito e parificazione di trattamento di questi ultimi alle testate non di partito.