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La leggendaria band inglese in celluloide |
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Il prossimo ottobre nelle sale cinematografiche del nostro Paese verrà proiettata una pellicola che prende il titolo di “Celebration Day” e che vedrà come protagonista assoluta una delle rock band britanniche più rappresentative del ventesimo secolo, i leggendari Led Zeppelin. Il film che uscirà il 17 ottobre contiene le riprese del concerto che i tre membri superstiti della band hanno tenuto il 10 dicembre 2007 sul palco della “02 Arena” di Londra. Al cantante Robert Plant, oltre che al bassista/tastierista John Paul Jones e al chitarrista Jimmy Page si è aggiunto anche Jason Bonham, figlio del batterista John Bonham, quarto membro originario dei Led Zeppelin scomparso il 25 settembre del 1980. La band nasce verso la fine degli anni Sessanta dall’iniziativa del chitarrista Jimmy Page, il quale dopo importanti esperienze anche in veste di session man riesce a concretizzare il suo personale progetto di formare un proprio gruppo che prenderà il nome di “Led Zeppelin”, una storpiatura di “Lead Zeppelin” che significa “il dirigibile di piombo” e alla quale origine del nome sono state attribuite diverse versioni. L’inizio dell’anno 1969 vede il debutto discografico del gruppo con l’album rock intitolato semplicemente “Led Zeppelin”, dove si rintracciano chiare influenze blues palesate da riadattamenti di canzoni come “I can’t quit you baby” di Willie Dixon, figura importantissima di questa corrente musicale americana. Accanto a questi rifacimenti di classici del blues sono presenti anche brani originali del calibro di “Babe I’m Gonna Leave You” o “Dazed And Confused”. Il disco viene registrato in pochissimo tempo ed il risultato è un concentrato di potenza musicale senza pari dove questo rock-blues viene “contaminato” da una psichedelia che sfocia dalla chitarra di Page che si conferma musicista di grande talento. L’anno 1969 vede la band impegnata in una serie interminabile di concerti e anche nella realizzazione di un secondo album che viene chiamato “Led Zeppelin II”, un lavoro più rock e incisivo del precedente e che segue la scia di nuovi generi come l’hard rock, uno stile musicale del quale Jimmy Page e compagni diventano uno dei gruppi più rappresentativi. Il disco si apre con “Whole Lotta Love”, una delle canzoni più conosciute della discografia dei “Zeppelin” e prosegue con altri brani storici come l’immortale “Moby Dick”, pezzo strumentale dove in un magistrale assolo di batteria vengono esaltate le grandi capacità tecniche del rimpianto John Bonham. Dopo il grandissimo successo di questo secondo album esce il terzo capolavoro della band che viene battezzato come “Led Zeppelin III” ed è costituito da una facciata elettrica e una acustica. L’inizio del disco parte a ritmi serrati con la potente “Immigrant Song” dove l’urlo assordante di Plant si inserisce su un riff di chitarra cadenzato e incalzante di Page e che ispirerà diverse generazioni di chitarristi come lo stesso Brian May dei Queen. Nel disco sono presenti anche sonorità dal sapore decisamente folk e brani che attingono sempre dalla radice blues, primo fra tutti “Since I’ve Been Loving You”, una ballata dove Page e Plant creano una toccante melodia egregiamente supportata dalla ritmica di John Paul Jones e John Bonham . Il quarto disco esce nel 1971 e sulla copertina priva di titolo sono presenti solamente dei simboli che rappresentano i quattro singoli membri del gruppo. Da questo album che viene chiamato convenzionalmente “Led Zeppelin IV” fa parte una delle loro canzoni più rappresentative che prende il titolo di “Stairway to Heaven” e nella cui struttura è racchiuso l’alto livello musicale raggiunto fino a quel momento dalla band e dove ad un’alternanza di delicate parti acustiche si contrappongono repentini cambi di direzione in chiave tipicamente hard rock. La scelta bizzarra di rinunciare al titolo non ostacolerà comunque il grandissimo successo che farà slittare il disco in testa alle classiche di tutto il mondo. Il 1973 vede la pubblicazione del quinto album intitolato “Houses Of The Holy”, dove il tipico suono blues viene in parte trascurato per dare spazio a una ricerca musicale orientata maggiormente sul suono sperimentale anche se pur sempre mantenendo l’immancabile impronta hard-rock.. Il disco non riscuote però il successo dei precedenti lavori anche se vi sono presenti brani immortali come “The Song Remains The Same” e la spiazzante “No Quarter” che improntata su sonorità oscure prende le distanze dalla solarità che caratterizza “Houses Of The Holy. Nel 1975 esce “ Physical Graffiiti” il primo album doppio dei Led Zeppelin che contiene oltre a brani non inseriti negli album precedenti anche degli inediti nuovi come la perla “Kashmir”, un brano di chiara matrice orientale dove tastiere e archi supportano in maniera impeccabile la voce di Plant. Physical Graffiti otterrà grandi riconoscimenti sia dalla critica che dal pubblico anche se un grave incidente automobilistico nel quale rimane coinvolto il cantante Robert Plant provocherà l’annullamento del tour mondiale per promuovere il disco. Nonostante questo grave episodio i Led Zeppelin torneranno sulle scene pubblicando nel 1976 “Presence”, un disco molto intimista che non riscuote però grandi consensi forse perché nato in un contesto non felice per il gruppo. La chitarra di Jimmy Page domina per tutto l’album e questo si avverte già con “Achille’s Last Stand”, brano di un’irruenza tale da ricordare i fastosi tempi di Led Zeppelin III e ritenuto ad unanime uno dei loro ultimi capolavori. Il disco non riscuote però il successo sperato e anche la tournee per promuoverlo viene interrotta a causa dell’improvvisa scomparsa del figlio di Robert Plant. Il cantante in seguito a questa sciagura medita inizialmente d’abbandonare la scena musicale ma poi decide di continuare e con il resto del gruppo pubblica nel 1979 “In Through The Out Door”, un album dove i suoni moderni creati da sintetizzatori e tastiere penalizzano il sound della band rendendolo decisamente poco genuino rispetto alla produzione passata, fatta eccezione per episodi come l’energica “In the Evening” e la malinconica “All my love”. Nel 1980 prima di affrontare un ennesimo tour il batterista John Bonham viene trovato morto in una stanza di albergo in seguito ad un abuso di alcol e gli altri tre superstiti del gruppo decidono quindi di non continuare più ad esistere come “Led Zeppelin”. La band conclude così la sua avventura nel 1980 fatta eccezione per una parentesi rappresentata dall’uscita nel 1982 del disco postumo intitolato “Coda”, contenente una serie di inediti degli anni passati. Prima di questa storica reunion la formazione superstite dei Led Zeppelin si è riunita in passato solamente per eventi eccezionali come il Live Aid nel 1985 e per il 40º anniversario della Atlantic Records nel 1988, ed è proprio in quest’ultima occasione che il figlio di John Bonham ha ricoperto per la prima volta all’interno dello storico gruppo il ruolo che anni prima fu del padre. Il concerto del 2007 ufficialmente documentato in questo attesissimo “Celebration Day” è dedicato all’amico e fondatore dell’Atlantic Records Ahmet Ertegun e si compone di 16 brani che ripercorrono la carriera del gruppo. Chi non potrà assistere alla proiezione che avverrà nella sola giornata del 17 ottobre in più di cento sale cinematografiche italiane dovrà attendere ancora due mesi l’uscita del dvd, blu ray e disco per poter rivivere in parte la grande emozione di vedere riunita sul palco una band che rientra a pieno diritto nell’olimpo del rock e che in seguito a questo storico concerto è stata insignita nel 2008 del “Guinness dei primati” per la maggior richiesta di biglietti in una singola esibizione dal vivo.Pierfrancesco Monari Galante
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