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Laudati, l’atto d’accusa di Lecce "Favorì Tarantini e Berlusconi" |
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Gli atti della procura di Napoli, i verbali dei magistrati che secondo il procuratore Cataldo Motta inchiodano Laudati come "favoreggiatore " di Tarantini e Berlusconi. Gli ispettori che, a differenza dei magistrati di Lecce, salvano il procuratore e dicono che se un ritardo nelle indagini c’era stato, la colpa era proprio di Scelsi che le stava conducendo male. La Digeronimo che secondo gli ispettori avrebbe dovuto astenersi. Una brutta storia raccontata analiticamente nelle 3.386 pagine depositate ieri dalla procura di Lecce negli atti allegati all’inchiesta che coinvolge Laudati e Scelsi. E che sta facendo tremare (più ancora delle fondamenta ballerine) il palazzo di giustizia di Bari. IL FAVOREGGIAMENTO A TARANTINI La procura di Lecce ha pochi dubbi: l’atteggiamento di Laudati è stato sin dall’inizio indirizzato a salvaguardare dall’inchiesta su Tarantini l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Per motivarlo, utilizzano i verbali dei partecipanti alla riunione di luglio (prima dell’insediamento ufficiale di Laudati) quando sia Scelsi sia il finanziere Paglino raccontano che Laudati, in missione per conto di Alfano, avrebbe chiesto e ottenuto di bloccare l’inchiesta fino al suo arrivo a settembre. Un passo questo, dice Lecce, che avrebbe minato definitivamente la bontà dell’inchiesta visto che le escort interrogate a settembre (e non a Luglio come la D’Addario & co.) hanno "salvato" Berlusconi forse perché indottrinate dagli avvocati vicini all’allora premier. Il presidente del consiglio - annota Lecce - godeva di una struttura in grado di avvicinare indagati e testimoni, come hanno fatto con Tarantini, la cui difesa è stata in un certo senso commissariata proprio da Berlusconi. Le intercettazioni telefoniche (nelle quali si parla indirettamente del procuratore di Bari) dimostrerebbero inoltre, secondo Motta, come alcuni dei legali di Tarantini avessero rapporti che andavano oltre la normale collaborazione con un procuratore con Laudati. E a riprova che Laudati sapeva che la riunione di luglio fosse da temere, avrebbe informato preventivamente della cosa i pm (Iodice e Dentamaro, che lo hanno raccontato a verbale) che avevano disposto l’arresto di Paglino. Su questo punto però, la procura di Lecce è arrivata a conclusioni diversi rispetto agli ispettori del ministero che invece avevano archiviato l’archiviazione di Laudati disponendo la denuncia invece sia per Scelsi sia per la Digeronimo. Scelsi accusava Laudati di aver rallentato le indagini su Tarantini? "Il quadro che emerge circa lo stato dei procedimenti a carico di Tarantini all’atto dell’insediamento di Laudati è quello di una attività di indagine ancora tutta da sviluppare, con circa 150mila intercettazioni svolte e non trascritte, nonché una massiccia acquisizione documentale, disposta a seguito di attività di perquisizione e sequestro, non ancora compiutamente esaminata e riscontrata. Ovvero, in buona sostanza, emerge documentalmente che se inerzia e incongruità vi furono avvennero prima della formazione dei gruppi e pertanto paradossalmente, sono ascrivibili proprio al denunziante Scelsi. Peraltro, a riscontro dell’efficienza ed assiduità del magistrato deve, altresì, evidenziarsi la circostanza della enorme quantità di atti relativi alle indagini in argomento rinvenuti, ammassati alla rinfusa, all’atto del suo trasferimento in Procura Generale, nel giugno 2011". La squadretta? "Era un semplice potenziamento della polizia giudiziaria a cui erano state delegate le indagini e alla analisi del materiale probatorio acquisito per consentire un efficace coordinamento tra tutti i filoni di indagine ". LA GUERRA SCELSI-DI GERONIMO Scelsi è indagato per abuso di ufficio per aver intercettato abusivamente la dottoressa Paola D’Aprile, che aveva la sola colpa di essere amico del sostituto procuratore Digeronimo: secondo la procura di Lecce, Scelsi temeva che la collega le "scippasse" l’inchiesta e voleva dimostrare l’incompatibilità della collega. La D’Aprile era infatti amica di Lea Cosentino, indagata nell’inchiesta Digeronimo. Secondo gli ispettori, Scelsi ha commesso un abuso. Ma la Digeronimo (archiviata a Lecce) avrebbe dovuto astenersi da quel fascicolo. Per spiegare il perché, utilizzano il verbale dello stesso pm. "Paola D ’Aprile - si legge - è mia amica da tempo (...) Sapendo che era amica della Cosentino, mia indagata nel procedimento Tedesco, ho colto l’occasione in cui si parlava con il collega Scelsi, con il quale avevo un rapporto di amicizia e confidenza, delle indagini sulla sanità per invitarlo, nel caso fosse emerso un qualche coinvolgimento della, di avvisarmi tempestivamente al solo fine di prendere le distanze e di non frequentarla più. Scelsi mi rassicurò e mi disse di non preoccuparmi assolutamente ". Poco dopo, Scelsi intercettò il telefono della D’Aprile. E registrò alcune telefonate tra lei e l’amica. "A novembre - racconta sempre la Digeronimo - dopo una cena a cui ero stata invitata dal Procuratore, Laudati in separata sede mi fece ascoltare la registrazione di una conversazione intercorsa tra me e la D’Aprile e mi chiese di chiarire alcune circostanze rilevabili dal colloquio ". Agli atti di Scelsi finisce poi un messaggio della D’Aprile alla Cosentino dal testo: "non ho finito, sto lavorando per te. Tutto ok", inviato un’ora dopo che la stessa D’aprile era salita a casa della Digeronimo. "Ma io - ha spiegato la pm - non ho mai parlato con la D’Aprile di attività investigative, tantomeno sulla Cosentino". "In occasione dell’arresto della Cosentino - segnalano però gli ispettori - la dottoressa Digeronimo non ha esitato a incontrare la D’Aprile premurandosi di prendere l’iniziativa di contattarla e, sentendola in lacrime, di invitarla nel proprio ufficio peraltro invitandola a non dichiararlo al piantone". Un elemento che, insieme agli altri, farebbe secondo gli ispettori "sussistere i presupposti perché il magistrato facesse formale istanza di astensione in quanto si era manifestata una situazione obiettivamente suscettibile di far ipotizzare che la condotta funzionale potesse essere ispirata al perseguimento di fini diversi da quelli istituzionali". Giuliano Foschini-repubblica.it |
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