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Psicopatologia essenziale del fenotipo servile |
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"Tali individui sono incapaci di autentica lealtà verso persone, gruppi o valori sociali. Essi sono molto egoisti, insensibili, irresponsabili, impulsivi e incapaci di provare colpa o di imparare dall’esperienza e dalla punizione. Tollerano poco la frustrazione. Tendono a biasimare gli altri e a razionalizzare il proprio comportamento”. American Psychiatric Association (1) Immaginate un proprietario di un immobile diroccato, fatiscente, posto in un centro storico di una città delle Asturie. Nello stabile vi abita una famiglia. Accade che il padre acquisti per la figlia un criceto, ed il giorno dopo il palazzo crolli. Il padrone, ovviamente, dal torto vuol non solo passare al giusto, ma anche cercare che l’assicurazione gli risarcisca la somma per il caduta dell’immobile. Che fare? Egli si rivolge a uno (da qui chiamiamolo: fenotipo servile o servo) che dimostri – con lauto compenso finale – sia stato il peso in più di quell’animaletto a provocare l’eccesso di carico sostenibile dell’edificio. Ovviamente il servo – per non dire il padrone stesso – sa che un’operazione simile è impossibile, ma poste determinate circostanze socio-politiche ambientali, il procedimento va a buon esito, ed il proprietario ed il servo stesso, diventano più ricchi – mentre le spese per i funerali della sopraddetta famiglia se li accolla il Comune (ossia i cittadini). Nei procedimenti mentali del padrone e del servo – elaborazioni psichiche che accompagnano ogni passaggio dell’azione descritta – si nota nel primo una forma di imbarazzo etico (sa che l’azione è fra il ripugnante e paradossale, ma – suo malgrado morale – la deve intraprendere in quanto egli è il padrone e mai ha avuto scrupoli effettuali); invece nel secondo evinciamo un chiaro entusiasmo ed esaltazione nel mentre. Poi specie quando le sue ragioni trionferanno in un primo momento. So cosa state pensando, o lettori ingenui e in buona fede, che i servi galleggino in quello stato di ebbrezza autocelebrativa per mere ragioni finanziarie. Voi ritenete essi abbiano un ruolo, compiano un lavoro, un compito per cui sono ben remunerati, quindi nel momento che “dimostrano” reale un evento a cause irreali, essi vadano sul personale solo incidentalmente in quanto, al contrario, sono determinate idee a essere combattute su commissione. E magari ritenete lo facciano anche con malinconia, fingendo di essere soddisfatti delle loro menzogne, o meglio: soddisfatti però sapendo che se fossero liberi “pure” loro, avrebbero da dire molto di più, ossia il contrario del modo con cui i servi stessi operano. E tale situazione, voi pensate li renda tristi e frustrati. Se hanno figli, e li guardano in faccia, può darsi pure provino vergogna, supponete voi... E che non sia vero nessuno li obblighi: sono costretti a guadagnare di più magari per comprare il superfrigo alla moglie, il megaschermo alla famiglia o l’iPad all’amante. E che se hanno scelto di asservirsi, non essendo degli stolti, sanno che significa essere servi, quindi si rispondono da soli: «Meglio essere asserviti senza problemi di fine mese, e con un Suv da 2500cc che non il contrario», e sicuramente provano avversione verso colui che si applica senza essere eterodiretto, in quanto suscita in essi l’invidia (infra) per la sua liberazione dai bisogni indotti. Le cose non stanno affatto così, poiché il servo non prova disagio, non ha cognizione di se stesso, di malessere e/o imbarazzo. Ciò che esprime è un frutto di cui si nutre quotidianamente e trova spiegazione solo nel campo della psichiatria. I servi presentano in modo tipico un disturbo narcisistico di personalità. I sintomi classici di tale personalità, nell’area dell’amore rivolto a sé, in senso patologico consistono in un eccessivo autoriferimento ed egocentrismo, nella grandiosità e nelle caratteristiche derivate di esibizionismo, in un atteggiamento di superiorità, noncuranza e ambizione esagerata, in una dipendenza esagerata dall’ammirazione dello stuolo, nella superficialità emotiva e in improvvisi attacchi di eccessiva insicurezza alternati a grandiosità. Spiega Otto Kernberg (2) che nell’àmbito delle relazioni oggettuali patologiche, i sintomi predominanti – in quelli che il sottoscritto definisce servi – sono un’invidia incontrollata (conscia e inconscia); svalutazione degli altri quale difesa contro l’invidia stessa; sfruttamento manifestato mediante l’avidità, appropriazione e rovesciamento delle idee altrui e tendenza all’autogiustificazione; incapacità di relazioni con il prossimo nelle quali vi sia vera reciprocità; e una notevole incapacità di empatia verso gli altri che non appartengano allo stuolo. Lo stato di base dell’Io di questi pazienti è caratterizzato da perenne senso di vuoto, poiché lo stimolo di interesse deve essere dettato dal padrone, di cui il servo è in funzione; per cui la capacità di elaborazione mentale è solo relativa ad un ordine dall’alto. Inoltre i servi, affetti sempre da narcisismo, presentano un certo grado di patologia del Super-Io che comprende l’incapacità di sperimentare tristezza per quanto concerne la propria persona e indifferenza nei confronti dei danneggiati. Il proprio sistema di valori verte più sull’infantile che sull’adulto: essi, infatti, attribuiscono valore alla bellezza fisica, al potere, al salutismo e all’ammirazione dello stuolo; e detestano il talento, il risultato raggiunto da altri, la responsabilità e il riferimento a un ideale; oppure odiano una persona che non agisca secondo i fini del servo stesso. Il disturbo antisociale di personalità vero e proprio presenta una patologia del Super-Io anche più grave: ossia il trionfo dell’Es. Il comportamento antisociale dei servi comprende innanzitutto la menzogna e la contraffazione: sintomi di tipo prevalentemente “passivo-parassitario”. Va sottolineato che, nei servi, con un retroterra culturale e socio-economico favorevole, che presentano la succitata tipologia prevalentemente passivo-parassitaria del comportamento antisociale, gli antecedenti comportamentali del passato prossimo possono sembrare di scarsa entità e persino passare inosservati, invece sono fondamentali per leggere meglio il suo presente. Un servo, ammettiamo, sia stato un alunno brillante alla scuola elementare e un perfetto secchione alle medie e alle superiori; sembrava essere uno studente destinato consequenzialmente alla laurea (alla cui poi assenza fa sempre sèguito un’acculturazione raccogliticcia). Il fatto che poi non ci sia riuscito è rimosso (per non urtare il narcisismo), e quindi resta dentro per frustrazione verso terzi ed è una causa dell’esasperato istrionismo compensativo. Per cui la differenza fondamentale tra i comportamenti antisociali, sia passivi che aggressivi, quale parte di un disturbo narcisistico e il vero e proprio disturbo antisociale di personalità, dipende dall’assenza, in quest’ultimo caso, della capacità di provare senso di colpa e rimorso (come s’è accennato supra). Pertanto, anche dopo che il servo è stato messo di fronte agli effetti del proprio comportamento antisociale e nonostante egli protesti il più profondo rammarico, non si instaura alcun cambiamento nel suo atteggiamento verso coloro che ha colpito e infamato, né si osserva in lui alcun intendimento di cambiare, in seguito a questo scacco. Anche se la diagnosi differenziale della capacità di sperimentare colpa e preoccupazione richiede, come ulteriore passo deduttivo, di valutare la reazione del servo messo a confronto e posto dinnanzi al crollo della sua onnipotenza, risultano evidenti altre caratteristiche che riflettono questa sua incapacità. Per esempio, il servo è non è in grado di immaginare una prerogativa etica negli altri che sia in opposizione alla “moralità” in sé. Il servo, dopo aver ripetutamente asserito di dire la pura verità per poi essere smascherato come bugiardo, è probabile che reagisca debolmente. Però quando gli si chiede di sintonizzarsi con la reazione della controparte nei suoi confronti, non lo fa; può solo avere la sensazione che la controparte ce l’abbia con lui perché lo ha fatto passare per stupido. Ad esempio, se si cerca di confrontare il servo con il suo inganno, egli dà avvio a un attacco immediato di rabbia, nel corso del quale colui che lo contesta sarà a sua volta accusato di aggressività e slealtà. Attraverso l’identificazione proiettiva e un forte controllo di se stesso, il servo cerca consciamente di provocare-spiazzare l’interlocutore a tenere un comportamento falso o incoerente in modo che il servo medesimo possa rinterpretarlo in quanto tale e controbattere rimangiandosi l’apparente ravvedimento. Oppure, un servo può “confessare” la sua colpa ma solo per quanto riguarda le azioni per le quali è stato colto in fallo, quindi in flagrante contraddizione con il rimorso contemporaneamente professato riguardo a tutto il suo comportamento passato. Il servo non ha il senso della contrapposizione tra la propria esperienza e il suo fallimento; egli può solo progettare di migliorare l’attuale situazione di disagio e di ridurre la tensione raggiungendo immediatamente obiettivi desiderati in altri campi accantonando quelli testé errati. L’impossibilità di apprendere dall’esperienza è un’espressione della sua stessa incapacità di concepire la vita oltre l’immediato presente. Il falsificare, il mentire patologico e la razionalizzazione inconsistente sono ben noti. L’assenza virtualmente totale di capacità di relazioni oggettuali disinteressate e di qualsivoglia dimensione morale nel funzionamento della personalità, è l’elemento chiave nel differenziare la personalità antisociale vera e propria dalle sindromi meno gravi di narcisismo maligno e di disturbo istrionico di personalità. Questa diagnosi si ottiene considerando l’anamnesi completa; esaminando attentamente il racconto del servo e mettendo quest’ultimo delicatamente a confronto con le parti contraddittorie e oscure del suo racconto; valutando la sua interazione con il contestante e analizzando le sue reazioni quando è messo a confronto con le contraddizioni tra l’informazione oggettiva desunta dal passato, il racconto presente e il suo esito reale. Può essere molto utile esaminare come reagisce il servo a un’indagine sul potenziale comportamento antisociale che potrebbe derivare da ciò che egli ha detto ma che poi è stato smentito dai fatti. Per quanto riguarda le ragioni che potrebbero indurre il servo a consultare uno psichiatra – tra esse, si può annoverare il tentativo manipolatorio di ottenere un certificato per essere reinserito in un sistema di riferimento o per evitare procedure legali. L’esame di tutti questi fattori normalmente richiederebbe diverse sedute; può essere necessario ritornare più volte su zone incerte e confuse e valutare a più riprese il modo in cui il servo reagisce quando è messo a confronto con le sue stesse manovre depistanti o con le sue contraddizioni. La confrontazione come strumento tecnico significa raccogliere con tatto gli aspetti contraddittori o confusivi del racconto del servo, del suo comportamento, e/o del suo passato. Kay H. Blaker e Joe P. Tupin (3) hanno riassunto le caratteristiche in coloro da me stabiliti quali servi: disturbi isterico e istrionico di personalità. Nella loro descrizione essi hanno utilizzato come modello uno spettro di patologia del carattere, di gravità variabile, compreso sotto la voce “strutture isteriche”. Essi con personalità isterica mostrano la stessa tendenza alla teatralità. Presentano anche impeti emotivi o eccessi umorali e comportamento impulsivo e infantile in condizioni di coinvolgimento emotivo, pur mantenendo la capacità di assumere un comportamento differenziato nelle comuni circostanze sociali. Le personalità istrioniche presentano solitamente dispersione dell’identità, gravi disturbi nelle relazioni oggettuali e mancanza di controllo degli impulsi. I servi con “nevrosi di compensazione” e/o ipocondria presentano spesso l’immaturità emotiva generalizzata, la teatralità predetta, e l’impulsività tipiche del disturbo istrionico di personalità, insieme con tratti antisociali e con la tendenza a sfruttare il loro rapporto con chi, professionalmente, li aiuta (il padrone). I disturbi di personalità cosiddetti caotici o dominati dagli impulsi, presenti nelle descrizioni di un tempo, che non corrispondevano alla personalità antisociale in senso proprio, riflettevano quelli che oggi sarebbero diagnosticati come disturbo istrionico e narcisistico di personalità. Di fatto, in tutti i casi di servi con tratti istrionici, la diagnosi differenziale tra il disturbo narcisistico e quello antisociale risulta importante per le considerazioni prognostiche e terapeutiche.Hannibal Lecter Note (1) American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-II), APA, Washington D.C., 1968, p. 83. (2) Otto F. Kernberg, Aggression in Personality Disorders and Perversions, Yale University Press, New Haven-London, 1992. (3) Kay H. Blaker, Joe P. Tupin, Hysteria and hysterical structures. Developmental and social theories, in Mardi J. Horowitz (a cura di...), Hysterical Personality, Jason Aronson, New York, 1977, II vol., pp. 97-140.
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